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Visualizza Versione Completa : Lavoro intensivo su II-V-I



re minore
11th February 2012, 10:05
Sono alla ricerca di un nuovo spunto per lo studio, perche’ con quello che faccio attualmente sono arrivato ad un punto abbastanza morto.

Attualmente, dovendo improvvisare su un brano, sono in grado di fare tutti gli arpeggi possibili ed immaginabili sugli accordi, di improvvisare sulle note degli stessi e sulle scale sottese. Le improvvisazioni che vengono fuori sono magari “corrette” ma senza dubbio molto povere: quella che ho raggiunto e’ una base tecnica tutto sommato decente, ma e’ appunto una "base tecnica", e quindi un punto di partenza per qualcos’altro.

Il punto e’: cosa deve essere questo “qualcos’altro”? Avrei pensato, dopo essermi riletto decine di post qui su SF, di lavorare in maniera intensiva (diciamo pure "ossessiva" :lol: ) sulle progressioni II-V-I, in queste due direzioni (prendero’ ad esempio D-7 / G7 / Cmaj7 ma vale per tutte le progressioni maggiori e minori):

1. Suonare un pattern in Dm7, suonarlo un semitono sopra/sotto in G7, per poi risolvere su una nota di Cmaj7, ad esempio:

Re Fa La Do | Mib Solb Sib Reb | Mi |

Farei questo esercizio con una grande varieta’ di pattern, ed in tutte le tonalita’ maggiori e minori.

2. Suonare, sempre sui II-V-I, su scale diverse dal solito dorico + misolidio + ionico, ad esempio potrei usare la WH sul V7.

Questo e’ quello che avrei pensato… vi sembra un aprroccio sensato o rischio di buttare il mio tempo?

Prima di chiudere il post, e’ utile che specifichi una cosa: sono cosciente che un esercizio utilissimo e’ quello di ascoltare i grandi, trascriversi alcune frasi ed interiorizzarle. Ho in mente di farlo, ma non adesso: la mia idea sarebbe di farlo come prossimo passo.

Zeppellini Matteo
11th February 2012, 10:09
Perchè sul G7 Usi Mib Solb Sib Reb?
Non mi sembrano le note dell'accordo..... Tu dici di fare la stessa frase che hai tatto in D-7 su di un semitono...ma quelle note musicalmente ci stanno su un accordo G7?
Ti chiedo perchè sto studiando anche io!

giuseppeelides
11th February 2012, 10:41
Il vol.16 degli Aebersold ti può aiutare tanto (circolo di quarte/quinte,sostituzioni di tritono, turnarounds, II V I,) cercando di lavorare tanto sull'aspetto ritmico... Ti dico ciò che hanno consigliato a me, e secondo me può essere una strada percorribile per la crescita tecnica...

phatenomore
11th February 2012, 11:09
IMMO:
1. Continua con il walking sugli accordi magari aumentando i bpm.
2. Sui V7 comincia ad inserire 9b nell' arpeggio al posto della tonica
3. inserisci negli arpeggi le note di approccio.
4. Studia un brano col metronomo legando le scale bop.

re minore
11th February 2012, 11:16
Perchè sul G7 Usi Mib Solb Sib Reb?
Non mi sembrano le note dell'accordo..... Tu dici di fare la stessa frase che hai tatto in D-7 su di un semitono...ma quelle note musicalmente ci stanno su un accordo G7?
Ti chiedo perchè sto studiando anche io!

E' un modo di suonare "fuori", che funziona nel momento in cui concludi tornando "dentro", e quindi chiudendo su una nota dell'accordo maj7. Funziona, provare per credere, ed io la faccio anche ma in maniera "ragionata" e non "automatica". Il mio scopo sarebbe quello di rendere automatica questa capacita' di passare "dentro e fuori", cominciando dai II-V-I perche' e' piu facile ed estendendo poi questa cosa agli standard.

Inoltre, l'accordo di settima di dominante si presta per sua natura molto bene a questi giochetti: proprio ieri sera mi e' venuto spontaneo, esercitandomi sui II-V-I, di provare a suonare discese e salite cromatiche sul V grado... fuonzionava SEMPRE, indipendentemente dalle note che ci mettevo. L'importante in questo caso e' dare un minimo di senso ritmico alla frase, il resto sembra che venga da se'... E' anche vero che potrei aver applicato inconsciamente dei criteri particolari, del tipo "far partire e finire la discesa cromatica su una nota dell'accordo" oppure "terminare la salita cromatica un semitono sotto la nota di arrivo", insomma cose di questo tipo qui... non ci ho prestato attenzione perche' ero molto preso dal fatto che funzionava "da solo", indubbiamente devo investigare meglio.

E altrettanto indubbiamente mi guardero ' il vol 16 degli aebersold!

re minore
11th February 2012, 11:25
IMMO:
1. Continua con il walking sugli accordi magari aumentando i bpm.
2. Sui V7 comincia ad inserire 9b nell' arpeggio al posto della tonica
3. inserisci negli arpeggi le note di approccio.
4. Studia un brano col metronomo legando le scale bop.

1. Ritengo di aver raggiunto un rate sufficiente, poi la velocita' e' sempre migliorabile per definizione, ma preferirei concentrarmi adesso su altro piuttosto che sulla velocita'. Ad ogni modo vado gia' bello veloce...

2. Giustissimo! Un consiglio molto sensato, lo faccio gia' da tempo e la 9b ormai fa parte di me, la uso con una certa scioltezza. Pero', pensandoci meglio, non la uso principalmente per sostituire la tonica, ma la aggiungo alla stessa... quindi la uso in sostituzione della 9 maggiore.

4. Sto facendo anche questo, sono abbastanza agli inizi ma lo sto facendo.

Last but not least... 3. Ecco, pensavo di fare quanto da me descritto PRIMA di affrontare le note di approccio, ma potrei anche cambiare idea :D-:

gene
11th February 2012, 12:49
inizia a lavorare sui cromatismi e sulle scale bop, ti si apre un mondo, ovviamente se intendi imparare, e se senti tuo, il jazz con un'approccio bop .....

ropie
11th February 2012, 12:50
suonare sui dischi!

Danyart
11th February 2012, 12:55
hai un approccio allo studio ammirevole, anche se a mio parere troppo tecnico/scientifico...

re minore
11th February 2012, 18:47
In effetti uso un approccio molto "sequenziale", e' come se scomponessi "l'arte del suonare" in un miliardo di piccoli pezzetti da affrontare e comprendere uno alla volta... capisco che possa sembrare un approccio "freddo" (e lo e', in effetti) ma dopotutto ha anche i suoi pregi, una paio dei quali neanche tanto secondari.

E comunque per me il dilemma se fare questo o altro non si pone: non ho un particolare talento per la musica, e se vado ad intuito non concludo niente... dopotutto anche io, come tutti, scelgo la via piu' semplice e per me la via piu' semplice consiste nel razionalizzare. :smile:

KoKo
11th February 2012, 18:51
questa cosa te la invidio...
volevo chiederti?
come fai questi studi? secondo me stante le premesse che hai fatto nel primo messaggio ne hai di materiale.
dovresti usarlo in modo creativo...

dici che escono improvvisazioni corrette, ma molto povere. lavora su quello...rollins è capace di tirare avanti decin dei minuti utilizzando solo le note dell'accordo.
secondo me questo è un grande esercizio, perché ti costringe ad essere creativo con le cose che conosci bene e perché pian piano inizierai ad introdurre cose nuove senza accorgertene.

re minore
11th February 2012, 18:52
suonare sui dischi!

Ogni tanto lo faccio: mi scelgo un pezzo semplice ed orecchiabile e ci suono sopra. Lo considero pero' piu' un divertimento che un vero e proprio studio... ed infatti me lo concedo solo se ho finito il programma della giornata, che tutto considerato tanto leggero non e'.

ropie
11th February 2012, 18:59
prova a sbatterci la testa in maniera più "seria" ed a prenderlo come studio. risultati assicurati per quel che riguarda suono, fraseggio, idee. il jazz, meglio non studiarlo a tavolino!

Overtone
14th February 2012, 14:29
Posso dirti una cosa?: stai facendo lo stesso "errore" (attenzione alle virgolette), che ho fatto io nel momento in cui ho cominciato a studiare seriamente accordi, turnaround, cromatismi patterns etc... Si è vero, sono tutte cose indispensabili per acquisire la tecnica e suonare in modo professionale. Ma ad un certo punto il rischio è appunto quello di trovarsi in un vicolo cieco (anche a me è successo). Prima mi sono fossilizzato sullo studio e su quello che "bisogna fare", poi mi sono accorto di suonare in un modo freddo e snaturando completamente quella che è l'essenza stessa del Jazz e comunque della musica in generale. La fantasia deve venire prima di tutto, poi col tempo ci deve crescere dentro la tecnica. Il contrario temo che sia frustrante e poco produttivo sul lungo termine. Insomma, meno matematica e più sentimento... questa credo che sia la prima cosa.

fcoltrane
14th February 2012, 14:58
però con il procedimento di Reminore migliori certamente , se stai dietro al solo sentimento rischi di incartarti.
prima la tecnica poi tutto il resto

re minore
14th February 2012, 16:57
La situazione e' ancora piu' estrema... ne ho descritta solo una parte: oltre a "scomporre ed affrontare un pezzo alla volta", io "misuro" ed annoto ogni cosa che faccio, e mi assicuro sempre che ogni cosa che faccio sia ripetibile in futuro e non sia "venuta bene per caso". E se prima non ho un piano per affrontare uno studio di un qualche tipo (ad esempio lo "studio intensivo II-V-I") generalmente neanche mi ci metto... l'approccio "random" proprio non fa per me: prima di cominciare a studiare i II-V-I penso a cosa voglio esattamente ottenere, poi mi faccio l'elenco dei passi necessari, e poi comincio a farli... sono fatto cosi'... :zizizi)) E' un approccio da programmatore di computer (cosa che ho fatto nella vita, ci sono pezzi di mio codice che volano da qualche parte sopra le nostre teste), e che mi sono portato dietro in ogni lavoro che ho fatto... e diciamo anche fuori dal lavoro. Ho anche insegnato, ed ho constatato che questo approccio paga tantissimo.

Tornando al sax, al momento sto migliorando in maniera abbastanza evidente... finche' continua vado avanti cosi'. Per il momento sono straconvinto che il mio sistema, per me, funzioni alla grande e che il rapporto risultati ottenuti / tempo impiegato sia nettamente positivo. Poi, ovviamente, sarei il primo ad essere contento di superare tutti questi schemi, ma prima di farlo devo mangiare pane e cicoria ancora per un bel pezzo.

fcoltrane
14th February 2012, 17:00
hai tutto il mio rispetto

ginos77
14th February 2012, 17:04
Io trovo giusto e formativo il percorso che reminore sta'svolgendo,l'unica domanda che mi sovviene e':ma in tutto questo c'e' un maestro?TE lo chiedo perche' secondo me senza maestro di punti morti ne avrai tanti!

re minore
14th February 2012, 20:50
Ce l'ho, tanto per non far nomi e' Sandro Satta.

Ma sono arrivato ad un punto in cui, per un periodo, tanto vale che vada avanti da solo. In questi tre anni di studio ho imparato un sacco di cose (grazie a Sandro ma anche, e molto, grazie a saxforum) che, a livello cosciente e con il giusto tempo per pensarci, so fare. Ma le devo rendere automatiche ed ho deciso di lavorare un anno (principalmente, non proprio solo) su questo. In questo anno di consolidamento un maestro non mi serve: so cosa devo fare e come farlo, proprio perche' me lo ha insegnato lui, ma la mia testa ha imparato piu' velocemente delle mie mani ed e' tempo di livellare. Tra un anno faro' il punto della mia situazione e vedro' cosa mi serve... anche se gia' credo di saperlo. Se sapessi suonare il sax con la sicurezza con cui pianifico eventi lontani... :lol:

barba
14th February 2012, 22:05
Basta lavori forzati,guarda cio' che ti circonda,cerca di trovare ispirazione da situazioni,ritmi che senti,passeggiate che fai ,cose che l eggi,fatti che ti colpiscono e prova a riprodurre al sax i tuoi particolari sentimenti,e' un lavoro che basta cominciare e poi continuare a sviluppare,prova. Ezio

phatenomore
15th February 2012, 10:19
sì...ma studia :smile:

ginos77
15th February 2012, 10:45
Bene...ho capito cosa vuoi dire Marco...cmq dal mio punto di vista una persona al fianco ci vuole sempre...anche per suggerirti il modo migliore per mettere in pratica quello che già sai....senza nulla togliere al tuo maestro in questi casi è propedeutico cambiare...se vuoi te ne consiglio uno in zona Napoli che potrebbe illuminarti il cammino!!

Overtone
15th February 2012, 14:34
Forse non mi sono spiegato bene. Io volevo dire che da un lato esiste lo studio puramente tecnico, ed è una cosa. E aggiungo che fai benissimo a perseverare in questo Re minore. E' fondamentale. Dall'alta parte c'è la questione puramente "artistica" di ciò che rappresenta la musica come l'espressione dell'animo umano attraverso di essa. In ogni forma d'arte è così, il principio può essere applicato alla musica, alla pittura, scultura etc... Non ho detto che una cosa escluda l'altra, ASSOLUTAMENTE NO. Ma credo che non ci si debba fossilizzare unicamente su uno dei due aspetti descritti (in questo caso quello tecnico), con un approccio puramente matematico. Questo per non rischiare di eseguire cose tecnicamente perfette, ma prive di espressione. Ho sentito qualche tempo fa Delta city blues eseguita da un tedesco, mi sa che su youtube si trova ancora. Una cosa tecnicamente perfetta, c'era dentro tutto quello che un bravo sassofonista dovrebbe saper fare (tranne lo slap :-). Ok, e parte questo? Beh, il nulla. Insomma, direi che prima è nata la musica con l'uomo, e poi le regole musicali scritte. E' da elogiare la perseveranza nello studio, specie per chi durante il giorno deve lavorare, ma okkio a non far diventare questa cosa il fine e non il mezzo.

fcoltrane
15th February 2012, 17:04
quel tedesco è un ottimo sassofonista ma se ti cimenti su delta city blues il paragone con Brecker sarà sempre ingeneroso.
non per niente Brecker riusciva a gestire 4 ottave e più con un suono straordinario , in più aveva un senso dello swing non comune e una capacità di modificare l'altezza della nota non comune con un senso del tempo come pochi altri e molto altro ancora.
l'unico aspetto tecnico che il tedesco (pur ottimo sassofonista) è riuscito a replicare quasi fedelmente è la festione degli armonici.
il suono però ..........
l'argomento del messaggio è lavoro intensivo sul II V I .
tutto valido quello che leggo su sentimenti , passeggiate ecc.. ma hanno poco a che vedere con l'argomento in questione.
per Overtone: l'espressione a mio parere è una parte integrante della tecnica.

davidedalpozzolo
10th March 2012, 16:53
Il fatto che tu abbia un approccio razionale e metodico fa parte del tuo carattere e va bene così, la cosa tra l'altro offre i suoi vantaggi concreti ma attenzione a non sottovalutare quello che ti sta dicendo in modo corretto Overtone.

Io, a mio tempo, sono arrivato ad assumere una teoria un po' provocatoria ma funzionale verso l'approccio all'improvvisazione. Parto semplicemente dall'assunto che per acquisire la tecnica esistono tutti i testi, gli esercizi e le procedure del mondo mentre per imparare ad improvvisare no. Naturalmente non è vero ma voglio pensarla così ;) . In pratica i patterns, lo studio dei II-V-I, quello sui turnaround, le sequenze di accordi di settima dominante come pure le loro sostituzioni e così pure tutti i testi sull'improvvisazione, Andy McGhee, Ramon Riker, Oliver Nelson & Co. sono sempre e soltanto esclusivamente tecnica... da intendere in senso lato ma pur sempre solo tecnica.

L'improvvisazione è un fatto creativo personale e nessuno potrà insegnarti come far uscire una certa idea mentre suoni, potranno solo suggerirti delle procedure utili ma bisogna che tu ci lavori in modo da trovare il tuo approccio personale che renderà il tuo assolo naturale come quando parli di un argomento che conosci.

L'errore più comune è quello di cercare UNA chiave generale di decodifica per tutta l'improvvisazione. Ce ne sono tante. Pezzo Bebop = armonia densa con tanti cambi veloci > sei stai dentro gli accordi rispettando cadenze e modulazioni stai già portando a casa la pelle :ghigno: , pezzo modale > qui se stai troppo fermo sull'accordo, le sue triadi ecc.. svuoti uno stadio in un minuto e mezzo, devi trovare il modo di uscire e rientrare senza sbattere troppo la porta! Pezzo Blues/Funk/Rock > se non dai peso alle note nessuno si accorgerà che stai suonando e soprattutto perchè e così via per tante situazioni-tipo diverse.

Devi trovare le tue chiavi che ti permetteranno di aprire quelle porte che ti interessano, attraverso le quali accedere ai diversi approcci improvvisativi più che ai diversi generi.

Il tempo è tiranno. Se ti metti a tavolino a scrivere un solo su un brano, probabilmente in un paio d'ore, tra matita e gomma, qualcosa di buono esce senz'altro, peccato che questo tu non riesca a farlo in tempo reale, mentre suoni su una ritmica che fila. Il mio consiglio è: DILATARE all'infinito il tempo di permanenza su un accordo. Suonare ad lib. sullo stesso accordo per decine di minuti cercando di sviluppare il fraseggio contestuale e così con l'accordo successivo. Su Dm7 - G7 - Cmaj7, ad esempio, puoi usare anche soltanto la scala maggiore di C ma la sonorità del tuo fraseggio deve assumere "colori" diversi a seconda dell'accordo a cui ti stai riferendo. E' abbastanza banale poi usare 8 note come scala di riferimento invece che 7: si tratta del cromatismo F - F# - G che fa "girare" tutto molto meglio. Poi introdurrai le alterazioni sul V grado: la 9+ e la 9- sono come il Gatto e la Volpe e vanno a braccetto, la 5b è una dissonanza forte e gravitazionale, la 5+ dà un colore molto forte, ecco... ragiona per colori, trova il modo di far emergere i colori da una progressione armonica, fallo ad lib. per ogni accordo, poi, quando cominci ad avere un po' di materiale pronto sotto le dita prova a suonare a blocchi di 4 battute per accordo e poi riduci ancora lo spazio per ogni accordo, questo ti costringerà ad una sintesi personale.

Ci sarebbe da parlarne per giorni, il tuo insegnante saprà guidarti in questo territorio dove magari tu sei un po' riluttante per via del tuo taglio razionale. Buono studio! :saxxxx)))

paolo66
10th March 2012, 20:06
Grande Davide.........

re minore
10th March 2012, 20:18
Il messaggio di overtone e' chiaro e condivisibile, cosi' come e' chiara e condivisible la tua analisi della quale cito un passaggio particolarmente applicabile: "Devi trovare le tue chiavi che ti permetteranno di aprire quelle porte che ti interessano..".

Il punto e' proprio questo, io non mi ammazzo di esercizi "matematici" per raggiungere una perfezione stilistica asettica e fine a se stessa. Io lo faccio perche' sento (e magari mi sbaglio) che questa e' la mia via per liberarmi e riuscire un giorno a dire qualcosa di almeno piacevole, se non bello. Diciamo che devo acquisire un minimo di bagaglio tecnico (dal quale sono aime' molto lontano) per potermi esprimere. Non ho la mentalita' del virtuosismo tecnico e non e' il virtuosismo che cerco... cerco una via di espressione. Per la quale pero' mi serve un minimo di bagaglio tecnico che al momento non ho.

Poi, e questo ha il suo peso, per quella che e' la mia mentalita' non trovo noioso fare scale, arpeggi ed altre cose di questo genere che immagino facciano venire il latte ai coglioni ai piu'. Fare questi esercizi per me e' come un mantra, mi rilassa come se facessi yoga... probabilmente mi deriva da quello che ho imparato facendo arti marziali: pensiero lento e azione veloce... forse e' questo quello che cerco: acquisire automatismi che permettano alla mia mente di pensare ad altro mentre le mia mani suonano il sax. Un po' come fa un bravo pilota quando guida: la sua mente non e' concentrata nella sequenza meccanica di gesti che deve fare per cambiare marcia, quello lo fa chi sta imparando a guidare. Il pilota esperto pensa alla meta, ed ha sempre presente chi gli sta attorno... lui decide di cambiare marcia ma l'atto fisico lo fa il suo corpo in automatico, non lui.

davidedalpozzolo
10th March 2012, 21:31
Niente da obbiettare, la tecnica ci vuole tutta, devi spostare molto materiale dal cervello (sede dell'attenzione cosciente) verso il cervelletto (sede dell'automatismo, come la gestione dell'equilibrio quando si va in bici), in un processo dove il cervello viene di volta in volta liberato dall'attenzione verso le componenti "meccaniche" che devono passare in automatico per potersi occupare di questioni "più alte".

Per questo, se non disponi di molto tempo per studiare, devi essere molto selettivo sulla tecnica dando la precedenza a ciò che veramente serve per poter poi ricavare del tempo da utilizzare in ricerca ai fini dell'l'improvvisazione.

Ho detto "ricerca" non "cazzeggio", ti assicuro che si può fare un lavoro molto serio e perfettamente articolato/organizzato sull'improvvisazione ma DEVI incominciare a fare un lavoro di esplorazione che sarà il tuo personale e che ti porterà ad avere i tuoi esercizi e le tue procedure. In genere l'input viene dai pezzi: è di fronte alla difficoltà di una certa sequenza armonica che si cercano le procedure giuste per affrontarla e quindi si creano gli esercizi ad hoc. Mi pare di aver capito che hai buone conoscenze informatiche: ti lascio immaginare cosa si può fare con un editor audio sulle basi minus-one anche solo a livello di rallentare, cambiare tonalità, mettere in loop alcune sezioni............. basta, che sto finendo l'inchiostro :lol: ! - :saxxxx)))

ginos77
11th March 2012, 01:31
Grande Davide..condivido appieno tutto quello che hai detto..

darionic
11th March 2012, 14:07
ho letto i messaggi di DavidePozzolo e mi trova molto daccordo su tanti punti...per esempio mi piace quando dice di applicare o addirittura inventare un esercizio in base al brano che stai studiando e in base alla sua struttura armonica.
Io è da un pò che dedico il poco tempo che ho per studiare affrontando uno standard al giorno....che leva il medico di torno.. :lol: diceva Basso ci sono 7000 standard ai voglia di suonarli tutti....
Ogni standard ti pone di fronte una struttura diversa, un tempo diverso, insomma un approccio diverso....ascolto alcune versioni dei grandi che hanno suonato questo standard e poi comincio a suonarlo anch'io....iniziando dal tema che deve essere eseguito bene ...e concludendo con l'improvvisazione....è in questa fase che ogni standard mi "regala" un lick, una frase nuova che io poi utilizzerò in seguito....per finire registro una mia versione dello standard....e coloro che frequentano la sezione "i nostri files"...lo sanno bene.... :lol:

milton
22nd March 2012, 13:01
Non ci sono dubbi sul fatto che lo studio è più che importante... dire essenziale. Se devo valutare, però, con la mia esperienza, ho visto che il vero salto di qualità lo si fa quando si comincia a suonare con altre persone. Il salto è tanto più grande quanto più brave sono le persone che ti stanno intorno.
Quindi non mi sento di dare delle formule per imparare a improvvisare, ma mi sento solo di consigliare di suonare - e tanto - con altri musicisti.
Personalmente, io suono in una formazione in cui c'è anche una tromba: tutti e due strumenti in Bb e con approcci melodici paragonabili. Nonostante la similitudine e la vicinanza del trombettista, io ho imparato ed ho avuto molti più stimoli da parte del mio batterista...

Comunque, come esrcizi sul II-V-I io ti segnalo questo: "Saxophone Patterns - John Coltrane (1999)"

Buona musica

beccodritto
31st March 2012, 21:24
leggo con attenzione i commenti "filosofici" ma almeno per ora, non do il mio contributo.

per quel che riguarda gli esercizi sul II V I, alcuni esercizi che mi permetto di consigliare:
risoluzione 7-3.
come ultima nota dell'arpeggio del II suoni la 7 come prima nota dell'accordo di V suoni la 3
stessa cosa con il passaggio successivo
è un semitono in discesa con effetto di risoluzione molto efficace

stesso spirito
sugli accordi di V suona un arpeggio e quando arrivi alla 3 scendi alla 9b.

il concetto della tensione risoluzione (suono fuori suono dentro...) funziona bene con II V I
dentro fuori dentro...
sull'accordo di settima, che è di tensione, puoi suonare arpeggi dell'accordo posto una 4# (su C7 suoni F#7)

o con le pentatonica... suoni la pentatonica minore un grado sotto la tonica...

questi comunque sono esercizi....a me è utile passarci attraverso poi...quando suono....beh.. faccio finta di non conoscerli...

bb
12th April 2012, 14:38
ti hanno dato tutti dei buoni consigli, io inizierei ad aggiungere delle approach notes di collegamento fra gli accordi.
Tutto cio' che facciamo con gli arpeggi è ottimo tecnicamente ed a livello di ear training, in quanto facciamo uno "spelling" dell'armonia sottostante.
Tieni pero' persente che sono strumenti con cui fare delle frasi, si possono benissimo mettere delle note corrette armonicamente, ma facendo una frase povera musicalmente.
Un aspetto essenziale è la trascrizione:prendi uno standard semplice con i II/V/I , ce ne sono a tonnellate!
Dopodiche' trova delle versioni di bravi strumentisti ceh lo suonano, trascrivi i loro soli ad orecchio (in questo modo farai molto ear training, altro aspetto essenziale, si suona soprattutto con le orecchie e poi con le mani!) riportali su carta ed analizzali.
E' un gran lavoro, ma da questo non si scappa, storicamente l'hanno fatto tutti i grandi e dobbiamo farlo anche noi- a maggior ragione -
Quando avrai iniziato ad assorbire il linguaggio e la logica del fraseggio riuscirai a creare delle frasi convincenti partendo da spunti di trascrizioni e dopo anche autonomamamente.
Ciao, buon lavoro!

re minore
12th April 2012, 20:47
I suggerimenti che avete dato sono veramente preziosi, ed io ringrazio tutti i forumisti. Li ho analizzati (i suggerimenti) ed "interiorizzati" tutti, e qualcuno avevo anche cominciato a metterlo in pratica. Nel frattempo pero' sono successo due cose: intanto ho cominciato a suonare con un gruppo (in realta' e' un "laboratorio" del saint louis: ci segue un insegnante che nella fattispecie e' Claudio Colasazza) con il quale gruppo proprio ieri ho fatto una serata al Bebop - locale romano piuttosto conosciuto... indovinate cosa si suona? :ghigno:

Suonare in questo gruppo mi e' servito molto: ho dovuto pedalare come una furia per prepararmi alla serata di ieri... in fin dei conti a settembre dell'anno scorso non riuscivo ad andare a tempo mentre improvvisavo ed ieri ho improvvisato senza problemi su quattro pezzi davanti ad un pubblico che quasi riempiva il locale. Per prepararmi per la serata di ieri, e per riuscire comunque a portare avanti il mio programma di studio, qualcosa doveva saltare ed e' saltato il II-V-I.

La seconda cosa che e' successa e' che ho dato retta a chi mi consigliava di "suonare sui dischi". Ho cominciato a farlo (beh, non proprio, diciamo che lo sto facendo a modo mio), ne sto trovando molto ma molto giovamento ed ho intenzione di continuare per un po' questa esperienza visto che imparo molto e mi ci diverto pure... il II-V-I lo rimando per un po'.

Overtone
16th April 2012, 13:27
Per l'appunto...nel momento in cui ti sei trovato a suonare con gli altri, il II-V-I lo hai messo da parte.... :lol: