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Visualizza Versione Completa : Studiando il Niehaus



Taras
25th January 2012, 22:11
...sto studiando da solo il Niehaus...parto logicamente dal Basic Jazz Conception Vol.1...trovo belli e didattici i Tunes che sto facendo aiutato da Audacity che faccio andare all'inizio a velocita' inferiore per poi portare ed eseguire lo studio a velocita' normale....li trovo belli e non noiosi..solo il primo volume credo pero' che sia corredato da cd in cui ci sono le traccie audio solo degli studi e non degli esercizi...domanda...avete sample audio degli esercizi/degli studi dei volumi Niehaus superiori per sentire se la lettura e l'esecuzione che faccio e' giusta ?...esistono altri metodi spartito/cd ?...e' giusto l'approccio che sto facendo a questo metodo che mi sembra serio e basilare per lo swing ? ....consigli datemi consigli...grazie

darionic
25th January 2012, 23:17
Ti riporto un post che avevo pubblicato qualche mese fa sul come la vedo io...

"Ho ascoltato milioni di volte dexter gordon e altri boppisti. Anche loro usano spesso medesime frasi o pezzi di frasi (lick) che li caratterizzano e li rendono riconoscibili. Medesime frasi che ripropongono in pezzi lenti, medium e fast. Cerca di catturare nei pezzi lenti e medium queste frasi e lick e suonarle almeno in 4 - 5 tonalità. Puoi anche modificarle se vuoi. Anche i grandi hanno imparato così, rovinando i dischi, o ascoltando dal vivo parker e company con i loro sassofoni in mano imitando la diteggiatura....Piano piano entreranno a far parte del tuo linguaggio e le userai automaticamente senza pensarci. Man mano che passa il tempo il tuo linguaggio si arricchirà come il linguaggio dei bambini che imparano a parlare.
Quindi sono convinto che non occorre trascrivere interi soli, ma solo le parti che ti interessano e le frasi che ti colpiscono....ovviamente le suonerai in maniera diversa a seconda della tonalità,. ... così come lasciano il tempo che trovano, sempre secondo me, i vari metodi sul bebop che ho anche comprato per curiosità, ma che ho riposto nell’armadio ritornando al mio caro vecchio metodo dell’ascolto"

aggiungo a quanto detto qualche mese fa che è fondamentale prendere un riferimento sassofonistico e suonare con lui per imparare il mood, il timing e l'articolazione. Tutto questo non lo trovi e non lo impari in nessun spartito (Niehaus e co.). Va bene suonare con la base, ma ritengo più fruttuoso suonare con il tuo riferimento sassofonistico (Gordon, Mobley o chissà chi). Comincia con le ballads, per poi passare sui tempi medi e poi veloci. Buon lavoro

Taras
26th January 2012, 11:32
Grazie Dario...non avevo letto questo post in passato...

re minore
26th January 2012, 12:00
Concordo al 101% con Dario, per quanto riguarda lo studio dei lick. Avevo letto il post a suo tempo, e lo avevo trovato illuminante, tant'e' che avevo messo in programma di cominciare quanto suggerito. A occhio e croce lo faro' da giugno / luglio.

Non ho ancora iniziato, e non lo faro' per qualche mese ancora, perche' ritengo che quanto proposto da Dario necessiti di un livello minimo di preparazione, al di sotto del quale, IMVHO, il tempo che si ha a disposizione per studiare puo' essere impiegato meglio.

Io ritengo di essere piu' o meno sulla soglia di questo livello minimo di preparazione, ed infatti consolidero' ancora qualche mese i "fondamentali" prima di passare sistematicamente al "metodo darionic" :smile: . Tanto per dare un'idea di questo livello minimo, sto facendo il nieahus intermediate (sono a circa due terzi) ed ho tutti gli arpeggi di accordi maggiori, minori, settima e diminuiti gia' nelle dita, cosi' come tutti i modi delle scale maggiori, WH, ed alcune delle minori restanti, anche se non proprio tutte, grazie al cocker.

Il mio personalissimo ed umilissimo consiglio e' di fare una buona pratica sui fondamentali, prima di approocciare i lick dei grandi del jazz. E tra i fondamentali ci metto il cocker ed il niehaus, che io ho trovato e sto trovando molto istruttivo, sia per lo swing sia per migliorare la lettura "in se".

Filippo Parisi
26th January 2012, 12:25
Una volta (e se fosse stato un altro) ti avrei detto che studiare da solo ha molto meno effetto che con qualcuno che ti corregge (accenti, pronuncia e swing in quegli esercizi sono importantissimi, più delle note) ma visto il livello al qaule sei e sopratutto se ti registri.....male non fanno, anzi. Anche se poi il metodo "darionic" (©) :D è il migliore.

darionic
26th January 2012, 14:19
..ma quale metodo darionic....però mi piace.. :lol:
il metodo era seguito da tutti i musicisti e aspiranti tali che:
1) seguivano tutte le jam con il sax in mano, per imitare la diteggiatura di parker & co. (nel film Kansas city c'è una scena bellissima in cui al reno club c'è una jam impressionante e un ragazzo di nome Charlie (il riferimento a Parker è inequivocabile) in platea con il sax in mano che copia con le dita tutto quello che fa Lester Jung (impersonato da J. Reedman).
2) rovinavano letteralmente puntina e dischi del proprio riferimento sassofonistico....

@re minore Per quello che riguarda le scale ...penso che se me le sentissi eseguire rimarresti molto ma molto deluso...una volta capito quali sono le note di una scala, per me non serve a niente impararla a 400, tanto una scala in un'improvvisazione jazzistica non la farai mai...secondo me sin da subito, se vuoi imparare il genere, devi suonare con l'articolazione e l'accentazione giusta..forse gli arpeggi sono più importanti..

re minore
26th January 2012, 14:47
Tu non mi deludi mai :smile:

Fabio Castagnola
26th January 2012, 16:12
@ Taras :

concordo con quello che scrive re minore, (se ho capito bene).....in più aggiungerei che i consigli di darionic sono preziosi
e credo giustissimi, ma mal si accordano ad esempio con chi, come me, ha poco tempo per studiare e abbisogna
innanzitutto di una "routine" molto schematica e facile da organizzare e replicare nel corso della settimana (o 15
giorni o anche più, a seconda della complessità della "routine" stessa).

Sacrificando giustamente la prima parte della routine giornaliera all' esercizio dei "fondamentali" ( scale, suoni lunghi, filati, etc.,
e se si fanno anche solo discretamente, parte minimo mezz'ora...), trovo che per chi si approccia alla conoscenza del "linguaggio"
jazz, un testo come il Niehaus basic jazz conception è veramente troppo comodo e didattico, in 10-15 minuti al giorno di
pratica su un esercizio o tune che si voglia, si acquisiscono gradualmente i primi mattoni che poi serviranno in un secondo
tempo per tentare di costruire ciò di cui scriveva darionic.

Per tornare in topic, e tentare dal basso della mia esperienza, di dare qualche consiglio o risposta a Taras :

fai benissimo a usare audacity, io uso l' amazing slow downer che credo sia analogo; il mio maestro mi consiglia di iniziare
ad utilizzare la base solo quando riesco ad eseguire il brano senza errrori all' 80% circa della sua "giusta velocità".
Dopodichè devo iniziare ad aumentare la velocità a piccoli steps fino al 100%, ma se è possibile, salire anche fino al 105-110 %,
mantenendo rigorosamente la giusta scansione ritmica del pezzo, per poi tornare al 100%, e eventualmente 1-2 giorni
prima della verifica con il maestro, risuonare il pezzo qualche volta anche al 70-80%, per correggere gli ultimi piccoli errori
che con una esecuzione a velocità "normale", possono sfuggire....


La RITMICA è l' aspetto fondamentale per eseguire bene un pezzo del Niehaus....ti sarai accorto che dal punto di vista della diteggiatura,
i brani del Niehaus sono volutamente più facili (anche come alterazioni in chiave) di un brano che ad esempio puoi
trovare nella seconda parte del Londeix 1° volume...questo proprio perchè l' allievo si possa concentrare completamente
sul ritmo.

Una caratteristica peculiare delle sue basi, è infatti che invece di avere diversi spartiti per i sax in mib e sib, ha 2 basi
differenti per ogni tune, e il tune ha 1 solo spartito e quindi le stesse alterazioni (nel 1° vol. spesso nessuna, o al massimo 1-2)
sia per il contralto/baritono che per il soprano/tenore.




.solo il primo volume credo pero' che sia corredato da cd in cui ci sono le traccie audio solo degli studi e non degli esercizi...

Dalle ultime edizioni in poi, ogni fascicolo ha il suo CD di accompagnamento, con la possibilità di escludere il sax spostando
il bilanciamento casse tutto a sinistra. (fai attenzione il BASIC ha DUE volumi, non uno, quindi in tutto sono 5 : 2 basic, 1 intermediate, 1 advanced + il fascicolo con i duets.) Io li ho presi su http://www.jazzwise.com ; se vuoi in M.P. ti posso dare qualche altra dritta....
Per gli esercizi la base è unica per mib e sib, in quanto l' accompagnamento è di sola batteria, ma ti assicuro che nei CD originali c'è
anche quella, controlla bene...... ;)


......esistono altri metodi spartito/cd ?......grazie

Certo, tra i tanti in circolazione, ti consiglierei di cercare i fascicoli della collezione JAZZ PLAY ALONG del Hal Leonard,
sono molto ben fatti, puoi provare su http://www.sheetmusicplus.com, oppure come sopra..... ;)


Ciao :smile: Fabio

fcoltrane
26th January 2012, 18:13
Quoto tutti gli interventi .
il metodo Darionic lo trovo utilissimo se le basi sono solide (e si ha già un po di tecnica sassofonistica come dice Reminore).
c'è chi trascrive il solo c'è chi lo studia a memoria ecc...chi solo alcune frasi ecc...
che la tecnica sia di suono , di articolazione , di fraseggio di conoscenza delle scale o degli accordi ciascuno poi lo decide per se.
Come dice Fil se c'è chi ti spiega il significato dello spartito in relazione all'uso della lingua tanto meglio (in caso contrario devi fare da solo o per imitazione).
infine concordo con Fabio e ritengo utilissimi programmi che ti aiutino a rallentare la musica.
buon lavoro

Filippo Parisi
26th January 2012, 18:26
Beh, io l'ho scritto perchè il metodo con ci Taras ha iniziato è anche quello con cui Orazio Maugeri mi fece iniziare nei due anni nei quali (quando suonavo) andavo a lezione da lui, ed ho ben chiara la differenza tra il farlo da solo e con qualcuno che ti ascolta, ti ferma e ti fa provare (e magari anche sentire) come fare quella parte che magari non ti esce bene o ai interpretato male. In realtà, coe tutti i metodi, anche questo ha sempre solamente pochi pochissimi passaggi tecnicamente difficili in maniera tale da concentrarsi più sul fine che è quello dell'articolazione, degli accenti, e del tempo. Consigliatissimo provare a suonarlo con il metronomo sul 2 e sul 4.....vi assicuro che non è la stessa cosa, sopratutto con tutti quei segnetti (legature, apici, punti, ecc.)

Fabio...ehem....magari in privato mi puoi dare qualche consiglio ????? :D

cicciospino
27th January 2012, 14:46
ciao
da quello che mi hanno spiegato il Niehaus, che in alcuni casi è diventato materia di esame al coservatorio, va studiato sopratutto per imparare la lettura Jazz, la pronuncia e quindi la figurazione ritmica.

Vedrai che le cose importanti sono:
- i segni sulla note
- ritrovarti sempre sul battere o levare quando leggi, ovvero all'inizio leggi piano e cerca di contare (io lo faccio in 4 con i piedi ma è consigliato in due perchè sui tempi veloci in 4 diventa difficile) e di verificare che stai contando giusto.

Poi aumentando la velocità arriverà anche lo swing.

Il Niehaus serve essenzialmente per sviluppare la lettura jazz e la pronunica/swing.

Anche se per imparare lo Swing e la pronuncia basta leggere i temi di Charlie Parker, ma con questi non impari la luttura jazz e così, soprattutto quando sei in una sezione di fiati, per esempio di una big band, se non hai imparato la lettura jazz accade che tieni le note più a lungo del dovuto oppure non interpreti le sincopi nel modo corretto.

Se hai già una pronuncia jazz vedrai che gli esercizi ti vengono naturali senza leggere troppo i segni.
Al riguardo c'è un famoso anedoto su Mingus e la scrittura Jazz. Sembra che Mingus avessse scritto tutti i segni e che nessuno riuscisse a suonare perchè avveva coplicato troppo la lettura. L'unico che riusciva a suonare come voleva Mingus era un sassofonista che ammise davanti a tutti che non stava leggendo tutti i segni ma che interoretava in modo Jazz: ovvero la lettura Jazz è troppo complicata per essere letta completamente e quindi si legge in parte ad intuito.
Mi sono fatto un paio di anni di sezione di quartetto di sax e spesso ''manco'' leggevo ma ci zzeccavo più di altri.

Concordo con chi sta lavorando sulla trascrizione dei soli o sull'imparare le frasi a memoria.
io sto lavorando sulla seconda sempre nei limiti del poco temo a dsposizione.
frasi di Charlie parker a manetta nelle 12 tonalità.

ciao

zkalima
27th January 2012, 15:57
Io quando studio, dedico sempre del tempo al Niehaus, ma con il metronomo, (non ho le basi, la mia edizione è molto vecchia, per le basi c'è l'aebersold), ma quello che da di più è comunque suonare sui dischi, anche se, evidentemente, non si è all'altezza, questo lavoro stimola un'acquisizione istintiva e non razionale, anche se si sbaglia comunque e spesso, è quello che in assoluto, (dopo la musica d'assieme che essendo esperienza vera con altri musicisti è il terreno su cui si costruisce tutto), richiama alla prontezza dell'ascolto mentre si suona, troppo spesso, (io per primo), si suona pensando a quello che si sta facendo e molto meno a quello che fanno gli altri, i dischi sono la cura.

zkalima
27th January 2012, 16:04
@cicciospino, è un episodio riportato da Lee Konitz; Mingus aveva provato a scrivere un pezzo come si suonava, con tutte le pause e gli accenti, i ritardi e i cromatismi, ma nessuno riusciva a suonarlo, quando toccò a Konitz lo eseguì perfettamente e al termine Mingus disse; ecco! dovete fare come lui.
dopo, gli altri gli chiesero come aveva fatto e lui rispose; Semplice ho letto come se fosse scritto in quattro quarti.
Non è certo che sia vera questa storia, alcuni dicono che Konitz la raccontava per rifarsi di tutto quello che mingus aveva detto contro di lui, ma rappresenta bene la natura interiorizzata dello swing e della pronuncia jazz.

cicciospino
27th January 2012, 16:19
Esatto
per suonare jazz e swing bisogna suonare sui dischi, suonare con gli altri, ascoltare musica live possibilmente ad 1 metro da chi suona.

Una cosa utilissima è suonare 4 battute ciascuno anche tra dilettanti. Assimili le idee degli altri e ti arricchisci, non solo tecnicamente...

ciao

darionic
28th January 2012, 09:12
Quoto cicciospino, però aggiungo che, oltre all'enorme patrimonio di frasi e lick che ci hanno lasciato i grandi e che possiamo modificare a nostro piacimento si possono aggiungere in un solo jazzistico degli esercizi di tecnica che, solo se suonati in un certo modo, possono entrare nel contesto. Ieri ho registrato secret love e riascoltando l'assolo mi sono reso conto di avere inserito questi esercizi di tecnica di Pete Thomas che sto studiando in questo momento. Però l'esercizio deve essere suonato con un'articolazione e una respirazione che nessun segno scritto nella partitura ti può codificare, ma solo l'ascolto dei dischi ti può dare-
Per es. Il solo è questo.
http://www.youtube.com/watch?v=3JFVtsago8I

Al min. 2.01 e 3.56 eseguo questo esercizio

http://dc252.4shared.com/img/WeowOB5P/0.6901698225619876/ex-1-06.jpg (http://www.4shared.com/photo/WeowOB5P/ex-1-06.html)

al min 2.21 eseguo questa figurazione cromatica discendente e non ascendente come è scritto

http://dc256.4shared.com/img/4cuN_ST_/0.5956433282218471/ex-2-01.jpg (http://www.4shared.com/photo/4cuN_ST_/ex-2-01.html)

Come vedi non sono lick tipicamente jazz, ma suonati con una certa articolazione e respirazione suonano jazz. Secondo me è più importante il come lo suoni e non il cosa suoni. E ripeto come lo suoni nella carta non c'è scritto...

Sax O' Phone
28th January 2012, 14:35
Straquoto zkalima!

Anch'io un po' di tempo lo dedico agli studi del Niehaus che come ho già scritto più volte mi sembrano contenere tutta la storia del jazz, alto che arpeggi e scalature varie (con cui per altro comincio sempre il riscaldamento): mi permettono un affinamento percettivo, ritmico e di pronuncia che non ho trovato in nessun'altro metodo. In effetti non si tratta di un metodo, ma di esercizi e studi che vanno 'interpretati' correttamente.

Per me un'altra sorgente di accomodamento dell'orecchio sincronizzato con le dita ed il fiato è la raccolta di Oliver Nelson: frasi ripetute ossessivamente (!) su intervalli di mezzo tono...

davidedalpozzolo
31st January 2012, 12:50
Bellissimo il Niehaus, ti porta a swingare per forza!

Tutto il 1° libretto del Basic è alla portata di un principiante assoluto che abbia appena acquisito la sicurezza nell'impostazione e un minimo di lettura, tuttavia vengono affrontate l'articolazione e la pronuncia swing in modo impeccabile. Naturalmente la cosa ha senso se si capisce bene e si rispetta in toto l'articolazione così come viene scritta dall'autore. Questo in realtà è il nocciolo della questione che si gioca tutto nel primo studietto della collana. Bisogna far funzionare la lingua come Dio comanda, invece vedo molto spesso allievi che si lasciano prendere dall'orecchiabilità delle melodie e piazzano i colpi di lingua dove capita e sempre troppo pochi rispetto a quelli che dovrebbero essere.

Ultimamente ho notato dei buoni risultati facendo applicare lo staccato-legato su tutte le note dei primi 2 o 3 studi nella fase diciamo "esplorativa", quella cioè dove un allievo è concentrato soprattutto sulla lettura delle note del nuovo esercizio. Questo, secondo me, permette un approccio più graduale, prendendo prima confidenza con la melodia del brano usando la lingua in modo impegnativo sul piano muscolare ma banale sul piano dell'articolazione. Quando il brano viene decentemente e a una velocità sensata tutto staccato-legato, viene allora il momento di applicare l'articolazione corretta, con l'attenzione quindi rivolta a tutti i segni che sono scritti.

Questo è semplicemente un modo per superare la difficoltà iniziale di coordinare un po' troppe cose nello stesso tempo fin da subito: lettura delle note e quindi meccanismo, lettura dell'articolazione e quindi azione della lingua, scansione "swing" degli ottavi e magari mettiamoci pure un po' di dinamica... veramente un po' troppo per chi sta iniziando a suonare :doh!: !

Overtone
31st January 2012, 13:15
La raccolta di Oliver Nelson la uso anche io... direi fin troppo ossessiva a volte, penso sia più utile per l'esercizio delle articolazioni.

zkalima
31st January 2012, 13:54
Il Nelson è praticamente molto simile al Viola, pattern con variazioni tonali, due palle....

Sax O' Phone
31st January 2012, 17:28
Ossessivo, vero, ma non mi pare simile al Viola: i patterns finali del Nelson mi piacciono...

Fabio Castagnola
31st January 2012, 19:29
Bellissimo il Niehaus, ti porta a swingare per forza!

Tutto il 1° libretto del Basic è alla portata di un principiante assoluto che abbia appena acquisito la sicurezza
nell'impostazione e un minimo di lettura, tuttavia vengono affrontate l'articolazione e la pronuncia swing in modo impeccabile.
Naturalmente la cosa ha senso se si capisce bene e si rispetta in toto l'articolazione così come viene scritta dall'autore.
Questo in realtà è il nocciolo della questione.....[ ]... veramente un po' troppo per chi sta iniziando a suonare :doh!: !

Beh, ma infatti anche se il mio maestro la pensa esattamente come te, e di conseguenza la "devo" :ghigno: per forza pensare
così anch' io....direi che le tue ultime giuste considerazioni siano un po' in contrasto con la tua stessa premessa ; io credo che il Niehaus,
anche il primo Basic, non possa essere considerato da un principiante autodidatta, che leggesse il tuo post, come una possibile risorsa per
poterci provare DA SOLO....è fondamentale l' analisi preventiva degli exercises così come dei tunes insieme
ad un bravo insegnante, anche se l' ausilio delle basi io lo trovo fondamentale per avere sempre disponibile un esempio
perfetto di ogni esecuzione, da poter ascoltare e riascoltare decine e decine di volte a varie velocità......

(io ad ogni buon conto ho l' abitudine di registrarmi col cellulare anche tutte le esecuzioni dimostrative-didattiche che il
mio maestro mi suona durante la lezione, compresi brani e formule anche del Londeix!)

Ad esempio consiglio di rivedervi la quint'ultima e quart'ultima battuta dell' exercise N°2 del Basic Vol.1, è veramente
una bella impresa per un principiante assoluto riuscire a rifarla tale e quale,( c'è tutta una serie di spostamenti continui
dell' accentuazione..), anche dopo che a lezione il maestro me ne fece un' analisi prolungata e approfondita....figuriamoci
da soli.....ricordo che passai un' intera settimana di studi dedicando 10-15 minuti al giorno in particolare solo a quelle due battute,
ma alla fine rifarla bene davanti al maestro fu una gran soddisfazione per entrambi....

Tanto per citare altre fonti, sul programma di studio del conservatorio di Udine, come diceva anche più su cicciospino,
il Niehaus Basic Vol.1 viene caldamente consigliato come testo complementare, ma a partire dal 4° anno, quando
si dovrebbero padroneggiare già le scale a 92 di semiminima e a salti di terza e si fanno già gli arpeggi, e solo i 12 exercises...
Per i tunes si consiglia di aspettare di arrivare al 5°.....ovviamente in parte è dovuto al fatto che sia un programma per
sassofono classico, si privilegiano prima altri aspetti, chi è indirizzato già al Jazz può provarci molto prima, però è sintomatico
che si aspetti così tanto per consigliarli...

Ciao :smile: Fabio

davidedalpozzolo
31st January 2012, 21:10
Ciao Fabio, per principiante assoluto intendo colui che è al primo anno di studio CON IL PROPRIO MAESTRO. Non c'è dubbio che coloro che riescono ad imparare a suonare bene e in tempi ragionevoli uno strumento a fiato da autodidatta siano pochi talentuosi a cui va la mia ammirazione. In tutti gli altri casi un buon maestro è assolutamente fondamentale.

Per quanto riguarda il Niehaus che anche tu stai affrontando, ritengo che sia molto utile per acquisire quanto prima la pronuncia Swing la quale non è, beninteso, l'unica importante da imparare durante lo studio ma sicuramente rappresenta un capitolo molto importante del suonare attuale.

Resta il fatto che all'inizio può essere difficile mettere subito in atto l'articolazione e la corretta pronuncia che peraltro sono la peculiarità ed il fine del metodo. Ecco che un'attenzione particolare sui primi 2 o 3 esercizi del Basic, affrontando i vari aspetti separatamente un po' alla volta, può aiutare ad entrare gradatamente nel vivo del lavoro. Una volta capita la logica e creato l'automatismo si potrà procedere sui successivi studi più agevolmente. Saluti!