Visualizza Versione Completa : "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...
pumatheman
22nd November 2011, 00:05
DALLA AUTOBIOGRAFIA DI MILES DAVIS: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti siano dei gran pigroni: resistono ad ogni cambiamento e tengono duro sulle loro vecchie posizioni perché sono troppo pigri per cercare qualcosa di diverso...i vecchi musicisti restano fermi dove sono e diventano pezzi da museo, sotto vetro, sicuri e facili da comprendere, intenti a suonare all'infinito la loro robaccia antiquata. e poi se ne vanno in giro a dire che gli strumenti elettronici stanno mandando all'aria tutta la musiche e le tradizioni. Bè io non sono così, e non lo erano nemmeno Bird o Trane, o Sonny Rollins o Duke o chiunque abbia voluto continuare ad essere creativo. Il bebop era cambiamento, rivoluzione. Non si trattava di rimanere fermi e di mettersi al sicuro. se si vuole essere creativi bisogna avere il coraggio di cambiare. Vivere è un'avventura, una sfida. Quando la gente viene da me e mi domanda di suonare "My Funny Valentine" e roba vecchia che ho fatto quando loro scopavano con una certa tipa e la musica li ha fatti stare bene, posso capirli. Ma gli dico di comprarsi il disco. Io non sono più fermo là e devo vivere per quello che è meglio per me e non per quello che è meglio per loro...Anche se volessi suonare questi vecchi pezzi non riuscirei più a trovare la gente capace di suonarli nel vecchio stile".
docmax
22nd November 2011, 00:45
Però... il vecchio Miles!
adriana
22nd November 2011, 03:00
Grande, Miles!!!!
Albysax
22nd November 2011, 03:11
Miles era così...non è mai stato fermo un attimo,praticamente penso che abbia esplorato e contaminato ogni tipo d musica...
GeoJazz
22nd November 2011, 12:44
e ha detto tutto! d'altronde fino alla fine ha sempre sperimentato!
Danyart
22nd November 2011, 12:46
il problema è che questo vale per moltissimi musicisti giovani o comunque attuali, altro che vecchi jazzisti...certo che lui l'ha detto più di trent'anni fa, quindi va inquadrato in quel tempo, ma è una cosa chen si vede anche oggi...
phatenomore
22nd November 2011, 16:04
Miles, ha potuto seguire il suo percorso artistico, peraltro geniale ed unico, senza essere obbligato a fare marchette in quanto figlio di una famiglia borghese benestante... per gli altri che cita, forse, la vita è stata un po' più avara... e ho detto tutto...
seethorne
22nd November 2011, 23:12
secondo me miles ad un certo punto a furia di sperimentare un vicino di casa gli ha tirato un mattone in testa e da quel momento è peggiorato dandosi al cazzeggio più esasperato. :twisted:
(ok, ora ho una folla inferocita che vuole tirare a me i mattoni in testa per quello che ho detto)
juggler
23rd November 2011, 07:41
Qualunque vicenda artistica e umana può essere letta/interpretata in vari modi.
Ma il succo del pensiero di Miles (citato da Puma) è connesso alla contemporaneità dell'azione musicale,
ogni stile o genere caratterizza un'epoca, non possiede valori assoluti.
Se consideriamo che l'evoluzione tecnologica e delle tecniche di registrazione, ha influito notevolmente sulla comparsa di certi stili
prima inimmaginabili, è evidente che ciò genera una trasformazione dei processi creativi:
è la lezione piu' grande che Miles ha lasciato ai posteri.
re minore
23rd November 2011, 08:57
Io quoto phate alla grande. Da un grande artista, e da uno che dalla vita ha avuto molto, mi aspetteri comprensione e "pietas", non giudizi tranchant su colleghi il cui principale obiettivo non e' quello di diventare stelle ma semplicemente sopravvivere.
juggler
23rd November 2011, 09:35
Sì, Ok...c'è un fondo di verità in ciò che dite...
Ma probabilmente non prendiamo in considerazione alcuni aspetti:
- la "percezione collettiva" del jazzista nero (cosa che Miles non sopportava) e che molti suoi amici-colleghi, in modo piu' o meno consapevole,
assecondavano (della serie "continua sull'onda che tutti riconoscono...")
- il livello di estrema competitività, nel tipico stile americano
- già dalla fine degli anni '50 e a seguire sempre piu', negli USA, le condizioni di lavoro dei jazzisti andavano via via peggiorando:
non c'era mercato e la "diaspora" verso l'Europa diventava l'ultima spiaggia, per chi voleva vivere della/con la propria musica.
Queste condizioni insieme fanno un mix micidiale: Miles era un benestante (certamente), ma possedeva piu' senso della realtà
di molti suoi colleghi circa la possibilità di rimanere e resistere sul competitivo mercato musicale, in linea con i cambiamenti
intervenuti sotto la spinta di altri stili, fenomeni musicali e orientamenti giovanili (ovvero i consumatori, per eccellenza, di musica).
Se, quindi, certi suoi colleghi continuavano su un'onda che non "tirava" piu'...e non riuscivano piu' a campare dignitosamente
la colpa non è certo di Miles, ma perchè si erano un po'..."addormentati".
Se i tempi cambiano e tu rimani a contemplare ciò che sai fare o ti piace, devi quantomeno chiederti se e a chi interessa ciò che fai
o lo fai solo perchè ti sei abituato a farlo in quel modo? - in quest'ultimo caso, non puoi prendertela con nessuno, se non con te stesso.
Mediare fra cambiamenti e re-indirizzamenti creativi senza perdere le proprie peculiarità, è ciò che ogni artista consapevole deve
saper/poter fare e Miles lo ha fatto.
darionic
24th November 2011, 17:45
In un certo senso quoto Juggler sulla contemporaneità dell'azione musicale.
Però vorrei farvi riflettere su una cosa: alcuni grandissimi come Ellington, Gillespie, Gordon, Getz e in un certo senso anche Rollins hanno continuato la loro "lunga" carriera suonando la musica con la quale sono diventati delle stelle. Perchè? Perchè erano i numeri uno in quello che facevano nel loro strumento o nella direzione di un orchestra.
Miles non è mai stato un numero uno del suo strumento. Non lo è mai stato nel bebop, nell'hard bop, nel free etc.
Però è stato il più grande innovatore. Ha capito che per potere rimanere sull'onda doveva evolversi perchè non aveva i numeri per essere il numero uno in un determinato stile.
A livello di tecnica strumentale nel bebop non poteva competere con trombettisti del calibro di Navarro o Gillespie. Nel cool era oscurato dalla stella di Chet Beker. Nell'hard bop era superato da Clifford Brown, Lee Morgan, freddy Hubbard, nel free da Don Cherry e potrei continuare così fino agli anni 80.
Se non si rinnovava era "fottuto". Doveva arrivare prima degli altri e poi, dopo un pò, quando poteva essere oscurato da altri che avrebbero fatto meglio ciò che lui aveva iniziato, doveva cambiare direzione. E noi ne abbiamo tratto giovamento perchè ha aperto nuove vie fantastiche...
..la mia modesta e forse stupida visione..
Sax O' Phone
24th November 2011, 19:40
Mi sembrano buone le tue osservazioni Dario, tranne forse quella che riguarda Chet Backer: secondo me il Dark Magus era l'incontrastato fautore del Cool Jazz, e Chet Backer un suo epigono; che poi the birth of cool non fosse tutta farina del suo sacco, è un'altra storia...
Va ricordato che pure lui se non apprezzava le posizioni 'mummificate' di certo non gli piaceva neppure la musica proposta p.e. da Ornette Coleman.
Tutti siamo pieni di contraddizioni, e lui certo ne era consapevole e non le nascondeva, come per i suoi limiti strumentali. Di certo condivido che le sue scelte stilistiche sono state un motivo fondamentale per la sua affermazione per quattro decadi, e per il suo successo commerciale: era anche un uomo molto avveduto nella gestione contrattuale, e fu grazie ai suoi consigli che altri musicisti a lui vicino trovarono le giuste soluzioni (Coltrane con Impulse...).
pumatheman
25th November 2011, 12:24
a mio parere: parlare di "numeri uno" del "genere x o y" è una visione "da classifica" della musica e quanto di più distante ci sia dalla natura di questultima. Le classifiche di vendite e dei critici per mio parere sono chiacchere da parrucchiere :D
L'estrazione sociale si influenza pesantemente la crescita sociale e culturale Davis anche se poi il suo carattere e la sua "visione" erano i veri "motori" del suo agire.
La virtuosità strumentale è una cosa bellissima e utilissima ma senza carattere e visione, a mio parere, è un solo bel soprammobile da mostrare agli altri.
Ci sono e ci sono stati musicisti avventurosi e geniali poveri e rimasti poveri... morti poveri... magari che han fatto anche altri lavori per campare se la loro musica non gli dava sostentamento... oppure fanno markette ma poi quando fanno le loro cose, le han fatte senza compromessi, forse non è così scontato che le scelte di un musicista siano "vittime" dell'economia..o per dirla in modo più universale le scelte di un artista sincero non siano vittime dal mercato... a mio parere è una scelta quella di fare musica di plastica o musica tipo "pappa riscaldata" o più semplicemente commerciale.
quando i parrucconi dicono che con la Bitches Brew, On the Corner abbia fatto una mera scelta commerciale mi fanno pena, sfido qualcunque orecchio poco allenato alla musica "non commerciale" ad ascoltare questi 2 duischi per più di 5min senza battere la testa nl primo spigolo... :lol:
Quoto Dany, la societa competitiva e spietata inculca e favorisce il riciclaggio e standardizzazione di approcci e modi preconfezionati che secondo me non rendono giustizia alla Musica ed alla Creatività.
Il modo di fare musica di Davis ha tutta un impronta mirata ad esplorare la musica talvolta in una direzione talvolta in un altra, e non ha mai avuto l'intenzione di intrattenere il pubblico, forse era più dell'idea di sfidarlo e/o ispirarlo.
Dico un altra cosa blasfema: non credo che sia stato "uno scopritore" eccezionale di talenti, mi piacere "leggere" il suo approccio come: "il gruppo e la musica prima di tutto", nelle sue band sento sempre tutti suonare per il gruppo e raramente suonare per "se stessi" o "per il pubblico", in questo modo ha forzato i suoi musicisti a dare il 1000% per il gruppo sviluppando sempre prima di tutto l'interplay e creando musica davvero creativa.
KoKo
25th November 2011, 12:32
quoto puma al 100%.
soprattutto nell'ultima parte...un altro grande che mi fa questo effetto è shorter, soprattutto col suo ultimo gruppo. E' evidente che quella gente suona in quel modo perchè c'è shorter con loro, provate ad ascoltare uno qualunque degli album di Perez (per dirne uno) da solista.
phatenomore
25th November 2011, 12:41
A me mi piace molto Tutu :ghigno:
pumatheman
25th November 2011, 12:46
:lol: a me ummi garba quasi nulla della roba dopo il '75... il suo ritiro dalle scene... il ritorno, dopo le prime cose ganze we want miles e il disco dopo mi par che faccia parekkie markette ...hardcore!!
phatenomore
25th November 2011, 12:52
Sì, ma a me mi piace molto Tutu, però.
pumatheman
25th November 2011, 12:54
diobono l'ha pure prodotto i mì zio Tommasuzzo!!
phatenomore
25th November 2011, 12:57
zio Tommasuzo, venditore di merluzo al mercato di Milazo... e l'è vero deh!!! Tommy LiPuma...
Danyart
25th November 2011, 13:38
a mio parere davis aveva una capacità/furbizia poco comune ad altri...cioè "guardava" cosa stava succedendo e si inseriva prepotentemente ottenendo qualcosa di più avanti, ma senza in realtà inziare un discorso completamente nuovo...mi spiego con un semplice esempio: quando decise di cambiar rotta e andare sulla nascente fusion, erano diversi anni che Cannonball Adderley e gruppi pseudo rock mischiavano jazz, improvvisazione e altro a ritmiche più dure e "funky", Davis assorbì questo andazzo e lo tradusse in una musica assurda, futuristica, sfruttando anche le nuove tecnologie oltre che i talenti giovanissimi che più di lui probabilmente avevano capacità tecniche per suonare quelle cose...si è grandi anche senza inventare dal nulla ma elaborando da diverse fonti...poi c'è anche la componente, e questo già da shorter e gil evans, dell'aver sfruttato il talento compositivo di giovani collaboratori per ultimare degli album che apparivano comunque a suo nome, e qui se ne possono trovare a decine...
pumatheman
25th November 2011, 13:52
per quanto riguarda il primo periodo elettrico (68-75) Davis trasse ispirazione da Hendrix, James Brown e Sly Stone introdotte a lui dalla sua fidanzata dell'epoca Betty Davis (http://www.youtube.com/watch?v=iDvvQq4leoo) :amore:: , dalle sue parole e dai suoi biografi (per esemopio libro che ho divorato più di una volta "lo sciamano elettrico")
sempre nel mio piccolissimo, quelle sono tuttoggi anche mie principali influenze musicali. :D
Albysax
25th November 2011, 15:35
a mio parere: parlare di "numeri uno" del "genere x o y" è una visione "da classifica" della musica e quanto di più distante ci sia dalla natura di questultima. Le classifiche di vendite e dei critici per mio parere sono chiacchere da parrucchiere :D
L'estrazione sociale si influenza pesantemente la crescita sociale e culturale Davis anche se poi il suo carattere e la sua "visione" erano i veri "motori" del suo agire.
La virtuosità strumentale è una cosa bellissima e utilissima ma senza carattere e visione, a mio parere, è un solo bel soprammobile da mostrare agli altri.
parole sante...fare gara nella musica è indice di stoltezza..
darionic
25th November 2011, 15:50
a mio parere: parlare di "numeri uno" del "genere x o y" è una visione "da classifica" della musica e quanto di più distante ci sia dalla natura di questultima. Le classifiche di vendite e dei critici per mio parere sono chiacchere da parrucchiere :D
L'estrazione sociale si influenza pesantemente la crescita sociale e culturale Davis anche se poi il suo carattere e la sua "visione" erano i veri "motori" del suo agire.
La virtuosità strumentale è una cosa bellissima e utilissima ma senza carattere e visione, a mio parere, è un solo bel soprammobile da mostrare agli altri.
Ci sono e ci sono stati musicisti avventurosi e geniali poveri e rimasti poveri... morti poveri... magari che han fatto anche altri lavori per campare se la loro musica non gli dava sostentamento... oppure fanno markette ma poi quando fanno le loro cose, le han fatte senza compromessi, forse non è così scontato che le scelte di un musicista siano "vittime" dell'economia..o per dirla in modo più universale le scelte di un artista sincero non siano vittime dal mercato... a mio parere è una scelta quella di fare musica di plastica o musica tipo "pappa riscaldata" o più semplicemente commerciale.
quando i parrucconi dicono che con la Bitches Brew, On the Corner abbia fatto una mera scelta commerciale mi fanno pena, sfido qualcunque orecchio poco allenato alla musica "non commerciale" ad ascoltare questi 2 duischi per più di 5min senza battere la testa nl primo spigolo... :lol:
Quoto Dany, la societa competitiva e spietata inculca e favorisce il riciclaggio e standardizzazione di approcci e modi preconfezionati che secondo me non rendono giustizia alla Musica ed alla Creatività.
Il modo di fare musica di Davis ha tutta un impronta mirata ad esplorare la musica talvolta in una direzione talvolta in un altra, e non ha mai avuto l'intenzione di intrattenere il pubblico, forse era più dell'idea di sfidarlo e/o ispirarlo.
Dico un altra cosa blasfema: non credo che sia stato "uno scopritore" eccezionale di talenti, mi piacere "leggere" il suo approccio come: "il gruppo e la musica prima di tutto", nelle sue band sento sempre tutti suonare per il gruppo e raramente suonare per "se stessi" o "per il pubblico", in questo modo ha forzato i suoi musicisti a dare il 1000% per il gruppo sviluppando sempre prima di tutto l'interplay e creando musica davvero creativa.
Su molte cose sono daccordo su altre meno..
E' innegabile, al di là delle classifiche di gradimento o meno che miles era un mediocre suonatore di bebop. In molte registrazioni con Bird si doveva fare sostituire da Gillespie (sotto altro nome) perchè non riusciva a fare i temi più complicati di Parker (Koko). Quindi o si inventava qualcosa artisticamente, cambiando e sperimentando, o sarebbe stato dimenticato presto. Mentre un gillespie, proprio perchè era il numero uno in quello stile, ha potuto girare il mondo per decenni suonando bebop e solo bebop, seppur qualche volta intriso di latino. Quindi lui era "condannato" ad evolversi...e lo ha fatto splendidamente.
Sul fatto che i parrucconi dicono che con la Bitches Brew, On the Corner abbia fatto una mera scelta commerciale, certo se ad un mio alunno gli faccio ascoltare questi album non mi viene più a scuola, ma nel periodo in cui uscirono era un tipo di musica che andava molto di moda tra i fricchettoni e questo è innegabile. Che poi sono dei buoni album quello è un altro paio di maniche. Pensa se ad un concertone pieno di figli dei fiori canne ed lsd Miles si fosse presentato vestito tutto in gessato e suonando roba alla modern jazz quartet...
pumatheman
25th November 2011, 15:59
hai ragione miles era mediocre e i numeri uno del bìboppè "di quello svelto" sono i più ganzi...
ha espolato tantissima musica perchè con la tromba unn'era bono... on the corner e bitches brew sono dischi commerciali perchè negli anni 70 si facevano le canne infatti i biboppari più ganzi seguitano a fare ì bìboppè ancora oggi perchè quello è "un genere" dove sono "i numeri uno" ... i biboppari...
darionic
25th November 2011, 16:11
..no puma mi hai frainteso...
è chiaro che quello che ha fatto Miles per l'evoluzione della musica afro-americana è praticamente fondamentale..tra miles e i beboppari per me miles per tutta la via..e nessuno vuole dire che chi era un bebopparo (come li chiami tu) era meglio, anzi. Quello che volevo dire, e che tu fraintendi, che i numeri uno in uno stile lo hanno potuto suonare per tutta la vita, girando il mondo e campando alla grande. Altro esempio è stan gets. Come interpretava la bossa nova lui con il sax, nessuno...infatti l'ha suonata fino alla morte dal polo sud al polo nord...
se poi mi vuoi far credere che il contenuto musicale di bitches brew non era in linea ai canoni commerciali degli anni psichdelici...allora forse non ne ho mai capito niente di musica ;-)
25th November 2011, 17:38
non entro in merito alla discussione, vorrei solo affermare che valutare un artista, o chiunque altro, in base alla sta biografia, o parzialmente autobiografia in questo caso, genera dei limiti notevoli. Non esiste biografia imparziale, ma del resto cosa lo è?
juggler
26th November 2011, 12:56
Miles ha inventato un suono di tromba che ha fatto scuola.
Era un progettista musicale piu' che un virtuoso e con un'idea di sound che possedeva sempre una sua coerenza
espressiva ed emotiva: sono stati sempre i "progettisti" a indicare o suggerire direzioni (Monk e Mingus, ad esempio)
non i virtuosi, malati (quasi tutti) di narcisismo autoreferenziale.
Ascoltava e si lasciava influenzare da musicisti piu' giovani di lui, ma di cui sapeva apprezzare qualità e idee:
Tony Williams amava O. Coleman e piu' volte contestava Miles per le sue posizioni "eccessive" nei confronti del saxofonista texano.
"Miles smiles" può essere considerato un lavoro free, secondo la sua personale interpretazione.
E' stato il "re Mida" di tutti i musicisti che hanno collaborato con lui; quasi tutti,
hanno avuto una carriera luminosa: non esistono piu' musicisti poliedrici di tale carisma e carattere.
Metaforicamente, c'è chi mangia la "stessa minestra" per tutta la vita e c'è chi esplora/apprezza altre "possibilità culinarie"...
Il resto scade nel gossip o nella ricerca del pelo nell'uovo.
darionic
26th November 2011, 15:16
Miles ha inventato un suono di tromba che ha fatto scuola.
Era un progettista musicale piu' che un virtuoso e con un'idea di sound che possedeva sempre una sua coerenza
espressiva ed emotiva: sono stati sempre i "progettisti" a indicare o suggerire direzioni (Monk e Mingus, ad esempio)
non i virtuosi, malati (quasi tutti) di narcisismo autoreferenziale.
Ascoltava e si lasciava influenzare da musicisti piu' giovani di lui, ma di cui sapeva apprezzare qualità e idee:
Tony Williams amava O. Coleman e piu' volte contestava Miles per le sue posizioni "eccessive" nei confronti del saxofonista texano.
"Miles smiles" può essere considerato un lavoro free, secondo la sua personale interpretazione.
E' stato il "re Mida" di tutti i musicisti che hanno collaborato con lui; quasi tutti,
hanno avuto una carriera luminosa: non esistono piu' musicisti poliedrici di tale carisma e carattere.
Metaforicamente, c'è chi mangia la "stessa minestra" per tutta la vita e c'è chi esplora/apprezza altre "possibilità culinarie"...
Il resto scade nel gossip o nella ricerca del pelo nell'uovo.
quoto tutto
quello che ho voluto far notare nei miei post precedenti è che altri musicisti hanno mangiato la stessa minestra perchè erano dei cuochi straordinari e la loro minestra non poteva stancare mai (Gillespie, Gets, Gordon, Ellington etc). Miles se avesse voluto non avrebbe potuto farlo...e, da grande artista quale era, ha cominciato ad esplorare, scoprire, nuovi piatti culinari che poi abbandonava quando altri cuochi più bravi di lui imparavano a cucinarli fino a prepararli meglio del chef scopritore..
juggler
26th November 2011, 17:58
Darionic: "Altri musicisti hanno mangiato la stessa minestra perchè erano dei cuochi straordinari e la loro minestra non poteva stancare mai..."
Sei sicuro?
Alla lunga tutto invecchia, tutto stanca...
Il tuo concetto può essere invertito: chi rimane fisso sulle sue posizioni (e la coerenza non è ripetizione infinita della stessa cosa)
conserva pigramente e rigidamente la sua posizione perchè cambiare comporta rischio, fatica e incertezza.
"Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia, non sa quello che trova"
se si fosse preso alla lettera questo vecchio adagio popolare
nessun uomo avrebbe cercato nuovi percorsi (ideali, esistenziali, artistici ecc.)
e tutto sarebbe rimasto immutato e fermo alla notte dei tempi.
In fondo, "chi si ferma, è perduto..."
darionic
27th November 2011, 10:56
jug la penso esattamente come te. però rispetto chi per tutta la sua vita artistica ha suonato la sua musica ai massimi livelli senza cambiare, perchè ogni sera era più fresca che mai..
Una volta ad un intervistatore che gli chiedeva come avesse fatto per 50 a girare il mondo sempre con la sua stessa musica e orchestra, il duca (Duke Ellington) rispose.." Le amanti vanno e vengono, ma la mia donna resta. E' bella e gentile. Mi serve con umiltà. E' dinamica. Ha grazia. Se la senti parlare non credi alle tue orecchie. Ha tantissimi anni ma è moderna come il domani, una donna nuova ogni giorno ed eterna come il tempo. La musica è la mia signora e non fa da secondo violino a nessuno.."
juggler
27th November 2011, 13:37
Quello della musica che non invecchia, può essere una percezione molto personale e indotta dai propri gusti e passione
per questo o quel particolare genere o stile musicale o preciso musicista, non un valore universale.
Visto che citi il "Duca", beh...anche lui, non è che "menava il can per l'aia" ed ha scritto anche balletti, "bozzetti sinfonici" e quant'altro, che
esulavano dal ristretto mondo del jazz dei suoi tempi...e probabilmente, ciò gli serviva per rendere fresco e creativo il proprio spirito.
Il seguire, perseguire un'onda per un periodo considerevole ha un valore se ti permette di lavorare: ma, come in tutti i lavori, ci possono
essere cambiamenti e se sei stato a "contemplarti", sono dolori...
Credo che il senso del pensiero di Miles, che ha stimolato questo topic, vada in questa direzione considerato il periodo di riferimento e il mercato musicale americano...
della serie "fate le stesse cose, non lavorate piu'...e quindi di che vi lamentate?"
"Think different", lo slogan di Jobs...
Miles lo ha dimostrato con la sua musica.
Sax O' Phone
27th November 2011, 17:28
Non credo che comunque Miles Davis si riferisse ad un personaggio come Duke Ellington, anche se forse si riferiva di più a ciò che egli poteva rappresentare: l'era delle Big Bands e lo Swing; in quel periodo fiorirono una pletora di grandi orchestre da ballo, ovviamente la maggioranza era spinta da motivi di lavoro e commerciali, ed infatti quasi tutte sparirono con la fine dell'interesse del pubblico per le dancing halls.
Nello specifico mi viene in mente un album del seppur apprezzabile trombettista Kenny Dorham i cui pezzi sono praticamente tutti di Miles Davis, ma tutti titolati diversamente: forse Miles ne era pure a conoscenza...
Rimane il nocciolo della questione: o per emulazione/ammirazione il musicista ricalca le composizioni se non addirittura la tecnica espressiva, dei suoi referenti oppure semplicemente lo fa con sé stesso; nel secondo caso la fedeltà alla propria idea musicale per me rimane apprezzabile, anche se forse a lungo andare 'noiosa'; nel primo invece tradisce lo spirito del Jazz, dove l'esecutore non solo deve apportare le proprie idee e sensibilità compositive, ma esprimersi 'naturalmente' con il proprio strumento in modo del tutto personale ed identificabile (rimanere fedele a sé stesso): come diceva Sonny Rollins, se un amico che conosci bene ti telefona, alzando la cornetta lo riconoscerai quasi immediatamente dopo le prime sillabe.
Questa 'realizzazione' di un musicista Jazz rende viva la musica che produce, e per riflesso arricchisce il linguaggio, ampliandolo.
Per i molti che hanno perseguito ciò costi quello che costi, in pochi hanno avuto il riconoscimento del pubblico ed ancora meno quelli che ne hanno tratto vantaggi economici nell'arco di tutta la propria carriera. Vedendo ciò, la maggior parte dei musicisti avrà pensato 'chi me lo fa fare?' rimanendo cristallizzati nelle forme con cui potevano lavorare, ma come dicevate col tempo tutto si trasforma e cambia e se non sei in grado di conformarti a questi cambiamenti sei perduto.
Miles Davis non solo non si è mai conformato (non cercava certo di mettersi in competizione con Dizzy o Navarro), ma ha avuto l'intelligenza di rovesciare il paradigma dogmatico del piacere al pubblico: piuttosto è riuscito ad imporre le proprie concezioni ed ottenere successo con perseveranza, fortuna ed abilità.
darionic
27th November 2011, 21:30
Miles Davis ... piuttosto è riuscito ad imporre le proprie concezioni ed ottenere successo con perseveranza, fortuna ed abilità.
e anche qualche piccola scorrettezza ;) ...parecchie pagine musicali di Miles sono di Shorter, Bill Evans e qualche altro suo collaboratore..
pumatheman
28th November 2011, 00:30
a mio parere cucinare bene non significa essere artisti coraggiosi, dei primi ho stima dei secondi pure ma non li metto sullo stesso piano perchè il rischio costa, la tranquillità NO.
Il Duca ha passato varie epoche ha composto cose ultra avanti in ogni epoca che ha cavalcato, la domanda di codesto intervistatore mi pare fatta un bel pò alla caxxo_di_cane, giusto per usare un francesismo di quelli "fini" :lol:
hai mai sentito le sue robe tipo black brown & beige? ti sembra abbia riscaldato una buonissima minestra swing anni 30 (che lui ha contribuito a creare)? lì cè una mente musicale GIGANTESCA non richiudibile in una domanda infelice dell'intervistatore paraculo.
tornando a bitches brew: fammi capire; se miles fosse stato influenzato dai bopparì "di classe" come gordon o getz andava bene, se invece era influenzato da "vili" rockers/funkers sarebbe una trovata commerciale? gordon o getz sono "degni" invece hendrix e sly stone no? secondo quale metro? sempre quello secondo cui la perizia/pulizia tecnica ed il suono "morbidino" è il massimo e le sporche idee di cambiamento/fusione, il suono "cattivello" sono blasfeme? gnamo sù...
non male il fatto che sia stato scorretto con shorter, evans ecc... se questi sono emersi subito/giovanissimi e han potuto cavalcare in "prima visione" l'onda mediatica/commerciale di chi credi possa essere buona parte del contributo, dell'uomo ragno? :lol: allora tutti i jazzisti che registrano brani non propri (ed attribuendoli ai veri autori) sarebbero degli impostori!!?
son convinto al 1000% che di talenti grandi come quelli di shorter ed evans cè n'erano e ce ne sono a centinaia, ma quelli che poi emergono nel sistema mediatico si contano sulle dirta di una mano.
niente di personale dario ci mancherebbe, davis è sempre stato provocatorio sia nella musica sia nella vita, certo è stato un personaggione pieno di contraddizioni e questo mi pare normalissimo/umanissimo, ci sono mille aspetti negativi in lui non sono io a giudicare.
Non è stato navarro o gillespie a livello di acuti o perizia/pulizia strumentale e pattern boppè, ma questa cosa francamente non la trovo "un difetto" in nessun musicista, ancor meno in un grande artista.
darionic
28th November 2011, 11:00
figurati puma ;) se ci può essere qualcosa di personale. E' sempre un piacere scambiare opinioni con te Jug, Saxò e tutti gli altri del forum che intervengono in queste discussioni interessanti..
Voglio chiarire un paio punti a scanso di equivoci e malintesi.
1) ADORO MILES E LA SUA MUSICA
2) Penso che la frase del suo libro sia infelice e un pò populista (qualcuno usa il termine commerciale, ma può essere frainteso) come del resto molte delle rivoluzioni musicali di cui è stato protagonista. Mi spiego meglio, con qualche esempio. Nel 59 uscì Kind of Blue (che tra l'altro è il mio disco preferito di jazz). Si parlò tanto di rivoluzione musicale, della musica modale etc, etc. A parte che bisogna riflettere sul fatto che il modale già esisteva e anche nella musica jazz (si pensi che brani come Caravan, Invitation hanno interi pezzi di struttura modale), però nello stesso anno Coleman (detestato da Miles) spiazzava tutti con il free jazz. Delle due evoluzioni/rivoluzioni sicuramente la più popolare, orecchiabile, diciamo "commerciale" è quella modale di Miles.
Mentre Miles, per suonare davanti alle decine di migliaia di persone nei festival rock di Sly e company, si inventava l'elettrificazione del jazz, gente come Steve Lacy e altri avanguardisti lavoravano sull'improvvisazione in maniera più radicale (si pensi che Lacy raccattava la gente che non aveva mai suonato uno strumento musicale tra le vie di Manhattan se le portava nel suo loft per imparare loro i rudimenti dello strumento e registrarli perchè li riteneva puri e senza sovrastrutture). Insomma tutte le evoluzioni/rivoluzioni di Miles sono forse le più belle, ma comunque seguivano sicuramente la corrente e i gusti del momento. A questo si aggiunga anche una forte componente mediatica che il personaggio Miles produceva e che nessun altro jazzista ha mai saputo o voluto emulare e bastava che Miles facesse una cosa per generare lo stupore generale. Come quando registro dal vivo la colonna sonora del film di Malle Ascensore per il patibolo. Bella per carità, ma niente di nuovo . Lo facevano tutti i pianisti stride durante le proiezioni dei film muti.
Concludo come ho iniziato.
AMO MILES PER LA SUA MUSICA. Meno le sua auto-biografia e le autobiografie in genere.
Sax O' Phone
28th November 2011, 16:21
Sì scusate se a volte faccio confusione con i nomi, ma mi riferivo a Dorham (ho corretto i messaggi) che in alcuni pezzi (sopratutto con Rollins) mi piace moltissimo e che mi pare abbia un suo carattere ed originalità musicale molto riconoscibile.
Per il virtuosismo strumentale mi pare che nella 'bio' di Davis è citato lo stesso Gillespie che consigliò al giovane Miles di non cercare di imitarlo (male), ma piuttosto di esprimersi sullo strumento là dove poteva articolare meglio le proprie idee musicali (il registro medio); la cosa è confermata anche in un'intervista che ascoltai di Gillespie e del suo rapporto con il virtuosismo dei Boppers.
Per quanto concerne lo sfruttamento dei giovani talenti di Davis, egli stesso ne fu vittima da parte dell'innarrivabile Bird che praticamente si attribuì Donna Lee e credo anche Marmaduke, ma ad onor del vero Miles era allora un debuttante assoluto che probabilmente prendeva molto di più di quello che dava. La capacità di sfruttare ed integrare i talenti di un gruppo o band raggiunge il suo massimo in Duke Ellington che costruiva i suoi pezzi 'attorno' ai suoi grandi solisti, o all'eccezionalità delle sue sezioni: forse Miles nei limiti numerici del gruppo adottò la stessa strategia; la Band di Duke fu la più longeva di tutta la storia del Jazz.
A proposito delle composizioni è assolutamente corretto che la rivisitazione di pezzi Pop, Broadway Show, Cinema etc. appartenga a questo linguaggio, così come le citazioni di altri Jazzisti. Ciò non sminuisce affatto ovviamente il loro pregio, se queste rielaborazioni e citazioni sono interpretate coerentemente allo stile ed alla sensibilità dell'esecutore/compositore nel loro contesto, e rispettano la versione originale; Bird stesso traeva ispirazione persino dalla musica che ascoltava casualmente alla radio del taxi che lo stava portando ad una sala di registrazione.
In tempi più recenti continuano ad esserci bellissime versioni di pezzi di Hendrix, Madonna, Dylan etc. eseguite da Jazzisti stilisticamente affermati (Evans Band, Bill Frisell, ...) che rispettando il pezzo originale, ne approfondiscono ed ampliano la struttura rendendoli più 'vivi' che mai...
Filippo Parisi
28th November 2011, 16:31
Gillespie, Navarro.......comunque vi state tutti dimenticando il più grande di quei tempi (si scherza eh, nessuna classifica): Clifford Brown.......!!!!!!! ;)
Albysax
29th November 2011, 01:03
Gillespie, Navarro.......comunque vi state tutti dimenticando il più grande di quei tempi (si scherza eh, nessuna classifica): Clifford Brown.......!!!!!!! ;)
verissimo Clifford Brown era fortissimo...uno dei miei preferiti...
Sandu mi fa impazzire...la suono(si fa per dire) spesso..
juggler
29th November 2011, 10:13
Piccolo OT
Booker Little ha avuto la sfortuna di morire giovane...ma andatevi a risentire "Magic" di Dolphy
o il disco live dal Five Spoot...
Aveva caratteristiche che pochi manifestavano, come quello di melodizzare a "intervalli larghi"
cosa non proprio semplice con la tromba...
Sax O' Phone
29th November 2011, 17:21
Giusto per 'inquadrare' l'argomento 'Miles Davis' (sempre sia possibile farlo!) cito di seguito i più importanti trombettisti tra i quali coloro che lo precedettero: per altro non credo che si riferisse specificamente ad alcuno, sempre che la sua dichiarazione avesse un vero fondamento e non fosse una semplice 'boutade' per affermare la propria originalità!
In ordine più o meno cronologico:
Padre di tutti i trombettisti: Buddy Bolden 1895 ca
New Orleans: Freddy Keppard, King Oliver
1920-1930: Louis Armstrong, Nick LaRocca, Bix Beiderbecke, Red Allen
Ellingtoniana: Bubber Miley, Arthur Whetsol, Cootie Williams, Clark Terry
Swing: Roy Eldridge (Maestro di Dizzy), Charlie Shavers, Buck Clayton, Harry 'Sweets' Edison
BeBop: Dizzy Gillespie (Innovatore e fondatore), Joe Guy, Sonny Berman, Fats Navarro, Howard McGhee
-> qui inseriamo la comparsa sulle scene del nostro Miles Davis (Innovatore nel Cool, HardBop, Modale, Avanguardie e Fusion!)
Mainstream: Jimmy McPartland, Louis Prima, Max Kaminsky, Mugsy Spanier, Warren Vache e numerosi altri che suonavano nella stessa era del BeBop ma secondo i canoni stabiliti: che forse Miles si riferisse a loro?
1950: Shorty Rogers, Chet Baker, Art Farmer,Thad Jones, Conte Candoli, Idrees Sulieman, Red Rodney
Hard Bop: Clifford Brown, Freddie Hubbard, Lee Morgan, Blue Mitchell, Donald Byrd, Kenny Dorham, Franco Ambrosetti
Avant-Garde: Booker Little, Don Cherry, Donald Ayler, Lester Bowie, Kenny Wheeler, Tomasz Stanko, Dave Douglas, Malachi Thompson, Don Ellis, Enrico Rava
Ora questa non vuol essere una lista né completa né in ordine di grandezza/importanza, ma p.e. ci fa capire come un grande musicsta come Clifford Brown apparve sulle scene avendo più o meno gli stessi riferimenti che il giovane Miles aveva un decennio prima (Gillespie e Navarro).
Un'altra cosa che mi fa riflettere se ancora ce ne fosse bisogno è il foltissimo gruppo di musicisti anche molto bravi che non ebbero il riscontro ed il successo che Miles ebbe durante tutta la sua lunghissima carriera, e non credo proprio che questo si limiti al fatto che Davis provenisse da una famiglia benestante dell'alta borghesia e che quindi avesse un 'porto sicuro' in cui rifugiarsi, cosa che per altro fece per disintossicarsi...
darionic
4th December 2011, 14:06
Mi piace riportare qui questa testimonianza di Art Blakey leader dei jazz messanger che per varie decadi hanno resistito girando il mondo -"Sì, ci si può stancare di suonare sempre le stesse cose, sempre Blues March o Moanin, però è quella la musica che ti paga l'affitto, non c'è niente da fare. Per non annoiarsi l'unica cosa è far suonare sempre gente diversa, suonare versioni diverse. Ci sono tanti ragazzi che aspettano un'occasione, i vecchi possono mettersi per conto proprio. Così il gruppo rimane vivo e fresco, non fa la muffa"
slax_sax
18th December 2011, 22:12
spero che questo messaggio lo leggano tutti gli esaltati di jazz che schifano qualsiasi altro genere, imparate da un vero artista non da paolino papaerino..... un vero artista fa di tutto ed esplora tutto con la musica, quello che ha fatto miles...... solo che c'e' chi si fossilizza e pensa di essere il migliore, non posso che stimare un uomo del genere
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