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Visualizza Versione Completa : quanto di un solo è improvvisato e quanto è preparato..



darionic
11th November 2011, 16:12
Lo spunto per questo topic mi è venuto da una domanda posta da LucaB nella sezione il brano del mese di novembre che riguarda i pezzi di un grande autore, Monk. “Come fate a preparare il solo di questi pezzi così presto’” e io ho risposto che per prima cosa bisogna imparare bene la struttura armonica. Poi durante lo studio del pezzo magari si suonano 3 o 4 frasi che ci sono piaciute e che quindi si vogliono inserire nel solo, da qualche parte. Ovviamente il resto è del solo è un “discorso musicale” che scaturisce da un proprio bagaglio di frasi e lick, più altre cose estemporanee.
Faccio un esempio personale analizzando alcuni tratti del mio solo in Epistrophy, perché è solo l’esecutore-improvvisatore che sa più di ogni altri quali sono le parti improvvisate completamente e alcune relativamente “preparate”.

http://www.youtube.com/watch?v=NvoLQRtiWFQ
1) Alla fine della prima B nel min 1.22 eseguo un lick tipico bebop 5,5b,4,6,2 prima nel Eb7 e poi nel E7 lo ripeto un semitono sopra. Nello studio del pezzo prima della registrazione lo avevo eseguito in maniera estemporanea, mi era piaciuto decidendo che lo avrei inserito prima o poi alla fine della B. Non sapevo quando ma prima o poi lo avrei inserito.
2) All’inizio di una A nel min. 1.32 eseguo una scala semitono/tono partendo dal Eb. Idem come nel caso 1. Sapevo all’inizio del solo che prima o poi l’avrei eseguito, non sapevo quando, ma...improvvisazione guidata....
3)A 1.48 una sequenza che non avevo mai suonato prima nel pezzo in questione. Mi piace molto, sono convinto che lo inserirò nuovamente in altre esecuzioni di Epistrophy o anche di altri pezzi.
4) A 2.07 idem come 3).
5) A 2.11, così come a 2.52, a 4.12 faccio delle volate a velocità. Avevo visto come ci stavano bene e poi le ho inserite random nel solo.
6) nella B a 3.23 faccio una tipica figurazione blues in maniera estemporanea e per la prima volta nell’esecuzione del brano, la ripeterò in altre occasioni..
Questa tecnica improvvisativa è molto in uso nel jazz e soprattutto nel bebop. Per esempio io che conosco tutta la discografia di Dexter Gordon e moltissimi suoi solo, mi sono accorto che lui suonava negli anni 40 delle frasi ricorrenti, negli anni 50 altre frasi ricorrenti, negli anni 60 blue note idem e così via. Poi ci sono delle frasi che lui utilizza solo in un disco. Si una stessa frase è suonata più volte in pezzi diversi , mentre in altri dischi scompare. Vuol dire che in quel preciso periodo gli piaceva suonare quella frase, o addirittura l’aveva “scovata” mentre si esercitava per i pezzi da incidere, e cercava di inserirla random nei suoi pezzi.
Mi piacerebbe se questo topic fosse arricchito dalle vostre esperienze e dalla vostra tecnica di improvvisazione. E che nessuno mi dica che chiude gli occhi e vola............

darionic
11th November 2011, 16:45
Un esempio molto interessante che mi sono scordato di citare riguarda sempre Gordon.
Nel 75 fece due serate a Zurigo, splendide. Che diedero vita ad una collezione di 3 dischi intitolati Swiss Night Vol.1, Vol. 2 e Vol. 3.
Nei volumi 1 e 2 si può ascoltare Wave (il famoso brano di Jobim) suonato la prima sera e la seconda sera, con la stessa magnifica sezione ritmica. Le due versioni hanno velocità differenti, però ci sono delle frasi e citazioni identiche in entrambe le versioni (per esempio cita il motivo di the girl of Ipanema in entrambe le versioni e cita la B di samba di una nota sol in entrambe le versioni). Quindi lui sapeve che le avrebbe inserite nel solo, se ci fosse stata la possibilità....

STE SAX
11th November 2011, 16:55
se vuoi non te lo dico Dario, ma piu' o meno e' cosi' come ho scritto nell'altro post. Voglio dire cioe' che l'unica cosa che cerco di curare e' il centro tonale, sapere sempre in che punto del pezzo mi trovo e se posso semplificare gli accordi presenti sul pezzo in modo che possa far conto di poter suonare in realta' solo su pochi accordi fondamentali. Il resto e' improvvisazione, non stabilisco mai niente in partenza, attingo da quel poco che ho accumulato come bagaglio di cose che piu' o meno mi vengono naturali cercando ogni volta di essere naturale ed originale.

darionic
11th November 2011, 17:05
..l'affermazione"che nessuno mi dica che chiude gli occhi e vola..non era assolutamente riferita a te.
1) perchè so benissimo che quando suoni sai dove sei armonicamente
2) era una battuta per chiudere il post in maniera provocatoria.

Però è innegabile che tutto o quasi quello che suoniamo è frutto di un vocabolario di lick e frasi che fa parte del nostro background. E' sicuramente improvvisazione basata su fondamenta armoniche, melodiche e ritmiche solide e pregresse.

STE SAX
11th November 2011, 17:28
certo Dario, ti ho capito perfettamente, io volevo solo sottolineare che a parte inquadrare bene le tonalita', non mi chiedo altro, parto e suono facendo quello che sono in grado di fare che ovviamente e' frutto dello studio fatto in passato.
Diverso e' il discorso per chi inizia ad improvvisare oppure lo fa da poco e allora occorrono a monte delle considerazioni e riflessioni anche sulle cose che hai elencato tu.

darionic
11th November 2011, 17:42
Diverso e' il discorso per chi inizia ad improvvisare oppure lo fa da poco e allora occorrono a monte delle considerazioni e riflessioni anche sulle cose che hai elencato tu.

Ma sai a volte non è una questione di principianti o meno. Quando ti trovi per una settimana a suonare delle frasi perchè ti piacciono, vuoi o non vuoi nelle esecuzioni di quella settimana ne sarai influenzato e, magari inconsciamente, le suonerai. Ti ripeto l'esempio di Dexter Gordon in Wave eseguita in due giorni con frasi e citazioni identiche (ascolta se puoi questi due dischi). E Gordon non è mica il primo che passa, anzi è ritenuto uno degli improvvisatori più eclettici e creativi..

STE SAX
11th November 2011, 17:45
sicuramente cio' che ascoltiamo e che ci piace, influenza il nostro modo di suonare se non nel conscio nell'inconscio. Ci sta che uno provi a rifare certe frasi e che poi una volta fatte proprie rientrino dalla porta di servizio quando ti trovi a improvvisare e ti vengono sulle dita

lucaB
11th November 2011, 18:27
anche io ho notato studiato cannonball che ci sono certi pattern che vanno a periodi, altri che ritrovi sempre su certe canzoni o solo su un certo disco. Ho notato anche che la costruzione della frase però rimane più o meno invariata, cioè i device che usa più o meno sono sempre quelli. Per quello che mi riguarda, non avendo ancora un bagaglio di frasi, quando devo imparare un pezzo per il brano del mese devo suonarlo giorni e giorni cercando le frasi (insomma suono un po' di tutto finché qualcosa non attira la mai attenzione). Riesco a velocizzare questo processo di "ricerca" cantando le improvvisazione (al posto di suonare canto) e registrandomi e in seguito "trascrivendo" le mie stesse improvvisazioni. In questo modo sto preparando il solo su well you needn't per il brano del mese

re minore
11th November 2011, 20:33
Data la mia scarsa preparazione ed esperienza, io ci metto molto a farmi entrare in testa il "sound" della sequenza armonica di un pezzo. Per riuscirci adotto una specie di "procedimento meccanico" composto da una serie di esercizi, al termine del quale - dopo circa un mese - l'armonia del pezzo mi e' entrata in testa. In questo periodo inevitabilemnte mi si formano in testa delle frasi che tendero' ad inserire ogni volta che improvviso in quel pezzo. Quindi se eseguo due volte lo stesso brano le due esecuzioni saranno ovviamente diverse, cio' nonostante ci saranno comunque idee che le accumunano in maniera riconoscibile.

luca
11th November 2011, 21:51
@ dario bravissimo come sempre...
ma non avevo mai sentito ste sax: complimenti :bravo: grande swing e bel suono "capriccioso"!!:)
mannaccia... che voglia... se non fosse così tardi (per la signora di sotto) mi cimenterei pure io... :muro((((

STE SAX
11th November 2011, 23:18
grazie Luca, sei molto forte anche tu se ricordo bene. Cosa intendi per capriccioso?

luca
11th November 2011, 23:34
capriccioso non saprei bene come tradurtelo... intendo una cosa positiva... senti che sotto c'è fuoco che arde... cioè non è un suono smorto o piatto... bohhh non riesco a spiegartelo... ma è un complimento!! :saxxxx)))

STE SAX
12th November 2011, 00:18
grazie ancora Luca, avevo bene inteso il tuo gradito complimento che ricambio amplificato, per le volte che ti ho sentito sul forum

bb
26th November 2011, 21:56
E' ovvio che bisogna sapere sempre che accordo c'è sotto e che bisogna seguire la struttura!
Poi certo ci puo' stare che in un periodo che si stanno studiando certe cose vogliamo metterle nelle nostre improvvisazioni , e ci puo' anche stare che ognuno di noi abbia delle frasi che possono ritornare nei soli , diciamo dei pattern personali.
La cosa importante è che non costituiscano "una gabbia".
Poi altra cosa fondamentale oltre a suonare in struttura e facendo sentire i cambi armonici ( se si suona in questo modo il brano in questione deve risultare chiaro anche suonando da soli senza accompagnamento ) è creare uno svolgimento , un "discorso" nel solo che dovrebbe avere un inizio , uno sviluppo ed una fine.
Per fare questo bisogna cercare di costruire delle frasi che :
1 abbiano un loro senso musicale a sè stanti , siano dotate di una vita propria
2 siano collegate l'una all'altra e non tante cose spezzettate

queste considerazioni che sono alla base del fraseggio (non solo jazzistico) possono suonare banali e scontate, ma sono tutt'altro!
Cmq bravo Dario a sollevare argomenti interessanti , e poi non hai scelto un brano facile!