PDA

Visualizza Versione Completa : Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del sax



seethorne
6th November 2011, 17:55
Ciao a tutti.

Noi sassofonisti siamo privilegiati: in Italia abbiamo così tanti artigiani, aziende e persone competenti che fanno prodotti di qualità che purtroppo (ma questo è altro argomento) noi italiani tendiamo a snobbare a causa della nostra esterofilia.

Ebbene, noi che siamo consumatori (anche se qui dentro ci sono produttori e artigiani, ma questa è una ricchezza in più) dovremmo a mio avviso rimanere bene informati sui prodotti italiani. Perchè ce ne sono di grandi qualità, che a volte sono misconosciuti all'estero, e a volte, incredibilmente, sono più apprezzate all'estero che in Italia.

In questo periodo in cui dovremmo metterci una mano sulla coscienza e scegliere il prodotto italiano (a maggior ragione quando le ragioni per cui si scelgono prodotti provenienti da altre parti del mondo non hanno niente a che vedere nè con la qualità, nè col prezzo - quanti prodotti coi prezzi davvero gonfiati ci sono in giro? Senza bisogno di fare nomi, lo sappiamo bene) la prima cosa per tutti noi dovrebbe essere la conoscenza. La conoscenza dei nostri prodotti, la conoscenza delle aziende, dei produttori, degli artigiani, delle grandi persone che stanno in questo mondo, con la loro grande passione.

Alcuni nomi sono sulla bocca di tutti (Rampone & Cazzani, Borgani, Pomarico ecc), alcuni magari non li conosciamo, magari non li abbiamo mai presi in considerazione ma ci sono.

Magari a meno di 50 km da casa abbiamo aziende che producono bocchini (ho scoperto che nella mia città c'è un'azienda produttrice di imboccature, chi lo sapeva??), o sax (o fanno riparazioni di grande qualità) e non lo sappiamo, e ci affidiamo al caso (ho sentito che in tanti usano il sax $marca_famosa allora lo compro anche io), quando invece abbiamo la possibilità di andare noi stessi nei luoghi dove gli strumenti sono assemblati, parlare direttamente con gli artigiani, effettuare delle prove proficue, con una gentilezza ed una cordialità che è propria del nostro popolo, magari un po' vecchio stile ma sempre di grande spessore.

Che progetto sto proponendo? quello di segnalare , tenendo ordinato in prima pagina, per ogni regione, in ordine alfabetico, nomi e contatti. Più conoscenza significa più scelta, più libertà e sapere che a parità di qualità e di prezzo si può puntare sull'italiano, beh... è oro.

(Ciò che non voglio è che questo thread diventi oggetto di pubblicità interessata o occulta - se sei il proprietario di un'azienda presentati e dicci che sei tu, non recitare la parte del superfan - e ancora peggio oggetto di dispute "X è meglio di Y!")

Io sono fondalmente ignorante sull'argomento... da qui l'idea di provare a lanciare questo progetto (che poi deve essere portato avanti da chi è competente ovviamente!).

Che ne pensate?

red
6th November 2011, 19:39
è un'ottima idea!!

homer
6th November 2011, 20:29
non sono d'accordo:
se voglio il suono di un Yamaha Custom non potrò mai comprare un R1 jazz,
queste scelte si fanno non in base al luogo di provenienza del prodotto ma in base alle caratteristiche

seethorne
6th November 2011, 20:43
non sono d'accordo:
se voglio il suono di un Yamaha Custom non potrò mai comprare un R1 jazz,
queste scelte si fanno non in base al luogo di provenienza del prodotto ma in base alle caratteristiche


Quale suono di un Yamaha Custom vuoi? Quello con un lakey 9*3, quello con un selmer s80 c*, quello di un soloist, quello di un jody jazz da vinci new york, che suono di Yamaha Custom vai cercando?

Sono d'accordo invece sul fatto che queste scelte si fanno non in base al luogo di provenienza del prodotto ma in base alle caratteristiche.

"Non in base al luogo di provenienza" --> se hai due sax con caratteristiche equivalenti e mettiamo pure prezzi equivalenti (mettiamo pure che i prodotti di alta fascia italiana costano meno generalmente di prodotti di alta fascia di altre marche che vivono del proprio nome) perchè non fare una scelta di riguardo nei confronti del made in italy? Comunque questo non è un topic di dibattito sull'argomento, è un progetto ben preciso; se alla gente interessa si fa e se non interessa non si fa.

homer
6th November 2011, 20:48
0000000000000



Quale suono di un Yamaha Custom vuoi? Quello con un lakey 9*3, quello con un selmer s80 c*, quello di un soloist, quello di un jody jazz da vinci new york, che suono di Yamaha Custom vai cercando?

con un vandoren a28 ::saggio::



Sono d'accordo invece sul fatto che queste scelte si fanno non in base al luogo di provenienza del prodotto ma in base alle caratteristiche.

"Non in base al luogo di provenienza" --> se hai due sax con caratteristiche equivalenti e mettiamo pure prezzi equivalenti (mettiamo pure che i prodotti di alta fascia italiana costano meno generalmente di prodotti di alta fascia di altre marche che vivono del proprio nome) perchè non fare una scelta di riguardo nei confronti del made in italy? Comunque questo non è un topic di dibattito sull'argomento, è un progetto ben preciso; se alla gente interessa si fa e se non interessa non si fa.
ho risposto poco fa, e comunque non credo esistano saxofoni simili ai R&C

seethorne
6th November 2011, 20:54
ok ma non capisco.
uno sceglie ciò che si vuole. conoscendo più roba uno ha più scelta, se il sax della tua vita è lo yamaha custom ti prendi quello, se è il RC R1J prendi quest'altro. Quando ho iniziato con la banda mi è stato detto "c'è lo jupiter che costa di meno, poi lo yamaha, lo yanagisawa e per i professionisti il selmer". Fare informazione trasparente è sempre a vantaggio della gente.

homer
6th November 2011, 20:59
io quando ho scelto conoscevo sia i Custom che gli R1jazz, e anche selmer e Yanagisawa.

seethorne
6th November 2011, 21:00
bene.

Blue Train
6th November 2011, 21:38
Che progetto sto proponendo? quello di segnalare , tenendo ordinato in prima pagina, per ogni regione, in ordine alfabetico, nomi e contatti.
Eppure la proposta sembra semplice, che c'entra tutta questa discussione?

homer
6th November 2011, 21:44
c'entra che non dobbiamo comprare un prodotto solo perchè italiano(come mi è parso di capire)
ma perchè risponde alle caratteristiche che cerchiamo

seethorne
6th November 2011, 21:55
E' quello che piacerebbe sapere anche a me. Credo che l'utente intendesse metterci al corrente di quanto sia felice del proprio sax Yamaha...

I discorsi comparativi sulle diverse marche e produttori è esattamente ciò che non voglio saltasse fuori.
La mia idea è di un thread informativo con un elenco immediatamente consultabile sul prodotto italiano. Una risorsa importante per chi vuole tenere d'occhio la realtà italiana in materia sassofonistica. Non mi sembra che qui dentro si sia mai puntato la pistola contro qualcuno intimando di prendere solo roba italiana. Però che il prodotto italiano è di qualità è una realtà che su cui è giusto insistere, in ogni campo. Qui ci si limita al campo sassofonistico!

Quello che serve è: chi ha una realtà da segnalare che la segnali, senza sindacare se chi la segnali è il produttore stesso (che però in questo preciso caso sarebbe giusto che si presentasse come il produttore per questioni di trasparenza e correttezza).
Serve un moderatore che aderisca all'iniziativa e tenga ordinato l'elenco nel primo post della prima pagina. Chi segnala deve dare un occhio se è già stata inserito tal contatto.
La cosa diventa automatica. Se si ha voglia di contribuire ed essere maturi diventa semplicissimo da portare avanti. Se la gente inizia a dire "eh ma tu dici così perchè sei amico di quello là" o "questa roba fa schifo meglio il mio $marca_famosa" il tutto va a donne di facili costumi e smette di essere utile.

Se ad altra gente interessa si può fare... se a nessuno interessa ognuno continuerà la propria vita nello stesso identico modo di prima.

seethorne
6th November 2011, 21:56
c'entra che non dobbiamo comprare un prodotto solo perchè italiano(come mi è parso di capire)
ma perchè risponde alle caratteristiche che cerchiamo

ed allora dimostri di aver capito veramente male.

Giusto per chiarire una volta per tutte e non riprendere mai più questa questione quando ho detto "In questo periodo in cui dovremmo metterci una mano sulla coscienza e scegliere il prodotto italiano" il discorso era generico. è una questione che mi sta molto a cuore perchè l'italia è in piena crisi economica e uno dei modi con cui la gente potrebbe risollevare le sorti è la scelta del prodotto italiano (ma per favore non parliamone qua!!!).

Detto ciò io parlavo di informazione e di libertà di scelta.

Se Tizio prova $marca_italiana, $marca_francese e $marca_giapponese e sceglie quest'ultima ha scelto in base alle proprie esigenze e preferenze. Se Caio prova solo $marca_francese (e ovviamente la compra) perchè non sa che esistono $marca_italiana1, $marca_italiana2 o $marca_italiana3 (o peggio ancora perchè qualcuno gli ha detto che tutto ciò che non è $marca_francese vale meno di una scorreggia) che magari hanno un'ottima linea di prodotti la questione è ben diversa. A Caio è stata negata la libertà di scelta; Caio avrebbe potuto trovarsi meglio con $marca_italiana1 perchè ha un suono che preferisce; avrebbe potuto trovarsi meglio con $marca_italiana2 perchè ha un'ottima estetica; avrebbe potuto trovarsi meglio con $marca_italiana3 perchè si trova bene uguale ma magari il prodotto gli costa 2000€ in meno. Oppure avrebbe potuto scegliere $marca_francese perchè è quella la sua scelta reale, e non perchè non ha provato altro.

Poi ognuno spende i soldi come preferisce. Io ho un sax taiwanese, un bocchino cinese e uno americano. Se i bocchini li ho comprati scegliendoli in base a determinati fattori che non sto qui ad elencare non essendo argomento di discussione, il sax l'ho preso perchè sapevo che nel negozio vicino a me quello era fra quelli non da usare come fermaporte il più economico (mi era stato consigliato di partire con un sax da battaglia dato che non era automatico che avrei continuato, magari non mi sarebbe proprio piaciuto suonare il sax - nuovamente, non oggetto di discussione). Con la conoscenza che ho adesso avrei preso un prodotto completamente diverso; ma ai tempi non avevo libertà di scelta per mancanza di conoscenza.

La libertà di scelta è fondamentale, a mio modo di vedere. E sono certo di non essere l'unico che la pensa così, ecco perchè ho pensato a questa iniziativa (di cui non mi viene in tasca un centesimo e nemmeno la targhetta di utente dell'anno).

Spero sia chiaro il discorso, che non voglio più riprendere.

Metallo76
6th November 2011, 23:12
La libertà di scelta è fondamentale, a mio modo di vedere. E sono certo di non essere l'unico che la pensa così, ecco perchè ho pensato a questa iniziativa (di cui non mi viene in tasca un centesimo e nemmeno la targhetta di utente dell'anno).

Spero sia chiaro il discorso, che non voglio più riprendere.

A me l'idea piace.

~Torque~
7th November 2011, 00:24
Io volevo prendere un Selmer poi ho scoperto che qui in italia esistono i Sequia (a tipo 60km da casa mia)!

Qui non si tratta di fare un paragone tra strumenti etc... state andando off topic... Credo basti rileggere il titolo per capire il significato!
L'idea per il resto mi piace... potrebbe aiutare molti utenti se includiamo anche riparatori etc.

CARO
7th November 2011, 01:03
Very good idea! :yeah!)
Quelle che conosco io per ora sono la R&C, la Borgani, la Pomarico e la Orsi. Sono curioso di vedere cosa esce fuori. :ghigno:

il nero
7th November 2011, 09:29
ciao
Licostini a San miniato
Raganato mouthpieces

poi ci sono i customizzatori che sono stati nominati tante volte.
Gli assemblatori(si possono chiamare così?) e,qui,ci penseranno loro stessi a farsi avanti,
Comunque l'iniziativa è lodevole visto quanto i forumisti chiedono quali strumenti ci sono con x budget e mai,o quasi mai,viene nominato un produttore o assemblatore italiano.
il nero :saxxxx)))

seethorne
7th November 2011, 10:06
Ciao ragazzi, sono contento che l'idea sta trovando dei consensi, facciamo che si tiene uno schema del genere nella segnalazione:

(esempi non esistenti)

LOMBARDIA
PRODUTTORI:
- ABC Sassofoni - Brovello Carpugnino (NO) - www.comefaisaxlabcnonlifanessuno.it (http://www.comefaisaxlabcnonlifanessuno.it)
- Unplayable Mouthpieces - Cugliate Fabiasco (VA) - www.megliocomefermaportechecomebecchi.it (http://www.megliocomefermaportechecomebecchi.it)

RIPARATORI:
- Gino Lollobrigido - Rho (MI) - sito internet o telefono

Eventuali note

Così un moderatore volenteroso una volta ogni tanto aggiorna in prima pagina e la lista rimane aggiornata.

Alessio Beatrice
7th November 2011, 18:32
Per i riparatori c'è già una lista divisa per regione sul nostro sito:

http://www.ilsaxofono.it/portale/riparatori.html

seethorne
7th November 2011, 19:14
Ah ok, allora solo per produttori.

Ilmarino
7th November 2011, 22:17
È una bella idea...

David Brutti
8th November 2011, 09:37
Bella iniziativa: occorre informare sugli ottimi prodotti dell'artigianato italiano, anche perché al di la delle preferenze individuali, all'estero certi prodotti se li sognano davvero... Chiedo venia in anticipo se qualcosa è stato già citato.
Inizio con:

EMILIA-ROMAGNA:
Imboccature T.J. Costa la Pré - Predappio Alta - Forlì - http://www.tjcosta.com

MARCHE:
HSM Mouthpieces - Jesi - http://www.hsm-masterpieces.com

LAZIO:
Ance Giuliani - Frosinone (credo). Ance e semilavorati ancora stagionati naturalmente (alla faccia di Vancessen e Rico). Per ora le fanno lavorare dalla Rigotti.

LOMBARDIA:
Pomarico Mouthpieces - Cernusco Lombardone - http://www.pomaricompieces.com
Orsi s.r.l. - Tradate (VA) - http://www.orsi-wind-instruments.it
(già citati ma ho preferito metterli nella forma proposta da seethorne)

PIEMONTE:
Rampone & Cazzani Handmade Saxophones - Quarna sotto (VB) - ramponecazzani.com

seethorne
8th November 2011, 12:11
Grazie mille David!
(La Orsi è di Tradate? a 10 km da me!!!! non lo sapevo neanche! cavolo un bel giretto ce lo devo fare prima o poi!)

gf104
8th November 2011, 12:18
e perchè no anche da Pomarico a Cernusco Lombardone? (sempre in Lombardia)

seethorne
8th November 2011, 14:36
già...

gil68
10th November 2011, 19:51
Voglio spezzare una lancia soprattutto per i bocchini T.J.Costa...sono fatti in Romagna,e basta vederli sul loro sito,per rendersi conto che sono copie perfette(almeno esteticamente...)dei vecchi Colletto "Sonor" tanto amati da noi lisciaroli...spero vivamente che abbiano anche il suono dei Colletto...che é la cosa più importante;peccato per i prezzi davvero esagerati...ma credo che,se davvero manterranno ciò che promettono,varrebbe senz'altro la pena di fare un piccolo sforzo monetario...

David Brutti
10th November 2011, 20:02
Aggiungo:

LOMBARDIA:
Fascette Masterclip by Gianni Mimmo - Amirani Woodwinds Repair - Pavia - www.amiraniwoodwind.com (http://www.amiraniwoodwind.com)

Il_dario
28th February 2012, 10:15
Visto che ci sono stato, segnalo !

LOMBARDIA:
L.A. Ripamonti Musical Instruments - Paderno Dugnano (MI) - http://www.laripamonti.com


:saxxxx)))

lordsax
28th February 2012, 12:17
In questo post mi sentirei di scrivere un libro, ma mi limitero' a qualche riga. oggi la globalizzazione con i suoi pro' e contro ha innescato un fenomeno speculativo ed una enorme confusione, alla quale si e' aggiunta la giurisdizione italiana che ha amplificato a dismisura il problema , non intervenendo a tutela del vero made in Italy.
Con l' attuale legislazione posso comprare un vestito pronto confezionato in Tunisia importarlo come semilavorato in Italia, attaccare l' etichetta, e con quest' operazione acquisire il diritto di apporre nella stessa, made in Italy.
Posso importare un sax Cinese incollare le madreperle marchiarlo pippo, mario, roberto e apporre il made in Italy.
Tutto cio' e' talmente assurdo che per riconoscere i puri , se ne sono rimasti, servirebbe un investigatore per stabilirne se e quanto. Purtroppo con grande rammarico, non vorrei essere cattivo profeta ,ma il destino delle aziende "pure" e' segnato, a meno che non decidano di fare un prodotto altamente di niccchia ed esclusivo, mettendo tutta la maestria e l' arte del saper fare tutta Italiana, producendo solo strumenti di manifattura e costo elevatissimo un po' come i grandi marchi dell' orologeria .....capostipite di questo fenomeno, dove prendere in mano un sax Italiano dovesse equivalere ad un Gioiello Tiffany.
Ho un amico in Cina che sta' cercando dei prodotti, in particolare un certo tipo di sax.....sono venti giorni che contatta fabbriche di sax...ce ne sono dovunque, cercare competitivita' nel prodotto basso /intermedio sarebbe follia, certe fabbriche sono gia' a livelli professionali..........i fabbricanti Italiani hanno solo una possibilita' ...andare ancora oltre e fare la differenza, nell' esclusivita' , nelle finiture e ovviamente nella resa generale dello strumento, ma ho paura che la tentazione di imbastardire il tutto sia apparentemente piu' forte e facile, con un risultato migliore a brevissima e breve scadenza, ma a mio modesto avviso fallimentare nella lunga.

David Brutti
28th February 2012, 12:48
Qualcuno fortunatamente ci sta ancora provando.
Per il resto concordo su tutta la linea.

tzadik
28th February 2012, 14:40
OT: Il "Made in..." è una denominazione geografica... vuol dire poco e niente.
Quello che conta è la qualità del prodotto finale... ed eventualmente il valore aggiunto che ha quel prodotto rispetto ad altri prodotti "succedanei".
Per quanto riguarda la globalizzazione e la delocalizzazione bisogna fare dei "distinguo":
- un conto è avere un progetto originale e farlo realizzare da operai cinesi, su suolo italiano
- un conto è avere un progetto originale e farlo realizzare da operai italiani, su suolo italiano
- un conto è andare a cercare un progetto cinese/orientale, farlo realizzare in Cina/oriente (...) e portarlo qui e non marchiarlo "Made in Italy".
- un conto è andare a cercare un progetto cinese/orientare, farlo realizzare in Cina/oriente (...) e portalo qui e marchiarlo "Made in Italy".
- un conto è avere un progetto originale, farlo realizzare in Cina/oriente (...), farlo produrre "là" e portarlo qui e non marchiarlo "Made in Italy".
- un conto è avere un progetto originale, farlo realizzare in Cina/oriente (...), farlo produrre "là" e portarlo qui e marchiarlo "Made in Italy".
Quindi non facciamo di tutta l'erba un fascio...
So che molti (parlando di strumenti musicali e accessori) guardano solo e soltanto a dove il prodotto è stato "prevalentemente" prodotto... senza andare a vedere su che specifiche è prodotto, come è stato assemblato (e perchè)... la realtà però è ben diversa! :zizizi))
Ogni prodotto ha un suo target di mercato... e alcune valutazioni sono estremamente soggettive (e non necessariamente basate su aspetti oggettivi).
Se il marketing è fatto in modo corretto, tutti riescono a sopravvivere... senza per forza mettere in atto politche "protezionistiche".
La soppravvivenza sul mercato si riduce solo a offrire un prodotto di qualità/immagine coerente al prezzo proposto. La provenienza ha un'importanza trascurabile (abbassate gli occhi dallo schermo prendete il vostro iPhone levate lo sportelli e leggete cosa c'è scritto dopo "Made in..."). Sul mercato la Apple vale più del Belgio e non produce niente di "fisico" sul suolo americano.
Se andassimo a vedere la storia della produzione italiana di strumenti musicali (degli ultimi 40 anni)... ne verrebbero fuori delle belle! :lol:

Il_dario
28th February 2012, 15:15
Con l' attuale legislazione posso comprare un vestito pronto confezionato in Tunisia importarlo come semilavorato in Italia, attaccare l' etichetta, e con quest' operazione acquisire il diritto di apporre nella stessa, made in Italy.
Posso importare un sax Cinese incollare le madreperle marchiarlo pippo, mario, roberto e apporre il made in Italy.

Hai ragione, la globalizzazione permette tutto questo, ma scusami la differenza....
Un conto è prendere un prodotto cinese qualsiasi (ad esempio un sax) incollargli le madreperle e la targhetta made in Italy, e immetterlo sul mercato magari senza neppure suonarlo ed un altro è "selezionare " un prodotto cinese, (ad esempio un sax) incollargli le madreperle, sistemare le molle , assicurarsi che i tamponi siano di alto livello, che i risuonatori siano di metallo..che i sugheri siano perfettamente sistemati, che tutta la meccanica sia perfetta, magari cercare e selezionare il chiver più adatto, ascoltarne il suono e solo alla fine mettergli la targhetta made in italy. "e magari il numero di matricola" :D
Per me questa seconda soluzione è molto vicina alla vera "produzione" dell'oggetto (nel nostro caso il sax)
Non credo che oggigiorno ci siano più operai intenti a "battere la lastra" per ottenere la lamiera più idonea alla costruzione della campana. I costi sarerbbero veramente troppo proibitivi.
Tutte le ditte più o meno cercano di produrre i componenti ove il rapporto qualità/prezzo sia allineato al loro target di mercato e al loro know-how.

In conclusione , il sapere che ci sono ditte che producono e/o assemblano qui in italia prodotti validi mi soddisfa pienamente...ed approvo quindi l'intento del post.

Dimenticavo :

TOSCANA
M&G Saxophone - Grosseto - (Chiedere di Lordsax qui nel forum) :saxxxx)))

lordsax
28th February 2012, 16:07
Io non parlavo di quanto lecito sia trovare compromessi , i compromessi se funzionano possono essere tutti buoni, io parlavo solo in favore del made in Italy al 100% in questo caso sui sax ma non solo, escludiamo tutte le varie formule di tzadik che riguardano compromessi piu' o meno validi e conosciamo molti esempi a riguardo....escluderei il millantato credito perche' mi sembrerebbe eccessivo, ovvero stampare il marchio e solo perche' si e' fatta un' operazione manuale si metta il made in Italy che a mio avviso dovrebbe essere di diritto se almeno il 51 % delle operazioni atte allo scopo venissero fatte in Italia, poi potrebbe essere progettato in Italia e costruito in una qualsiasi parte del mondo ma qui allora la chiarezza dovrebbe essere d' obbligo.....
Io intendevo dare delle indicazioni qualora si volesse costruire in Italia un prodotto con tali peculiarita' da renderlo unico al mondo, e qui ad esempio porto la nostra Ferrari. che costera' pure quello che costa ma non ha concorrenza , un' orologio Vacheron Costantin costa anche centinaia di migliaia di euro, non so se i cinesi avessero la capacita' di produrlo , credo di no'...forse di copiarlo, ma una copia e' e rimarra' sempre tale , ma nessuno gli darebbe mai quei soldi.....il valore aggiunto non si ottiene solo con scelte di marketing , serve una verita' ed una tradizione, fatta di conoscienze, di manualita' artistica e meccanica, estro fantasia ........ la vera forza sta' nel produrre e conservare le maestranze, le tradizioni, altrimenti cio' che rimane e' veramente poca cosa , un po' di soldi, un' azione di marketing imponente e qualsiasi prodotto puo' andare bene? possiamo dire che se pur ottimi prodotti i Grassi sono un Made in Italy? gli M&G? i Ripamonti? i Sequoia? in Francia gli stessi sax si chiamano in altro modo, in Inghilterra in un' altro.......io parlo di vera identita' , come il Brunello di Montalcino , il chianti, nell' arte di costruire armi da caccia, tutto cio' che possa nascere dalla nostra tradizione, dalla nostra conoscenza, dalle nostre mani, arte che ci facesse sentire orgogliosi di essere Italiani.

SteYani
28th February 2012, 18:07
Per me questa seconda soluzione è molto vicina alla vera "produzione" dell'oggetto (nel nostro caso il sax)
Non credo che oggigiorno ci siano più operai intenti a "battere la lastra" per ottenere la lamiera più idonea alla costruzione della campana. I costi sarerbbero veramente troppo proibitivi.
Tutte le ditte più o meno cercano di produrre i componenti ove il rapporto qualità/prezzo sia allineato al loro target di mercato e al loro know-how.


Non è che i costi sono proibitivi: è che in questo modo ci guadagni MOLTO DI PIU'.

Ed è un modo di fare industria e di gestire il business che alla fine ti uccide. Prima o poi i tuoi fornitori, che nel frattempo hanno perfezionato il know-how, accumulato capitale, irrobustito la propria rete commerciale e fatto conoscere il prodotto (che a poco a poco viene percepito realmente per quello che realmente è, cioè un prodotto LORO E NON TUO), staccano la spina e fanno da sé (e perché non dovrebbero?).
Nel frattempo il tuo territorio s'impoverisce: di capitali, di risorse umane, e di cultura del prodotto.

lordsax
28th February 2012, 18:36
ANALISI PERFETTA.

giosuei
28th February 2012, 19:13
Hai ragione Ste Yani.
E' successo prima con tutta l'industria e adesso succederà con l'artigianato.
Dice (il bocconiano): "tanto noi ci teniamo il Know How e vendiamo i servizi" e non capisce che la tecnologia è nell'oggetto d'uso e che è con il suo uso che la tecnologia si capisce...............e che i servizi li puoi fare solo in un paese ricco (di industria)..........

gf104
28th February 2012, 19:26
comunque succede anche che dopo aver acquisito il know-how, questo popolo molto intraprendente, cerchi anche di acquisire il brand e a volte senza badare troppo a spese, in modo particolare se si tratta di un prodotto con diffusione internazionale

Il_dario
29th February 2012, 00:51
Ed è un modo di fare industria e di gestire il business che alla fine ti uccide. Prima o poi i tuoi fornitori, che nel frattempo hanno perfezionato il know-how, accumulato capitale, irrobustito la propria rete commerciale e fatto conoscere il prodotto (che a poco a poco viene percepito realmente per quello che realmente è, cioè un prodotto LORO E NON TUO), staccano la spina e fanno da sé (e perché non dovrebbero?).
Nel frattempo il tuo territorio s'impoverisce: di capitali, di risorse umane, e di cultura del prodotto.


Scusa ma mentre succede tutto questo tu che cosa fai?
Se stai a guardare, in modo passivo ed attendi che i tuoi fornitori ti facciano le scarpe allora si che è il modo sbagliato di gestire l'impresa.
Producendo o riproducendo un bene o un semilavorato non si acquisisce il know how integrale..che è deve rimanere il patrimonio aziendale..
La CocaCola non produce la bevanda nel suo stabilimento e la esporta in tutto il mondo in bottiglie, lattine, botti ecc ecc...il costo sarebbe proibitivo e nonostante il nome e la qualità della bevanda nessuno la comprerebbe più.
La bevanda viene prodotta in tutti gli stabilimenti nel mondo partendo dallo sciroppo concentrato base che viene distribuito dalla CocaCola stessa,
La formulazione non è conosciuta, neppure dopo tanti anni e dopo tantissimi tentativi di emulazione.Il know-How è garantito!
Cosi facendo si arrichiscono i fornitori, ma non si impoverisce il tuo territorio!

Anche io sono arrabbiato perchè in Italia da anni stiamo "regalando" tutta la nostra produzione al mondo intero....
Ma siamo troppo egoisti per poteorlo evitare... Piuttosto che metterci d'accordo con il vicino sulle cose da fare insieme, ci facciamo la guerra ed aspettiamo che arrivi il terzo incomodo (che al giorno d'oggi è Arabo, Russo, Cinese o Indiano)
e gli permettiamo di prendersi tutto ... "cosi glie lo mettiamo nel c..o al nostro vicino" - ed anche un po a noi.... ! :zizizi))



troppo OT ?
torniamo alla lista artigiani ::saggio::

SteYani
1st March 2012, 15:22
Guarda Il_Dario, il tuo esempio della Coca Cola mi sembra parecchio infelice: sai, dalle mie parti c'era uno stabilimento della Coca Cola (a Busto Arsizio) che ero andato a visitare con la scuola quando ero alle medie inferiori, E CHE ADESSO NON ESISTE PIU'.

Inoltre, tornando all'industria del sax, a me pare che la parabola storica dell'industria americana del sassofono parli da sola, e che l'industria europea stia percorrendo la medesima strada.
Mi chiedo, comunque, quando arriverà il giorno in cui i taiwanesi si stuferanno di fare gli stencil per altri (che sia domani mattina, fra un paio d'anni o fra 10), cosa succederà... (è una domanda retorica, naturalmente: è piuttosto immaginabile, cosa succederà).

Blue Train
1st March 2012, 15:38
Non è che si è un pochino Off Topic?

CARLO ATTI
15th January 2017, 18:09
Ciao Tzadik, sono Carlo Atti, saxofonista e costruttore di imboccature per saxofono.
dopo 5 anni di prove contro prove, tanti scarti, delusioni e soddisfazioni , sono riuscito finalmente ad avere un prodotto di qualità e ad un prezzo che ritengo ottimale.
Puoi constatarne la qualità cliccando : www.neffmusic.com/2017 (famoso musicista e insegante americano)
e cliccando su you tube : Carlo Atti bocchino 8 stella Cavalli musica
La mia piccola azienda è dotata di un centro di lavoro c.n.c. di ultima generazione di primaria marca e inizia ad esportare oltre che negli U.S.A (vedi Saxquest) anche a Taiwan (vedi Hakan sax) , paese noto nel mondo come grande costruttore di saxofoni, e con orgoglio incido sulle mie imboccature "MADE IN ITALY"
per concludere, vorrei affermare che in Italia vi sono ancora costruttori validi e in molti casi sorpassano gli stranieri.
Ora ti saluto, sto recandomi a Los Angeles al NAMM ciao, Carlo Atti

nikoironsax
16th January 2017, 10:37
io sapevo che per poter apporre il marchio,made in italy la legge consente di farlo solo se il lavoro è fatto oltre il 60% in Italia, mi sbaglio?