darionic
3rd November 2011, 19:47
Riflettevo su uno degli aneddoti narrati da Enrico Rava nelle pagine del suo libro “Incontri con musicisti eccezionali” che in queste sere di un autunno estivo mi traghetta tra le braccia di Morfeo.
New York di fine anni 60. Rava in concerto con Paul Motion, Gato Barbieri e qualche altro musicista che portava avanti la new thing. Miles Davis in prima fila perchè invitato da Teo Macero, grande produttore di Miles stesso, nonchè promotore del concerto. Party di fine serata cui partecipano i musicisti del gruppo, Miles, nonchè tanti altri musicisti e artisti che contano nella New York di quegli anni. Davis si avvicina a Rava, lui comincia a tremare dall’emozione, lo prende sotto braccio, si complimenta e poi passa subito allo scoperto comunicandogli che è alla ricerca di un sax tenore per il suo nuovo progetto e che è molto interessato a Gato Barbieri. Lo ha da poco sentito e apprezzato in coppia con Don Cherry. Rava, da buon italiano, si presta subito per fare da tramite. Cerca Barbieri tra gli invitati della festa. Lo trova. Gli comunica eccitatissimo che Davis lo cerca e lo vuole. Gato, emozionatissimo, non crede alle parole dell’amico trombettista. Si blocca, si lascia pregare, entra in paranoia e non vuole sentire ragioni. Non riesce a trovare la forza per andare a presentarsi al cospetto del jazzista più famoso del momento. Rava torna sconsolato da Davis raccontandogli dell’accaduto e chiedendogli se poteva andare lui da Gato. Davis ovviamente risponde con la sua voce tirata “I’m Miles Davis. I’m the Boss. Non posso andare io da lui. E’ lui che deve venire da me!”. Occasione persa. Chissà se questa collaborazione fosse avvenuta? Avremmo assistito ad un’altra carriera di Gato Barbieri? Magari non avremmo ascoltato le melodie di “Last tango in Paris” o lo splendido disco dalle sonorità latino americane “W Emiliano Zapata”. Occasioni perse...ma forse è meglio così....
New York di fine anni 60. Rava in concerto con Paul Motion, Gato Barbieri e qualche altro musicista che portava avanti la new thing. Miles Davis in prima fila perchè invitato da Teo Macero, grande produttore di Miles stesso, nonchè promotore del concerto. Party di fine serata cui partecipano i musicisti del gruppo, Miles, nonchè tanti altri musicisti e artisti che contano nella New York di quegli anni. Davis si avvicina a Rava, lui comincia a tremare dall’emozione, lo prende sotto braccio, si complimenta e poi passa subito allo scoperto comunicandogli che è alla ricerca di un sax tenore per il suo nuovo progetto e che è molto interessato a Gato Barbieri. Lo ha da poco sentito e apprezzato in coppia con Don Cherry. Rava, da buon italiano, si presta subito per fare da tramite. Cerca Barbieri tra gli invitati della festa. Lo trova. Gli comunica eccitatissimo che Davis lo cerca e lo vuole. Gato, emozionatissimo, non crede alle parole dell’amico trombettista. Si blocca, si lascia pregare, entra in paranoia e non vuole sentire ragioni. Non riesce a trovare la forza per andare a presentarsi al cospetto del jazzista più famoso del momento. Rava torna sconsolato da Davis raccontandogli dell’accaduto e chiedendogli se poteva andare lui da Gato. Davis ovviamente risponde con la sua voce tirata “I’m Miles Davis. I’m the Boss. Non posso andare io da lui. E’ lui che deve venire da me!”. Occasione persa. Chissà se questa collaborazione fosse avvenuta? Avremmo assistito ad un’altra carriera di Gato Barbieri? Magari non avremmo ascoltato le melodie di “Last tango in Paris” o lo splendido disco dalle sonorità latino americane “W Emiliano Zapata”. Occasioni perse...ma forse è meglio così....