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Visualizza Versione Completa : Muovere più velocemente le dita



Saxsoprano99
5th October 2011, 21:44
C'è un allenamento particolare per questo?O è questione solo di esercizi?suono da tre anni e le dite le muovo abbastanza velocemente ma non così tanto da fare pezzi difficili!

musician87
5th October 2011, 21:58
Il concetto secondo me è più complesso, non è questione solo di velocità. Puoi essere velocissimo di dita e suonare in maniera sbrodolata. La parte difficile è coordinare la velocità delle dita sulla tastiera con l'articolazione della pronuncia; quindi con il colpo di lingua.

tzadik
5th October 2011, 22:04
... e bisogna anche coordinare quello che gli occhi vedono scritto e che successivamente il cervello elabora. :-leggi-:

Saxsoprano99
5th October 2011, 22:06
Ma io parlo di note legate!Comunque è vero quello che hai detto.

xavabal
5th October 2011, 22:44
Bhe nn e detto che devi leggere tzadik se improvvisi e sai chi accordi a memoria.
Il problema dopo la coordinazione pronuncia-velocità dita e pensare velocemente e un tutti ci riescono perché nn e cosa facile.
Intanto si inizia a studiare scale accordi ecc, con il metronomo e si sale piano piano, e nn di deve sentire la differenza tra do maggiore e do# maggiore:-)
E poi si allena la testa, suo campo, si prende Band in a box uno standard e cominci ad aumentare la velocità nel solo, cominci dai pezzi con cambi facili e arrivi a quelli tosti, tipo giant step anche se li si studiano le numeriche quindi nn e un buon esempio:-)diventa più una questione meccanica:-)'
Ah io parlo per il jazz

re minore
6th October 2011, 08:54
Mi sentirei anche io di dire che il problema e' piu' probabilmente "pensare" in maniera veloce e coordinare con l'emissione, piuttosto che il movimento delle dita in quanto tale. In ogni caso l'approccio e' quello gia' suggerito: partire da una velocita' alla quale viene *BENE* per poi aumentarla gradualmente.

@xavabal: cosa vuol dire " si studiano le numeriche"?

Overtone
6th October 2011, 13:30
Il metodo è uno solo: suonare le scale "lentamente" con il metronomo. Lentamente significa da 60 a 80 bpm. Questa è una via obbligata, altri sistemi non ce ne sono.

FaX
6th October 2011, 13:52
D'accordissimo con overtone. non dobbiamo mai dimenticare una cosa. sia suonando veloce che suonando lento il tempo per passare da una nota all'altra è lo stesso. quindi memorizzare bene bene bene suonando lentamente e velocizzare quando tutto è chiaro!

giorgiomilani
6th October 2011, 14:02
Bhe nn e detto che devi leggere tzadik se improvvisi e sai chi accordi a memoria.
Il problema dopo la coordinazione pronuncia-velocità dita e pensare velocemente e un tutti ci riescono perché nn e cosa facile.
Intanto si inizia a studiare scale accordi ecc, con il metronomo e si sale piano piano, e nn di deve sentire la differenza tra do maggiore e do# maggiore:-)
E poi si allena la testa, suo campo, si prende Band in a box uno standard e cominci ad aumentare la velocità nel solo, cominci dai pezzi con cambi facili e arrivi a quelli tosti, tipo giant step anche se li si studiano le numeriche quindi nn e un buon esempio:-)diventa più una questione meccanica:-)'
Ah io parlo per il jazz
Prova anche a fare un parallelo col linguaggio che usi. Forse un po' piu' lento e riflettuto e' meglio.....gli accenti, gli errori gravi e tante altre belle cose possono essere - se non evitati - ridotti al minimo.

xavabal
6th October 2011, 15:58
Ok:-) accetto il consiglio

@re minore
Per numeriche intendo
Un accordo e formato da 4 note
Fondamentale=1
terza=3
quinta=5
Settimana=7

Studiare le numeriche significa prendere 1,3,5,7 e studiarli con tutte le combinazioni
Ed:3,1,5,7. 7,5,1,3 ecc
E normale che alcune suonano bene altre malissimo
Una volta assimilato, 1,3,5,7 inizi a mettere le 9,11,13

Danyart
6th October 2011, 16:33
quello che dici è interessante, ma attenzione a non ridurre la musica e l'improvvisazione a troppa e sola matematica...
settimana??

xavabal
6th October 2011, 17:33
Settimana? :-)
Settima eheh
No no era riferito a giant steps ad alta velocità lo studio delle numeriche
E Cmq alle volte stanno bene anxhe negli altri pezzi quando puff emozione nn hai ideerò aggrappi alle numeriche, ma deve essere più un ancora di salvataggio che un modo di suonare.
E poi e un ottimo esercizio che stampare proprio in testa gli accordi

Filippo Parisi
6th October 2011, 18:07
Stai coniando un nuovo idioma Davide? :D

Saxsoprano99
6th October 2011, 18:51
Chi è Davide?

re minore
6th October 2011, 19:10
A beh, se le numeriche sono queste sono il mio pane quotidiano... Chissa' cosa mi credevo! :lol:

Danyart
6th October 2011, 20:27
sì ingegnere è roba più per te che per gli artistoidi tonti come me!
:lol:
in effetti pensavo che se per assurdo uno sa tutti gli arpeggi possibili, le scale possibili con tutte le varianti, rivolti vari ecc... non è detto che riesca ad improvvisare decentemente, altrimenti i saxisti che escono superfortissimi dai conservatori sarebbero dei jazzisti fenomenali, invece spesso non è così...mistero della vita...

re minore
6th October 2011, 21:25
Beh, io le "numeriche" le studio sul cocker. E quando approccio un pezzo nuovo le prime cose che faccio sono proprio arpeggi in tutte le salse, e scale e scale e scale su e giu' cambiando con gli accordi. Poi pero' queste "numeriche" non le uso praticamente mai quando improvviso. Per quanto mi riguarda riesco benissimo a fare una improvvisazione indecente anche senza! :lol:

musician87
6th October 2011, 22:36
Dai SMETTIAMOLA di dire che l'artista non deve pensare in modo razionale e deve improvvisare, infatti le cose improvvisate, nel senso che si passa da "che accipicchia suono" a mettere il sax in bocca e fare quattro note poi si sentono e fanno pure schifo. Quello che dice Davide è giustissimo e in tutti i metodi americani sono detti "digital patterns" concetto sviluppato da Bergonzi in maniera eccezionale! Certo, è difficilissimo, però quello si che ti apre il cervello e poi hai dimestichezza con ciò che stai suonando. Tornando al discorso iniziale la cosa difficile è arrivare ad avere la padronanza di fare pensieri complessi da associare a un gesto tecnico, quando si avrà una grande padronanza acquisita con lo studio, poi nn si faranno gli esercizi sul palco ma avremo un'immediatezza di pensiero ineguagliabile.

xavabal
6th October 2011, 23:53
Davide sono io:-)
Io ritengo lo studio delle numeriche un passo fondamentale e obbligatorio forse .
Perché uno aiuta la tecnica, secondo ti da la piena consapevolezza di tutti gli accordi, terzo ti da la cosiddetta fondamenta, e anche ancora di salvataggio:-) proviamo a suonare un pezzo a velocità fast con cambi di due quasi ogni battuta.
Ultima cosa la più importante apre la testa
Proviamoci a studiare un ora di numeriche il cervello esplode:-)
Poi e ovvio una volta che hai padronanza delle numeriche puoi ampliare concetto cromatico di terzine, sovrapposizioni sostituzione di tritoni, scale, alterazioni, dentro fuori somma tanta roba,ma prima devi sapere di che stai parlando
Ma se vedi fa#9 e ancora stai a pensare a che note compongono l accordo ciao , la musica sta già 3 buttate avanti:-)
E mm voglio far la scoperta Dell acqua e cosa risaputa:-)

re minore
7th October 2011, 08:12
Ci sono persone che hanno un talento naturale per qualcosa. Alcuni per la cucina, altri per un qualche sport, qualcuno per la musica.

Una persona con un forte talento naturale per la musica potrebbe non aver bisogno di sapere di quali note e' composto F#9: semplicemente lo sente suonare e sa ad istinto quali note ci vanno e quali no. Per tutti gli altri, lo studio pedissequo di scale ed arpeggi e' indispendabile. E per giunta non e' neanche detto che sia sufficiente: per poter improvvisare in maniera decente devi conoscere il modo di esprimerti (e qui vai di scale e arpeggi) ma devi annche avere qualcosa da dire... se non hai idee non vai lontano.

Ci sono persone che parlano benissimo l'italiano e che in questa lingua disquisiscono di banalita' prive di qualsivoglia interesse. Altre magari sbagliano qualche verbo, ma dicono cose che vale la pena ascoltare e meditare.

Danyart
7th October 2011, 10:46
lo studio delle numeriche è utilissimo, non c'è dubbio, io stesso in parte lo faccio, avendo un bagaglio tecnico più vasto possibile si hanno anche maggiori possibilità di creazione, almeno in teoria, perchè si immagazzinano più possibilità sonore, tra l'altro, come giustamente dice davide, è un'ancora di salvataggio, perchè a volte si può non essere molto ispirati, se si ha preparazione si suona bene lo stesso...
è però vero in parte ciò che dice il nostro ingegnere Re -, qui di seguito il link di Nefertiti, registrazione del 2007, suonata da un saxista che al tempo non sapeva quasi nulla di arpeggi e scale alterate (in senso tecnico), cioè al tempo ha suonato il brano chiudendo gli occhi e andando d'istinto, coinvolgimento emotivo...
ma a dir suo non riuscirebbe a suonare più questo brano con la stessa intensità e creatività oggi che invece è molto più preparato
http://www.youtube.com/watch?v=6dujWt7E-RE
e di questo ne sono sicuro perchè...

Filippo Parisi
7th October 2011, 11:04
...perchè sei tu :)

Comunque in realtà se si riesce a riprodurre con lo strumento ciò che si riesce a "cantare" e se questo non è banale, a mio parere questo è sempre meglio di qualsiasi numerica...c'è sempre l'altra opzione: se non si è "ispirati".... non si suona, cosa che fecero Parker, Baker, Coltrane e molti altri.

re minore
7th October 2011, 11:05
...è però vero in parte ciò che dice il nostro ingegnere Re - ...

Non sono ingegnere!!! :ehno:

Pero' quello che dico e' vero tutto! :-leggi-:

Scommetto che quello sul tubo sei te... ti guardo stasera a casa! :smile:

Danyart
7th October 2011, 11:08
non sei ingengnere?? e dove l'avevo letto allora?? allora da oggi sei solo DMaj9(#11) perchè è più figo!
:lol:

fcoltrane
7th October 2011, 12:07
C'è un allenamento particolare per questo?O è questione solo di esercizi?suono da tre anni e le dite le muovo abbastanza velocemente ma non così tanto da fare pezzi difficili!

dai tempo al tempo.
è solo una questione di tecnica di gestione del suono.
posso aggiungere a quello che ti è stato detto e che condivido (in relazione a coordinazione della lingua delle dita ecc)
che a volte può capitare di focalizzare la nostra attenzione su un elemento che non è così importante .

provo a spiegare:
la velocità delle dita (o la difficoltà delle dita a muoversi rapidamente) in genere è solo un indice di qualcosa che non è a posto.
l'emissione .....questa maledetta.
per risolvere i problemi legati alle dita a volte è necessario risolvere quelli legati al suono.
se riesci a gestire con una unica emissione un intervallo di una terza sei in grado di muovere correttamente e velocemente le dita in questo ambito.
(tutte le note contenute in questo intervallo).
più la tecnica è affinata (alcuni sassofonisti straordinari riescono a gestire più di tre ottave) più riescono a muovere le dita rapidamente e correttamente.
per noi comuni mortali la strada è una sola .
capire cosa si riesce a fare correttamente (sia che si tratti di un semplice intervallo di un tono sia si tratti di una ottava) e si prova a superare il proprio limite.
ciao fra

xavabal
7th October 2011, 12:25
Ok, allora mettiamola così.
Io personalmente non sono ne Parker,per citarne uno di altri tempi ne Cisi, ne Scannapieco, ne Di Battista( questi sono tutti personaggi nati già con le frasi jazz in testa)
Io sono uno che le frasi sele deve costruire ascoltando e studiando tanto, passando obbligatoriamente per le numeriche.
Poi salire su un palco, spegnere il cervello e suonare ad istinto... Tanto le cose che ho studiato per mesi e anni fanno parte del mio linguaggio, quindi ecco l istinto cosciente:-)

Ma non sono cmq nessuno dei personaggi prima citati

Ps: ah per citarne uno che nn è nato Jazzista, ma si e costruito grande jazzista
Parlate con Maurizio Giammarco, ed ascoltatelo suonare non butta una nota, ed e sempre pienamente consapevole di cosa sta facendo

Filippo Parisi
7th October 2011, 12:57
Esercizio: prendere la "B" di One Note Samba e suonarla a velocità di comodo (ossia che esca perfetta) aumentando poi pian pianino. Quando la si suonerà perfettamente a tempo, sciolti ed in sicurezza con la Base Aebersold, si potrà poi passare magari ad Oleo, Anthropology, Four Brothers, Lions for Lyons, Blues for Alice, Au PRivave, Serpenth's Tooth, Airegin, ecc......cioè mica per forza si deve passare dai "numeri", o meglio mica solamente da quelli....no? Ci si può anche "divertire" studiando per questo scopo. Ovvio che il discxorso "numerico" che io preferisco chiamare mnemonico, cioè senza carta, sopratutto se fatto in tutte le tonalità, dovrebbe essere continuo, costante e serio.

Io, infatti, NON sono serio ;)

xavabal
7th October 2011, 14:26
Allora, bisogna fare una distinzione, suonare per professione o per diletto.
Detto questo ci sono tante metodologie di studio, personalmente la piú completa a mio parere comprende lo studio delle numeriche.
Che nn va vista, ho studiato con le numeriche, improvviso usando le numeriche, ma vanno viste come le cose che già spiegato.
Ma e lo stesso concetto di,studio la scala di Do maggiore, vedo c7^ suono la scala di do maggiore da cima a fondo.
Bhe intanto so che DO maggiore ha quelle note, e poi le uso nel modo più musicale possibile.
Stesso concetto per le numeriche, che e solo un modo per assimilare bene gli accordi

re minore
7th October 2011, 14:44
> vedo c7^ suono la scala di do maggiore

E forse e' mejo sona' la scala di Fa! ;)

xavabal
7th October 2011, 15:17
A tu su se vedi c7^ li solo soletto
che significa do major seven, ci suoni il sib??????

xavabal
7th October 2011, 15:22
No, chiedo scusa
Pardon Do maggiore comunemente si scrive C^ anche se manca la stanghetta sotto.
E che su alcuni pezzi si trova anche scritto C7^
Forse vi ho creato confusione

re minore
7th October 2011, 17:43
... o magari la ho creata io interpretendo C7^ come C7a ovvero Do Settima ovvero C/E/G/Bb, nel qual caso sei in scala di Fa, o anche di Re Minore ( :ghigno: ).