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Visualizza Versione Completa : here comes the spiiiidaaaahmaaaan



seethorne
1st October 2011, 17:41
Dato che ero in vena di registrare ho registrato pure questa.
Essendo un lavativo che ha poca voglia di studiare brano per brano (ripeto, aggravante), ci son dentro errori di timing, altri errori in generale...
più che sul brano in sè, cerco consigli sullo studio... emissione del suono, ecc
(sicuramente questo tipo di brano è più nelle mie possibilità rispetto a girl of ipanema)
grazie mille


http://www.4shared.com/audio/QMYR5Wqc/s ... erman.html (http://www.4shared.com/audio/QMYR5Wqc/seethorne_-_spiderman.html)?


setup:
tenore jupiter 587
kanee j26
rovner dark
legere signature

musician87
2nd October 2011, 11:27
Ciao, non so se hai un maestro e sei un autoditatta.
Per prima cosa secondo me ti conviene lavorare sull'attacco, deve essere una nota chiara e definita, non deve essere sempre tipo wuaa wuaa presa da sotto, è accettabile solo ogni tanto; inoltre non mi sembri molto coordinato tra colpo di lingua e articolazione della nota. Il bending finale lo eviterei del tutto :D. Per il timing l'hai già detto tu...purtroppo è una spirale....se non hai coordinazione colpo di lingua\articolazione se ne va il timing. Metronomo a 60 ed esercizi di Joe Viola con varie articolazioni...e poi sempre più veloci, that's the way!
CIAO

seethorne
2nd October 2011, 15:04
Ciao!
ho appreso le basi da insegnante, adesso vado avanti da solo (oltretutto il sax è il mio secondo strumento).
vero, l'attacco è uno dei miei punti deboli! il bending finale :D beh non voleva essere una cosa seria, mi è venuto così e l'ho lasciato così :lol:
grazie dei consigli e dell'ascolto :)

seethorne
7th October 2011, 10:38
che ne pensate del suono?

fcoltrane
7th October 2011, 10:47
se impari a suonare con la stessa emissione e la stressa stretta che utilizzi quando hai suonato la nota più bassa alla fine del solo, riuscirai a risolvere le difficoltà del registro alto e la tenuta del suono.
ciao fra

seethorne
7th October 2011, 10:53
stringo troppo dunque?
hai in mente qualche esercizio che mi può aiutare a tenere la stessa stretta? salti di ottave, arpeggi, boh...?
Grazie mille!

fcoltrane
7th October 2011, 10:59
gli esercizi sono quelli sul suono.
note lunghe , studio con il collo, studio degli armonici ecc...
non sono in grado di capire se stringi troppo .
ti dicevo come opererei io.
ho suonato 100 note, ne scelgo una quella che ritengo la migliore.
per me è quella che ti ho indicato perchè si avvicina più alla emissione che ritengo corretta.
quindi provo a rendere tutte le altr eguali a questa che ho scelto.
in relazione al volume intonazione e timbro e tenuta saturazione eccc.
ciao fra

seethorne
7th October 2011, 11:05
ok vediamo, la nota più bassa che ho suonato era un do basso. l'ho preso bello pieno a 2:08. o ti riferisci al re a 1:38?

Filippo Parisi
7th October 2011, 11:07
A me il timbro piace. Certamente utili i consigli fra. La ricetta è una sola: suonare suonare suonare e studiare tanto, proprio sul suono: vari attacchi, tenuta, omogeneità, note lunghe, forchette, scale/patterns lente legate e staccate con varie articolazioni, ecc.

seethorne
7th October 2011, 11:10
Ti ringrazio filippo... cosa intendi con forchette?

Danyart
7th October 2011, 11:12
le forchette, in questo caso, credo che siano i piani e i forti a partire dal piano verso il forte e viceversa, non le hai mai viste in partitura?

fcoltrane
7th October 2011, 11:14
se tu dovessi scegliere cosa preferiresti?
e per quale motivo?

ciao fra

Filippo Parisi
7th October 2011, 11:20
Esatto, come ci sono altre forchette: le varie posizioni alternative (per alcune note vi sono posizioni "a forchetta", il A# ad esempio ha un'incredibile possibilità di posizioni) sulle quali sarebbe anche opportuno fare pratica secondo i vari passaggi, in maniera tale da mantenere sempre l'omogeneità del suono. Poi ovviamente parte importante dello studio del suono è costituita anche dagli armonici....ma solo dopo...almeno secondo me.

seethorne
7th October 2011, 11:53
le forchette, in questo caso, credo che siano i piani e i forti a partire dal piano verso il forte e viceversa, non le hai mai viste in partitura?

sì ma li ho sempre chiamati "colori", "crescendi e diminuendi", mai forchette, nome con cui solitamente indico la posata con cui agguanto i maccheroni ;)
in effetti pensavo che ci si riferisse alle "posizioni a forchetta", ma non mi era chiaro :)

fcoltrane, io preferirei fra cosa e cosa?

fcoltrane
7th October 2011, 12:39
hai suonato tante note , se dovessi sceglierne una sola sulla quale costruire il tuo suono, quale sceglieresti?
hai fatto riferimento a due note al 2:08 e al 1:38 .
tra queste due sei in grado di scegliere ?
se operi la scelta sai definire perchè la fai?
nello specifico :
timbro, intonazione . volume , omogeneità , saturazione ecc....
provo a spiegarti il procedimento che mi è stato insegnato per studiare il suono.
ciao fra

seethorne
7th October 2011, 12:59
Capito.
Preferisco il re a 1:38, è più intonato, è più "grosso", è qualitativamente migliore e come ascolto più piacevole; questo secondo quanto percepisco e secondo i miei gusti.

fcoltrane
7th October 2011, 13:20
proverei ad escludere il gusto personale ma mi rifererei solo a dati oggettivi.
selezioniamo le 2 note.
alcuni aspetti sono facilmente definibili.
saturazione e volume.
tra i due esempi c'è uno scarto notevole.
ed io scelgo certamente il suono che tende a saturare rispetto a quello che tende al risparmio.
(ma questo importa poco perchè il primo passo è rendersi conto delle caratteristiche)
andiamo quindi per gradi.
prima consideriamo questi elementi .
che mi dici del volume e della saturazione?
poi riferiamoci agli altri.
ad esempio omogeneità intonazione tenuta.
ciao fra

seethorne
7th October 2011, 13:24
cosa si intende per saturazione?
l'ultima nota è più potente, più "fredda" e meno intonata. Certamente il primo suono è più caldo e meno potente, si può dire che "risparmia" (credo)

fcoltrane
7th October 2011, 13:28
partiamo allora dal volume
purtroppo spesso utilizziamo termini ai quali non diamo lo stesso significato.
potente freddo grosso ecc....
tra le due note quale è suonata con maggior volume?
ciao fra

seethorne
7th October 2011, 13:46
il do...

fcoltrane
7th October 2011, 14:00
ottimo.
questo è un dato oggettivo.
e credo che anche la nota che suoni prima del do (forse un re ) sia con più volume del re che suoni
al minuto 1:38.
in pratica questo elemento ti dice che il maggior volume non è dato dal fatto che la nota do è più in basso del re.
perchè se metti a confronto i due re quello a 1.38 e quello a 2 .08 noterai che il secondo ha più volume.
(pur esendo la stessa nota alla stessa altezza).
ora prendiamo la saturazione.
non so se riuscirò a farmi capire.
nei due esempi con la stessa emissione ( che è sempre la tua) in un caso tendi al risparmio nell'altro caso non lo fai.
questo lo sento non solo dalla presenza degli armonici nel suono ma anche dal volume e da un particolare .
(che purtroppo potrebbe dipendere anche dalla stretta).
il suono delle note successive è talmente pieno di armonici che quasi quasi tende a partire un fischio-armonico.

comunque andiamo per ordine .
saturazione cosa mi dici ?
ciao fra

seethorne
7th October 2011, 16:30
saturazione, se ho capito il tuo discorso il re a 2.08 è più saturo del re a 1:38, perchè in 1:38 è tendente al risparmio.

(il suono pieno di armonici è qualcosa che cerco... è sbagliato?)

fcoltrane
7th October 2011, 17:41
ottimo anche questo è un dato che condividiamo.
anche per me il suono è quello con più armonici.
considera poi che facciamo riferimento sempre al suono ideale utile per il nostro fine.


ma prendendo ad esempio sempre le due note (o anche i due gruppi di note )
noterai che il secondo gruppo ha più armonici del primo.

quindi (esagerando) l'uno ha molti armonici l'altro ne ha meno.
parliamo ora invece delle note dolenti , ossia quegli elementi più difficili da definire.
all'inizio del mio discorso ho parlato di tenuta , omogeneità ed intonazione.
partiamo dal primo.
come si fa a capire se un suono è tenuto o meno.
necessariamente anche la durata gioca un ruolo fondamentale.
ed allora la mia domanda .
tra il primo suono ed il secondo quale dura di più?

ciao fra

seethorne
7th October 2011, 18:43
il secondo certamente.

fcoltrane
8th October 2011, 01:16
concordo e ti chiedo tra i due suoni quale quello più tenuto?
ciao fra

seethorne
8th October 2011, 08:17
intendi dire sostenute? ho l'impressione che quando si va al risparmio si tende a sostenere di meno... quindi opto per la seconda.

fcoltrane
8th October 2011, 11:03
per suono tenuto intendo un suono fermo.
scegli un suono con una determinata altezza e suoni quella, con lo steso timbro, senza vibrati ed amenità simili.

concordo con quanto dici e aggiungo che un ulteriore elemento per valutare questo elemento è la durata.
è chiaro che in questo caso mi riferisco anche io alla seconda nota.

riassumendo :
la seconda nota ha un volume maggiore , ha piu armonici, dura di più , è tenuta meglio dell'altra , tende a saturare lo strumento più dell'altra.
all'inizio del discorso mi chiedevi quale preferisco.
va da se che ritengo questa nota più corretta della precedente e soprattutto utile al tuo scopo .
per concludere gli ultimi elementi ai quali fare riferimento sono omogeneità ed intonazione.
anche questi sono concetti interdipendenti e difficilida valutare.
l' omogeneità deve essere valutata sia in relazione alla stessa nota sia in relazione alle altre .
una nota disomogenea può esserlo ad esempio perchè inizia con un timbro e finisce con altro; ma anche per volume ecc...
o ancora disomogenea rispetto ad un altra nota.
od ancora disomogenea perchè stonata.
nell'esempio è necessario capire che suonare a basso volume più che rendere omogeneo a volte tende a mascherare questi elementi-.


per questo motivo non posso concordare quando dicevi preferisco la prima perchè intonata e con un suono grosso .
più o meno ho cercato di spiegare un possibile studio-procedimento sul suono che è possibile applicare con se stessi per confronto tra suoni.

ciao fra

seethorne
8th October 2011, 11:23
Capito perfettamente. Ti ringrazio per questa analisi, mi sarà molto molto d'aiuto nel mio percorso di studio (in particolare in uno studio individuale l'autoanalisi è fondamentale, e tu mi hai dato degli strumenti utilissimi), sei stato davvero gentile a dedicarmi del tempo.
Grazie mille ancora.
Tristano

fcoltrane
9th October 2011, 12:43
per me è un piacere .
c'è infine un aspetto legato al fraseggio .
sempre riguardo ai frammenti che consideriamo.
in entrambi i casi parliamo di note legate.
nel primo caso l'impressione è che siano più legate .
(una invidiabile leggerezza) ma c' è l'elemento di cui parlavamo prima (suono con meno volume ed armonici) che interferisce, ed ancora: legare due note vicine re e re diesis è più semplice che legare due note più distanti.
l'ideale sarebbe mantenere la leggerezza del primo esempio con il suono del secondo.
ciao fra

seethorne
10th October 2011, 19:08
:)
ciao, sto cercando di capire, cosa intendi per "invidiabile leggerezza"? Come la ricerco questa leggerezza?
In effetti il fraseggio l'ho messo molto a caso, è un errore che faccio spesso quando suono ad orecchio anzichè leggere uno spartito.

fcoltrane
11th October 2011, 11:21
è sempre un discorso che prova a spiegare un procedimento.

il riferimento è sempre agli stessi esempi.
nel primo caso suoni un intervallo molto vicino di un semitono.
e lo suoni legando .
legare due note vicine è più semplice .
nel secondo caso pur essendo sempre legato manca la leggerezza precedente.

è chiaro che stiamo mettendo a confronto due tipi di legato.
per il suono l'esempio più corretto è il secondo .
quindi l'ideale sarebbe riuscire a legare due suoni con il suono corretto senza trasmettere sforzo.
qui il discorso diventerebbe ulteriormente complicato se dovessimo affrontare il discorso della lingua che però negli esempi è assente.
ciao fra