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Discussione: dorare e/o argentare il collo/chiver/neck

  1. #16
    ho sempre ragionato in senso esattamente contrario ad un intervento seppur minimo sul sax (o sul bocchino) che diventi non "rimediabile."
    per la sperimentazione dal mio punto di vista è necessario aver un collo originale (che non si tocca) ed uno invece sul quale fare gli esperimenti di argentatura e doratura o placcatura o slaccatura che si desiderano.
    in realtà non ho mai sentito il bisogno di imbarcarmi in simili avventure (anche perchè ho già avuto il mio bel da fare con bocchini ance legature ed altre amenità).
    sarebbe interessante (e prima o poi voglio provare) capire se i colli dei marcolini sono tutti eguali ( dubito fortemente.....) o come succede con i bocchini ciascuno ha le sue caratteristiche che lo rendono insostituibile .
    E' chiaro poi che un professionista come Giammarco esprima una opinione autorevole sia perchè ha avuto modo di conoscere artigiani costruttori del livello di Guardala sia una miriade di sax e di insegnanti del livello di Allard Liebman ecc.. .... è pur vero però che l'esigenza di intervenire sul collo era stata determinata da un precedente intervento che aveva modificato in peggio le caratteristiche di quel collo.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  2. #17
    una domanda per voi che avete sperimentato vi è capitato di provare due colli esattamente e perfettamente identici?
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane Visualizza Messaggio
    ...... due colli esattamente e perfettamente identici?
    Io sono convinto che non esistano , trattandosi comunque di prodotti “fatti a mano” saranno simili ma mai identici !
    E le piccole differenze costruttive partecipano alla “diversità” di suono .
    Cosi come i trattamenti “postumi” (slaccature, laccature, placcature ecc ecc) che alterano l’oggetto .


    Schiaccio e baratto ergo sum
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  4. #19
    Non c'erano chiver placcati oro.

    I tre chiver argentati c'era un sensibile miglioramento nella "presenza" (frequenze alte un po' più evidenti).
    I chiver in alpacca (ad alto contenuto di rame però... no alpacca stile Keilwerth/Rampone) invece erano più veloci ad emettere suono e c'erano un po' più medi (cosa forse piacevole per neofiti o comunque gente che suona musica classica e bisogno di un controllo "agevolato").

    Quello in rame... effetto contrario dell'alpacca: sarà per il materiale più morbido (forse? Forse!): il suono risultava più omogeneo (... proprio in assoluto), meno presenza in termini di frequenze.
    L'effetto era quello di avere un suono più scuro e più "gommoso" negli attacchi... la cosa buffa è che era il più facile da suonare: aveva meno resistenza.
    Difficile capire per chi possa andare bene un chiver simile. Ce n'era uno solo... quindi statisticamente non si può dire molto.

    I chiver non convenzionali erano il ottone rosso e alpacca... due erano rivestiti di acciaio (per elettrovaporizzazione), uno era nitrutrato (sempre alta tensione, corrente in questo caso ambiente saturato di azoto).
    Semplicemente insuonabili... immagina di montare un TL3 e di produrre il suono di un Guardala King: ogni aspetto era portato all'estremo... tanto all'estremo da rendere tutto "ingovernabile".



    ----
    Sulla placcatura oro?
    Difficile dire qualcosa... generalmente sui Selmer e Yamaha placcati oro, originali di fabbrica (che costano generalmente almeno il doppio dello strumento normalmente laccato) c'è sempre un incremento di brillantezza/volume sonoro/velocità di emissione... non a caso, sassofonisti classici di alto livello usano strumenti placcati oro (sia endorser Selmer, sia endorser Yamaha).

    Su un vecchio quiz (blind test, con una 20ina di strumenti, per lo più Selmer) che avevo postato qui anni fa'... uno degli strumenti meno apprezzati era un Mark VI placcato oro (non di fabbrica) che risultava perfino troppo estremo e violento.

    Non ho idea quanto dipenda dalla preparazione dello strumento (prima della placcatura) e quanto dalla placcatura (quanto materiale e fatta in che modo?).
    Spessore, porosità del layer... cosa c'è dentro il bagno elettrolitico... sono tante le cose.

    Anche su strumenti moderni, la placcatura di un Selmer è diversa da quella di un Yamaha... ma è anche diversa da quella che fa Donzella sui Rampone (e sui Rampone l'argentatura è oltre modo spessa).
    Eppure sono sempre argento o oro, ma l'effetto finale (non solo estetico) è differente.

  5. #20
    mando il chiver del reference a dorare (l'unico che posso "sacrificare" a cuor leggero)... poi vi dirò.
    mi rincuora che: il prezzo non è proibitivo e che mi affiderò a professionisti del settore (che trattano strumenti musicali abitualmente)
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  6. #21
    Io lo lascerei così com'è, per non intaccarne il valore economico... e sonoro.


    ... piuttosto, ci farei fare qualche tratttamento termico, almeno lì non hai bisogno di mettere mano alla finitura e hai quasi una certezza del risultato.

  7. #22
    Moderatore L'avatar di Il_dario
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    Nessun problema ...... “morto un chiver , se ne fa un altro “


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  8. #23
    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    Io lo lascerei così com'è, per non intaccarne il valore economico... e sonoro.


    ... piuttosto, ci farei fare qualche tratttamento termico, almeno lì non hai bisogno di mettere mano alla finitura e hai quasi una certezza del risultato.
    infatti non ha tanto senso... cioè se fosse per recuperare la sonorità di un chiver slaccato, ma il mio è laccato...
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