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Discussione: la resistenza e compressione nel bocchino

  1. #1

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    la resistenza e compressione nel bocchino

    Ciao, penso, ma probabilmente sbaglio, che meno resistenza oppone un bocchino e più è facile, immediato e veloce, mentre se è più compresso mi permette di spingere senza alcun limite, ovvero se non compresso arrivo ad un punto in cui spingendo con eccessiva forza il bocchino mi "limita" e devo trattenermi.
    Potreste gentilmente dirmi se sbaglio e come si fa a capire queste due caratteristiche in un bocchino?
    grazie a tutti per l'aiuto
    Alto: Yanagisawa Elimona 800 (1022xx gen80) – Vandoren Jumbo Java A45 (0.085") – Vandoren 2,5
    Tenore: Selmer SA80II (3851xx ago86) – Selmer S80E (0.083") / OttoLink SuperMasterTone 4 (0.075") – Rico 2,5 da definirsi

  2. #2
    è difficile risponderti perchè probabilmente utilizziamo termini diversi.
    cosa si intende con il termine resistenza?
    per spigarlo prendo ad esempio un ulteriore elemento l'ancia.
    se utilizzo un otto link 8 stella e monto una ancia 2 rico avrò meno resistenza rispetto allo stesso bocchino con una ancia 3,5 vandoren.
    analogamente se utilizzo un link 8 stella e lo paragono ad un guardala crescent con la stessa ancia nel primo caso il link mi opporrà più resistenza.

    questo cosa significa? che il link suona meglio del guardala?
    assolutamente no.

    altro discorso per il termine compresso che spesso si riferisce ad una caratteristica del suono .
    https://www.youtube.com/watch?v=IKevv5VQw3M

    https://www.youtube.com/watch?v=RMh95PG9FsM

    il sassofonista è lo stesso in in caso suona con un suono più compresso nell'altro molto molto meno .
    sei in grado di riconoscere questa caratteristica?
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #3

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    grazie fcoltrane sei sempre preciso, esauriente e cordialmente prezioso ... scusa se non ho risposto prima.
    Nei due video sento una discreta differenza ma ti sarei grato mi correggessi qualora sbagliassi:

    • nel video a tre il bocchino dovrebbe essere quello compresso, perchè il suono si può sfogare, sembra più aperto (immediato e facile), potenzialmente aggressivo e con maggiore dinamica (azzardo che potrebbe essere un camera media magari con tetto un po' abbassato)
    • mentre nell'audio il suono è più "inscatolato" (come se fosse un po' lontano), con meno dinamica, forse un po' più difficile e credo sia impossibile renderlo aggressivo (forse niente overtones) e lo penso più come se fosse camera stretta e niente tetto (quasi da classica) che se provi a spingere per un suono più aggressivo non riesci e quasi si strozza-soffoca.

    Ci sono andato vicino?
    Se corretto, penso inoltre che quello compresso potrebbe esserlo molto di più conoscendo come spingono certi sassofonisti moderni... giusto?
    grazie ancora
    Alto: Yanagisawa Elimona 800 (1022xx gen80) – Vandoren Jumbo Java A45 (0.085") – Vandoren 2,5
    Tenore: Selmer SA80II (3851xx ago86) – Selmer S80E (0.083") / OttoLink SuperMasterTone 4 (0.075") – Rico 2,5 da definirsi

  4. #4
    il sassofonista è Joe Farrell e ho preso ad esempio questi due video perchè mi aveva colpito la differenza di suono .
    abbiamo la stessa impressione. (magari io utilizzo termini diversi)
    e quindi nel primo caso sembra ce il suono saturi lo strumento sia nel registro basso (presenza di armonici esagerata) sia in quello alto.
    ed al contrario nel secondo esempio sembra afono (oltre agli armonici sembra mancare di volume e di altri elementi.....)


    non considerare gli esempi dal punto di vista dei bocchini utilizzati.
    (perchè ho il sospetto che sia una scelta del musicista e questa differenza dipenda dalla sua intenzione, da modo di suonare più che dalla scelta del setup)


    tu saresti in grado di ottenere un risultato simile?

    ed in che modo?
    io credo di si ed una risposta già la hai data (cambi setup ossia cambi bocchino)
    il problema è riuscire ad identificare tutti gli elementi del suono e a comprendere se esistano modi di intervenire legati "al modo di suonare".

    un esempio stupidissimo.
    prendi il tuo setup abituale e prova a suonare con un suono compresso come nel video.
    poi prendi una palletta di carta igienica e inseriscila nella campana.
    sentirai una differenza evidente su volume e presenza di armonici (creerai una differenza simile a quella dei due video)
    prova a suonare così per 5 minuti mantenendo intonazione e presenza di suono anche nel registro basso.
    (con la palletta non sarà facile)

    dopo cinque minuti leva la palletta e prova a suonare nuovamente in maniera da ottenere un suono compresso brillante e saturando il registro basso.
    noterai che il tuo suono sarà più compresso rispetto anche alla prima volta che hai provato
    a questo punto prova senza palletta di carta igienica a soffiare per replicare il suono afono........
    (è ovviamente un espediente che puoi utilizzare pochi minuti ti serve solo per capire il principio)
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  5. #5
    Penso che si stia facendo confusione su quando/dove serve suonare a dinamiche "basse"... e quando/dove serve a suonare a dinamiche "elevate".

    Come qualsiasi strumento (anche non acustico), il range dinamico è consistente.

    Ora, il fatto che il range dinamico con cui si può suonare non implica che uno debba sempre suonare alla massima dinamica possibile.

    L'effetto pratico del suonare a dinamiche diverse è che il suono, poi, compie una funzione diversa rispetto a quello che sta attorno.
    Perchè dico questo? Perchè tu scegli di suonare a certe dinamiche perchè stai suonando un determinato materiale musicale.

    Ogni bocchino (con sopra una determinata ancia) ha un funzionamento che ti garantisce una certa comodità nel gestire dinamiche e suono (... se sei in una condizioni confortevole).
    Ovviamente hai un limite minimo e massimo per cui suonare tanto piano diventa faticoso... e suonare tanto forte diventa altrettanto faticoso.

    È sempre una combinazione tra bocchino, ancia, strumento e suonatore...
    Il bocchino ha delle sue caratteristiche intrinseche (ci sono bocchini "più scuri", "più brillanti")... ma questo non ti garantisce a priori di essere confortevole.


    Esempio: io posso anche darti un Jody Jazz HR* #6* (per citare un bocchino con pochissima resistenza), ma se tu da una vita suoni un S80 "E" (bocchino con una resistenza "non bassa")... il passaggio tra uno e l'altro non sarà per niente indolore.



    ---------------------------

    Come in musica classica, dove hai bocchini per suoni più cameristici e per suoni più solistici.

    Per il jazz, hai diverse categorie di suoni (soprattutto sul tenore)... per ogni categoria, sai che a livello storico sono stati usati alcuni bocchini.
    Da questo tu sai, che per ottenere certi suoni, devi usare certi bocchini (e certe ance) e devi suonare in un certo modo. Anzi... soprattutto devi suonare in un certo modo.

  6. #6
    il discorso sulla dinamica è perfetto , anche io credo che sia una scelta stilistica .
    è anche vero però che con il sassofono si può essere in grado di cambiare solo la dinamica ma lasciare inalterati gli altri elementi del suono.
    se ascolti ad esempio Trane suonare una ballade le caratteristiche del suono il più delle volte saranno le stesse di un brano come Giant Steps.
    (e quindi il suono sul registro alto tende ad aprirsi, mantiene omogeneità intonazione ecc...)

    nell'esempio della ballade suonata da Farrell (certamente per scelta stilistica ) il sassofonista cambia modo di suonare e non solo dal punto di vista della dinamica.

    sono certo che sia una scelta stilistica perchè ad esempio qui su un blues (più o meno lo stesso periodo della ballade) suona così.
    https://www.youtube.com/watch?v=x88It39PrKk

    non posso postare gli altri brani presi dal disco della ballade ma il discorso è analogo.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  7. #7

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    Grazie, siete molto preziosi e pazienti.
    premesso che (dopo quasi un anno) non sopporto più l' S80E che mi limita in molte cose (soffiato, armonici, ecc) e che faccio fatica a provarne altri ... ma devo assolutamente cambiarlo.
    Sono poco esperto di suoni e sono alla ricerca ma mi sto orientando su un bocchino (materiale ancora dubbio) poco resistente (quindi compresso?) e abbastanza aperto, magari con pochissimo tetto (alto), anche se non capisco se mi renderà complicato ottenere un suono soffiato ed estremamente caldo e avvolgente (tipo pantera rosa)...

    Concordo anch'io sul discorso della dinamica (che vorrei abbastanza estesa sulle varie ottave) anche perchè ritengo che un suono con maggiore dinamica sia preferibile perchè più completo (confronto tipo vinile e CD che è più dinamico)
    Concordo inoltre sul confort anche se credo sia necessario trovare il migliore compromesso-combinazione tra "dinamiche basse e alte" con la massima dinamica anche se solitamente (facilitato) suono sempre "materiale musicale simile". Forse sacrificherei un po' di confort per avere un migliore suono molto dinamico e magari con tanti armonici...

    Qual'è quindi la relazione tra bocchino scuro e resistente? E' corretto dire che siano sinonimi o mi sfugge qualcosa? Se poi l'apertura è bassa tutto si enfatizza. Giusto?
    Quindi invece per un suono compresso serve un bocchino brillante e possibilmente con apertura elevata (ovviamente tenendo conto della dinamica e del confort).
    Alla prossima B
    Alto: Yanagisawa Elimona 800 (1022xx gen80) – Vandoren Jumbo Java A45 (0.085") – Vandoren 2,5
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