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Discussione: oggi mi sono registrato

  1. #1

    oggi mi sono registrato

    Giesú.

    Dopo un'oretta per fortuna andava meglio. Cosa utile da non fare troppo spesso, però.
    Col cellulare, eh, potrei sempre prenderla come scusa.

    Auguri a tutti!
    Mario
    Tenore: Selmer Balanced Action, SYOS Rifflet 9, Silverstein Cryo4, Alexander NY 3

  2. #2
    se tu riuscissi a fare un'elenco ordinato delle cose che ti piacciono e non ti piacciono sarebbe una gran cosa.
    ovviamente non esiste solo il suono, timbro o come ci piace chiamarlo, ma l'articolazione, il legato, gli attacchi, etc...

    poi c'è da lavorarci sopra.
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  3. #3
    Ciao Algola,
    grazie per il commento. Ammetto che il post era una "condivisione di frustrazione" poco elaborata! Il percorso è lungo e articolato e anche se vado a fare un check saltuario da un amico sassofonista sono in pratica un autodidatta con una sacco di passione: le sorprese sono spesso dietro l'angolo, a volte piacevoli, a volte meno :-)
    Provo a elaborare, la parmigiana di melanzane è in forno e invece di suonare, scrivo.

    Suono un YTS 62. Ho due becchi Aizen, un LS 7 e un SO6. Ho sempre usato ance di canna, di solito delle Hemke 2.5 da quando con le Rico Jazz ho iniziato a trovarmi male,e ultimamente una Fiberreed ms. La Fiberreed mi dà un suono più ricco ma anche un po' troppo squillante per il mio gusto e ieri ho provato la Steuer Jazz 2.5 (ricevuta in campione come molti, qui) che mi è piaciuta. Per ora mi riassesterò sull'SO6 con la Steuer, mi piace la coppia.
    Sto lavorando su note lunghe (con i primi pezzi dell'O'Neill per avere un riferimento per l'intonazione), attacco, legato, staccato, scale su tutti i gradi salendo di mezzo tono e seguendo circolo delle 5/4, triadi degli accordi. Ho iniziato gli esercizi del Rascher (sono al 10) Mi diverto a suonare con l'O'Neill che avrei "finito" se non che i margini di miglioramento sono tali che torno a farlo "su e giù" cercando di migliorarmi, lettura compresa.

    In questi giorni, complici le vacanze "forzate", ho provato a mettermi un auricolare con "American Dreams" in un orecchio, "Travels" è un pezzo che amo molto. E si è aperto un vaso di Pandora:
    - timbro: va be', non è che pretendo di avere la voce di Brecker. Neanche di arrivarci vicino! Ma avere un suono di riferimento nelle orecchie penso si sia rivelato un grandissimo aiuto per dare una direzione ai miei esperimenti con tutto l'ambaradàn respirazione, cavo orale...anche naso (anche il naso influisce sul suono, wow), imboccatura... Sto iniziando ad avere un rapporto un poco più consapevole con tutto quello che accade suonando, probabilmente per molti è cosa arci-nota ma ho scoperto che "pensare" al flusso d'aria proprio sulla punta dell'ancia, pensarlo come punto di arrivo del flusso d'aria, mi aiuta.
    Penso di tenere la gola chiusa e sto cercando di aprirla di più.
    Il "buon proposito" per l'anno a venire è di suonare note lunghe con un disco che non siano le basi dell' O'Neill e cercare di avvicinarmi a quello che sento.

    - attacchi. Qua sono dolori veri: non capisco neanche come fa Brecker a fare le prime due battute! Sto provando diverse soluzioni per il colpo di lingua, lo vorrei impercettibile...è una delle prime cose di cui devo parlare al mio prossimo check con il maestro.

    - legato. Cerco di fare molta attenzione, ci sono ancora un paio di passaggi "critici", tipo C#-F#...in generale quando è coinvolto uno dei mignoli.

    Fare un elenco delle cose che mi piacciono e non mi piacciono...difficile. Vorrei riuscire ad arrivare a un suono più rotondo e ricco di frequenze basse. Per ora mi sento piatto e disomogeneo. Ma dici bene: c'è da lavorarci sopra. Faccio due anni di sax in questi giorni (il primo tenore, a noleggio, l'ho trovato sotto l'albero due anni fa) mi rendo conto che siano pochi e il tempo è un risorsa scarsa. Ma suono almeno un'ora al giorno, prima o poi ci arrivo, non ho fretta. Non troppa, almeno. Intanto mi diverto (chi mi ascolta, meno)!
    Tenore: Selmer Balanced Action, SYOS Rifflet 9, Silverstein Cryo4, Alexander NY 3

  4. #4
    ciao Mario,

    allora, prima di tutto ogni aspetto che vorresti migliorare deve essere preso singolarmente:

    io procederei così: con una certa frequenza ogni aspetto deve essere estremizzato, mi spiego meglio. Prova a suonare almeno dieci minuti stringendo tantissimo, poi a suonare altri 10 minuti stringendo per niente, senza denti ne sopra ne sotto. Poi finisci suonando con il maggior comfort possibile. Ancora imboccando tantissimo, poi pochissimo e poi come ti viene più comodo o come pensi sia possibile ottenere un suono migliore.

    per quanto riguarda gli esercizi di tecnica sarà il tuo insegnante a cucirti il vestito addosso scegliendoteli adatti al tuo livello.

    non incaponirti su tutto ma prendi una cosa alla volta e vedrai che presto migliorerai
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  5. #5
    procedendo in questa maniera rischi di acquisire vizi che si cristallizzano.
    per imparare un aspetto dello studio del sax (che sia la posizione del labbro o dei denti o la "stretta da utilizzare") non c'è bisogno di provare tutto ciò che non serve per arrivare per esclusione a quello che serve.

    se "stai dieci minuti stringendo tantissimo" gli unici aspetti che impari e come fracassarti il labbro e come rovinare il bocchino segnandolo con i denti.

    i sono per la libertà assoluta anche nell'apprendimento ma non posso fare a meno di notare che se procedi in questa maniera c'è il rischio di imparare poco ed acquisire dei vizi che a lungo termine ti taglieranno le gambe.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #6
    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane Visualizza Messaggio
    procedendo in questa maniera rischi di acquisire vizi che si cristallizzano.
    per imparare un aspetto dello studio del sax (che sia la posizione del labbro o dei denti o la "stretta da utilizzare") non c'è bisogno di provare tutto ciò che non serve per arrivare per esclusione a quello che serve.

    se "stai dieci minuti stringendo tantissimo" gli unici aspetti che impari e come fracassarti il labbro e come rovinare il bocchino segnandolo con i denti.

    i sono per la libertà assoluta anche nell'apprendimento ma non posso fare a meno di notare che se procedi in questa maniera c'è il rischio di imparare poco ed acquisire dei vizi che a lungo termine ti taglieranno le gambe.
    quali vizi secondo te si assumerebbero? ad esempio suonando prima stringendo tanto, poi stringendo pochissimo, poi suonando in modo corretto?
    lo studio serve per acquisire consapevolezza. però sono curioso di sapere secondo te quali vizi si cristallizzerebbero...
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  7. #7
    contesto il metodo che appare illogico.
    imparare la pressione del labbro e la stretta da utilizzare è uno degli aspetti più complicati .
    idealmente la pressione del labbro è quella che interferisce il meno possibile.
    i principianti ed in genere chi impara da autodidatta ha grandissime difficoltà a comprendere e poi a mettere in pratica questo semplice principio (fondamento della tecnica moderna)per una serie svariata di motivi.
    se un principiante mi chiedesse come si pianta un chiodo sul muro utilizzando il martello eviterei di consigliare tutto ciò che non bisogna fare.
    ad esempio : eviterei di consigliare di mettere le dita tra il chiodo ed il martello.

    il rischio maggiore è di non acquisire alcuna consapevolezza perchè gli equilibri da considerare sono micro equilibri .
    ti faccio un esempio concreto :
    la forza da utilizzare nella stretta del labbro va da 0 ad 1.
    la massima forza utilizzabile nella stretta più di 100
    nella migliore delle ipotesi il principiante attento e con particolare senso critico crederà che 10 sia la forza corretta da utilizzare. (che è ben lontana dalla forza corretta reale )
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    ancia di plasticazza (bari) m

  8. #8
    ciao Francesco,

    non posso essere d'accordo neppure quando affermi "il rischio maggiore è di non acquisire alcuna consapevolezza perchè gli equilibri da considerare sono micro equilibri."
    la consapevolezza la si acquisisce proprio perché concentrandosi su un solo aspetto si riesce a cogliere la differenza in termini di performance tra l'errore e la posizione ottimale. durante questo "test" si potrebbe scoprire che si sta già stringendo troppo, oppure che si imbocchi troppo in punta rispetto alla posizione / stretta ottimale.

    la stessa cosa può essere fatta con la porzione di labbro inferiore che si pone sull'ancia. poco, media o molta. provare, sperimentare e cogliere le differenze.

    e così con tutto: quale porzione della lingua deve essere impiegata per lo staccato?? provare...

    quando era bambino e andavo a scuola di musica ascoltai una discussione su quanto si dovesse imboccare: se in punta oppure più avanti. la discussione era abbastanza animata perché ex allievi sostenevano che in conservatorio gli avevano corretto la posizione facendoli suonare molto in punta. andai a casa molto confuso ma anche molto stupito del fatto che non bastava prendere lo strumento in mano e suonare, ma poteva esserci una posizione ottimale... incredibile.
    allora iniziai a provare a suonare in punta e ci feci tutti gli esercizi della settimana, fu dura. il giorno dopo mi dimenticai di suonare così ma poi mi resi conto del fatto che il risultato era diverso. allora in quel momento acquisii consapevolezza... ecco, questa è la consapevolezza.
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  9. #9
    Grazie a entrambi per gli interventi. Penso abbiate ragione tutti e due: a quanto capisco algola suggerisce di sperimentare sugli estremi di diversi aspetti, perchè amplificandoli è possibile capire meglio come influiscano sulla produzione del suono. E' una cosa che faccio, ogni tanto, proprio con questa intenzione. Questo non significa, ad esempio, prendere l'abitudine di suonare stringendo troppo che sarebbe un errore, come evidenzia fcoltrane.
    E' un "osserva-sperimenta-impara" come avrebbe detto Andrea Pazienza...ricordo una vignetta, nel vecchio west, con la locomotiva del treno e i binari che vanno giù dritti sulla parete del baratro e un tecnico che dice "be', si prova e si vede come va!". L'ho cercata on-line ma non la trovo, peccato.
    Aggiungo che anche gli errori possono essere considerati stilisticamente e come uno strumento espressivo, l'importante è sapere cosa si sta facendo abbastanza da saperli trasformare da errori in "casualità" che possono essere una parte anche importante del processo creativo.

    Sull'imboccatura la mia "bibbia" è il video di Bergonzi postato da fcoltrane nel post sugli esercizi con il solo collo. Cerco di fare esattamente quanto dice Bergonzi e, quando ci riesco, l'intonazione non è un problema meccanico (piuttosto di sentirla "dentro" intonata) e le modifiche di colore vengono introdotte solo da modifiche del cavo orale. Mantenendo questa impostazione e provando a lavorare sugli armonici del Bb basso, arrivo al Bb due ottave sopra, cosa che altrimenti mi è impossibile, modificando l'angolo di incidenza dell'aria sull'ancia e portando il labbro inferiore molto indietro.
    Se perdo il controllo su questo aspetto è perchè mi irrigidisco sulle chiavi in passaggi più difficili per me o più veloci...lì ci vorrà ancora tanto esercizio!
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  10. #10
    la metafora del martello è quella che rende meglio il mio pensiero.
    per quale motivo è necessario imparare a darsi le martellate sulle dita? e per 10 minuti poi ...!!!!!!
    nel corso degli anni mi è capitato di scontrarmi con altri sassofonisti su quelli che sono i principi basilari della tecnica sassofonistica.
    in genere si contesta il metodo ed anche il principio .

    vediamo se riusciamo a trovare dei punti sui quali siamo tutti d'accordo.
    è vero che lo sforzo fisico è nemico dell'apprendimento di una corretta tecnica di emissione e respirazione?
    è vero che l'interferenza del labbro in eccesso contrasta con una corretta emissione e soffoca il suono?
    è vero che il controllo con il solo labbro e con la stretta non "è vero controllo sul suono"?


    per Oiram :

    se ho capito bene per lavorare sugli armonici muovi il labbro inferiore spostandolo indietro?
    questo modo di operare è controproducente perchè fai fare alla stretta (labbro e mascella ) quello che dovrebbe fare l'aria (articolazione dell'apparato laringe-diaframma ecc).
    il rischio è di confondere quanto lavora l'aria e quanto la stretta, e potresti non rendertene conto per parecchi anni.
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    ancia di plasticazza (bari) m

  11. #11
    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane Visualizza Messaggio
    nel corso degli anni mi è capitato di scontrarmi con altri sassofonisti su quelli che sono i principi basilari della tecnica sassofonistica.
    in genere si contesta il metodo ed anche il principio.
    ognuno di noi ha raggiunto la sua maturità e la sua competenza mediante il proprio percorso e sicuramente fcoltrane avrà "principi basilari della tecnica sassofonistica" migliori dei miei.

    tuttavia questi non sono principi basilari, ma test per avere consapevolezza di cosa si sta facendo e mario ha colto il messaggio, nel senso che estremizzando si capisce come influisce l'estremizzazione sulla produzione del suono.

    lo stesso Mintzer lo dice (spero di aver capito bene perché ad inglese non sto messo bene...)

    https://youtu.be/ZNlwjrU9Uwc

    poi mario, non ti fossilizzare sulle nostre diatribe o su cosa sia giusto o sbagliato per me o per altri... un giorno, solo i tuoi risultati ti daranno ragione o torto.
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  12. #12
    Ciao Ale , io non ho alcun principio basilare migliore del tuo.

    io credo che i principi basilari valgano democraticamente per tutti , e che tutti possano attingere alle informazioni sulla tecnica (poi ciascuno è libero di fracassarsi le dita come meglio crede ed io sassofonisticamente parlando me le sono fracassato più e più volte anzi è proprio per questo che quando parlo con un principiante cerco di evitargli questi inutili e dannosi e dolorosi percorsi)
    Ho evidenziato quelli che ritengo i principi base della tecnica sassofonistica : si possono condividere o meno (ma i principi rimangono oggettivi a prescindere dalla nostra condivisione).
    a me piace un suono omogeneo e ad un altro sassofonista del tutto disomogeneo (ma il suono come fenomeno della realtà esiste a prescindere dalla nostra preferenza).

    Un po di tempo fa un insegnante , quindi certamente più" titolato" rispetto a me , teorizzava il controllo del suono con labbro e stretta.
    Per lui tutti questi aspetti dell'utilizzo dell'aria dell'apparato della laringe eccc.. non servivano per il controllo del suono .
    Un altro insegnante per far comprendere ai suoi allievi come posizionare la bocca sul bocchino utilizzava un espediente singolare.
    (segnava il bocchino incidendolo e poi diceva agli allievi di mettere i denti nell'incisione)
    un altro insegnante sempre per quanto riguarda la stretta diceva agli allievi che a forza di mordere e stringere si forma il callo e poi così puoi suonare.

    ciascuna di questi "singolari" insegnamenti possono portare a conseguenze catastrofiche fisiche e non....
    le informazioni corrette mettono in grado ciascuno di noi di apprendere nel minor tempo possibile purtroppo le informazioni scorrette ti segano proprio le gambe.

    tornando alla richiesta di Oiram che condivideva la frustrazione del sassofonista ed manifestava una grande confusione su impostazione e suono dubito che dieci minuti stingendo possano servirgli a qualcosa, e sono certo che se apprende 1 in consapevolezza parte già con un handicap di -10
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    ancia di plasticazza (bari) m

  13. #13
    Non mi fossilizzo, non preoccupatevi. Mi piacciono le discussioni su un tema interessante.

    Sul mio muovere il labbro, lo spunto viene da qui:
    https://www.youtube.com/watch?v=ROPRATRrGjA
    Non ho l'impressione di cambiare la stretta, tant'è che quando lo faccio bene la qualità del suono non cambia. Immagino si riduca la parte di ancia che è più libera di vibrare, tagliando le frrequenze più basse...ha senso?
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  14. #14
    in questo video il grande Liebman spiega proprio come disimpegnare il labbro (l'esempio sonoro è indicativo)
    prova prima con una certa tensione ed il risultato è di "un certo tipo" (strozzando il suono)
    poi prova alleggerendo la tensione ed il risultato è migliore.
    questo significa che quando si studia si tende al secondo esempio che è il migliore (cercando di evitare il primo) .
    l'esempio che fa il musicista non è relativo allo studio degli armonici (ma ad una sequenza di note diteggiando normalmente).

    per suonare due suoni distinti in maniera omogenea che si trovino a mezzo tono di distanza o ad una ottava o più il principio è lo stesso e non ha nulla a che vedere con il movimento del labbro.
    quanto più riuscirai a non muovere il labbro ma a disimpegnarlo del tutto e a far lavorare l'apparato respiratorio e della laringe tanto più imparerai a gestire il suono.
    all'inizio gestirai intervalli molto piccoli , ma con il tempo riuscirai a suonare una ottava con una unica emissione e senza modificare la posizione del labbro e della mascella
    poi due ottave eccc.....
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    ancia di plasticazza (bari) m

  15. #15
    invio un video che ho fatto un po di anni fa dove puoi vedere il mio faccione e puoi notare che ci si può spostare anche sino a due ottave con il solo bocchino senza modificare mascella e labbro (o meglio modificando il meno possibile )
    questo è lo stesso principio che applichi nello studio degli armonici
    https://www.youtube.com/edit?o=U&video_id=92wAzCOUGSY

    due ottave con il solo bocchino ti consentono di suonarne 4 con il sax
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    ancia di plasticazza (bari) m

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