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Discussione: Intonazione di un sax,da cosa dipende?

  1. #1

    Intonazione di un sax,da cosa dipende?

    Ciao a tutti volevo porvi una domanda in base alla vostra esperienza personale
    L'intonazione di un sax da cosa dipende?cioè un sax perchè nasce intonato o stonato?molte volte sentiamo dire"se vuoi un sax intonato prendi un yamaha o yanagisawa"
    in questi anni mi sono imbattuto in sax professionali che erano intonati e altri no,in sax da due soldi con migliaia di difetti però intonati,perfino i famigerati mark vi ce ne sono parecchi stonati....ma mi chiedevo da cosa puo dipendere?dal chiver?dalla lastra?il diametro dei camini?la pozizione dei camini?o cos'altro?
    ditemi che idee vi siete fatti in base alle vostre esperienze....
    alto sml super 1948 70xx
    alto martin indiana 49xxx
    tenore martin indiana 61xxx
    vandoren a35/legere signature
    vandoren v16/legere american cut

  2. #2
    L'avatar di jasbar
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    Sep 2008
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    Mariano Comense
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    Ciao, penso ed è un mio personale pensiero che il settaggio dello strumento, la regolazione dell' altezza della tastiera, anche per le chiavi in apertura (le palmari) influisca tantissimo e poi il tipo di collo. Anche il bocchino ha una sua influenza, avevo un sax detto da molti intonatissimo, un Buffet SDA e lo era in effetti, ma con certi becchi nell'ottava centrale, si-do-do diesis, calava ma cambiando becco tutto si è sistemato, non chiedermi il motivo perchè non sono in grado di spiegartelo ma così è successo. Certo che se provassimo più strumenti identici, stessa marca e modello e tutti risultassero stonati allo stesso modo, allora il problema starebbe nel progetto del sax.
    Socio del fans club Conn Vintage
    Arpeggiatore della "Ostello Quarna Nightmare Band"

    Baritono: Yamaha 32 -
    Tenore : SML rev D

  3. #3
    L'intonazione dipende da tutta una serie di fattori costruttivi, design... etc etc... relativi allo strumento.
    E dipenda anche da considerevole numero di fattori esterni allo strumento.


    Uno dei grossi limiti è capire fin dove dipende dallo strumento e dove comincia a dipendere da fattori esterni allo strumento.


    Accontentati di sapere che su molti strumenti giapponesi, l'equilibrio generale dello strumento è spostato verso "l'avere una intonazione più precisa", al variare di molte delle variabili esterne (e anche interne) allo strumenti.

  4. #4
    quoto i messaggi precedenti.
    e aggiungo che l'intonazione o meglio l'omogeneità della intonazione è solo uno degli elementi che compongono il suono.
    "vi è inoltre una stretta relazione della intonazione con tutti gli altri elementi del suono".
    accade che questo concetto che ritengo basilare sia tenuto in nessuna considerazione da molti sassofonisti e quindi si considera l'intonazione come unico riferimento e si tralasci di considerare tutti gli altri aspetti elementi del suono con la evidente conseguenza che magari si riesce ad avere un sassofono che spacca l'accordatore ma con un suono disomogeneo o povero di corpo o peggio.

    in questo caso alcuni parlano di strumento intonato ......per me è uno strumento stonato.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  5. #5

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    Volevo aggiungere una riflessione alle precedenti ed esaurienti risposte (jasbar, tzadik e fcoltrane)

    In alcuni strumenti l'intonazione dipende esclusivamente dallo strumento stesso (p. es. il pianoforte).
    In alcuni strumenti l'intonazione dipende esclusivamente dal musicista (p. es. il violino).
    In alcuni strumenti l'intonazione dipende sia dallo strumento che dal musicista. Fra questi, la chitarra e il sax.

    P. es., in una chitarra classica l'intonazione è un fattore imprescindibile, e le sue caratteristiche costruttive (prime fra tutte la forma del manico e i tasti) tendono a questo obiettivo.
    Quindi è difficile "stonare" con una chitarra classica. In altre chitarre, p. es. quelle con i tasti jumbo, o addirittura quelle con la tastiera scalloped (usate, fra gli altri, da Blackmore e Malmsteen) l'intonazione si raggiunge solo con l'esercizio; sono chitarre che risultano "insuonabili" al primo approccio, ma permettono di fare cose altrimenti impossibili. Penso che per il sax sia più o meno la stessa cosa, quindi: prima cerco lo strumento che può darmi il suono che mi interessa, poi lavoro per ottenere questo suono (sperando di soffrire il meno possibile).

    Io ho iniziato con un contralto Yamaha e non mi sono posto più di tanto il problema dell'intonazione perché era immediata su quasi tutto il registro; tre mesi fa ho avuto l'occasione di provare un baritono Conn e l'impatto è stato traumatico, la seconda ottava era inaccettabile, stavo per restituirlo, ma mi sono chiesto: strumento stonato o suonatore incapace?
    Ovviamente la seconda. Con l'esercizio la situazione è nettamente migliorata, per lo meno, ora so che devo essere io ad adattarmi a lui.
    Poi l'intonazione non è un valore assoluto, soprattutto nella musica moderna; moltissimi suoni ed effetti si basano su una non perfetta intonazione (bending, vibrato), molti strumenti permettono di ottenere alcune note solo "stonando" (p. es. l'armonica diatonica); molti musicisti, soprattutto trombettisti hard-bop (al volo mi vengono in mente Lee Morgan e Freddie Hubbard) danno alle note non perfettamente intonate un'enfasi particolare. E se vuoi suonare ragtime...il piano DEVE essere scordato ...ma ormai sono già fuori thread
    Alto: Yas-62 Drake NY Jazz 7, Vandoren Jumbo Java A55
    Soprano: Yss-475 Bari 74
    Tenore: Yts-62 10mfan Robusto 8*, Vandoren Java T75
    EWI Solo

  6. #6
    Se il pianoforte è stonato, non si può sentire.
    Non bisogna confondere il ragtime registrato su dischi a 45 o 78 giri e magari quella che era l'effettiva taratura dello strumento: lì l'instabilità dell'intonazione dipende dal sistema di riproduzione (e in parte anche a quello di registrazione). È difficile sperare che registrazioni così antiche arrivino a noi in un formato estremamente dettagliato.


    Accettiamo il fatto che se un piano "scordato" (come? Quanto?) all'ascoltatore medio da "fastidio"... e da ancora più fastidio al pianista.
    Metto tra virgolette "scordato" perchè ci sono dei limiti per cui è davvero "scordato" e dei limiti in cui non tutte le corde della nota sono scordate e si percepisce un effetto "chorus".

  7. #7
    grazie per le vostre risposte,in particolare con il mio pro 2000(comprato da poco)che adoro,notavo con l'utilizzo dell'accordatore una certa tendenza a crescere sulle note palmari.
    nel contesto live però ,mentre suono mi sembra che il problema non sussista,come se mi adattassi e correggessi il mio suono e mi sento piu intonato.
    Credo che le cose possano migliorare ancora mettendo in pratica diversi accorgimenti che voi avete ben spiegato.....e conoscere meglio il mio pro 2000 visto che lo suono da poco tempo, e sono d'accordo con voi che le variabili sono tante,prima su tutte la capacita' del suonatore e via via tutte le altre sopra citate....
    alto sml super 1948 70xx
    alto martin indiana 49xxx
    tenore martin indiana 61xxx
    vandoren a35/legere signature
    vandoren v16/legere american cut

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da bertuc79 Visualizza Messaggio
    grazie per le vostre risposte,in particolare con il mio pro 2000(comprato da poco)che adoro,notavo con l'utilizzo dell'accordatore una certa tendenza a crescere sulle note palmari.
    nel contesto live però ,mentre suono mi sembra che il problema non sussista,come se mi adattassi e correggessi il mio suono e mi sento piu intonato.
    Intanto... io verificherei che questa tendenza (perchè di tendenza si tratta) sia presente con una moltitudine di bocchini... o solo con uno specifico bocchino.
    E verificherei anche cosa succede con le ance...

    Tipico design of experiments da seguire: esempio con n° 3 bocchini diversi e n° 3 ance diverse.
    ancia 1, ancia 2, ancia 3
    bocchino 1, bocchino 2, bocchino 3

    Test 1
    Bocchino 1 + ancia 1
    Test 2
    Bocchino 1 + ancia 2
    Test 3
    Bocchino 1 + ancia 3

    Test 4
    Bocchino 2 + ancia 1
    Test 5
    Bocchino 2 + ancia 2
    Test 6
    Bocchino 2 + ancia 3

    Test 7
    Bocchino 3 + ancia 1
    Test 8
    Bocchino 3 + ancia 2
    Test 9
    Bocchino 3 + ancia 3

    ... e per ogni combinazione rilevi quello che succede a livello di tendenza.

    Se ti accorgi che la tendenza è verificata in ogni condizione... allora può essere che il tecnico può far qualcosa.
    ----
    Viceversa se la tendenza non la puoi verificare, ogni informazione che dai un tecnico per un potenziale intervento potrebbe destabilizzare ulteriormente il funzionamento dello strumento relativo all'intonazione.

    Altra cose cose sono:
    - il matching tra bocchino e strumento: alcuni bocchini suonati da alcune persone, su alcuni strumenti risultano estremamente ostici da gestire... non è che ci sia molto da fare: si prende atto che è così e si va avanti cercando una soluzione più ottimale
    - il matching tra bocchino e ancia: è vero che ogni ancia su ogni bocchino (in qualche modo), produce "suono"... il problema è come lo produce e che conseguenze ci sono sugli altri aspetti. È assodato che non tutti i bocchini sono pensati per funzionare allo stesso modo...
    Per esempio, per un bocchino pensato per suoni "pop" come il Jody Jazz Classic usare un'ancia che ha la struttura di un'ancia per musica classica (punta molto sottile, taglio quasi lineare e dorso spesso) può portare a problemi di intonazione.
    Già usando un'ancia con una punta più spessa e un dorso più sottile... il registro alto (quasi naturalmente) tenderà ad andare "giù di pitch"... ovviamente anche il suono ne beneficerà.
    Tentar non nuoce...


    Citazione Originariamente Scritto da bertuc79 Visualizza Messaggio
    ....
    grassi alto professional 2000/Jody jazz classic 6/bg tradition/légère signature reeds
    ...

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