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Discussione: Sax Schagerl, li conoscete?

  1. #1

    Sax Schagerl, li conoscete?

    Salve a tutti,

    Su internet mi è capitato di vedere appunto questi sax schagerl, e, a parte sapere che hanno un prezzo diciamo accessibile non ne sò nulla.
    Qualcuno ha avuto modo di provarli? se si potreste fornirci le vostre impressioni?

    PS. sono incuriosito dal modello Schagerl A-1VB

    Grazie

  2. #2
    Se il prezzo è "accessibile"...allora è probabile che siano "robe" cinesi.
    Cerca di evitarli; e se proprio non cambi idea, cerca di provarli per bene, o falli provare da un esperto saxofonista (cosa ben difficile se sono venduti per corrispondenza, ovvio).

  3. #3

  4. #4

  5. #5
    L'avatar di nikoironsax
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  6. #6
    Qualche settimana fa' ho provato un paio di tenori Schagerl... Un T1 VB (bronzo, slaccato... così dicono) "slaccato" e il Model 66 "slaccato" (questo è in ottone!).

    Si tratta di due strumenti assemblati con parti provenienti da Taiwan... ma strumenti essenzialmente diversi.

    Il T1 (che sarebbe il professionale base) ha una meccanica stile Serie II, con qualche rinforzo qua e là. Questo strumento arriva con risuonatori in plastica.
    Il Model 66 ha una meccanica montata su mini piastre, stile Serie III e senza ulteriore "peso" (messo qua e là, inutilmente). Questo strumento arriva con risuonatori in metallo "oversize", senza rivetto, stile Serie III (finalmente qualcuno ci è arrivato!!!)

    Inutile dire che, il fusto dei due strumenti è simili... ma cambia tutto il resto.
    Credo che la base di partenza (il design del corpo) sia sempre uno stencil Albest (---> P. Mauriat)... il numero "66" lo si vede in molti altri strumenti (partendo appunto dal P. Mauriat 66R)

    Il modello in bronzo (o almeno così dicono), strumento dal suono scuro, vellutato. Proietta poco, ma comunque è molto omogeneo... facile facile: nonostante il look un po' fancy... così com'era suonava come uno strumento "vecchio"... strumento che nonostante l'estetica potrebbe andare bene anche per sonorità classiche.

    I modello "66" invece... un gioiellino per jazz.
    L'esemplare che era disponibile lì non aveva il F# acuto.
    La meccanica "alleggerita" (stile Serie III) dava i suoi frutti: si sentiva, sia nel suono (... anche se facevano di più i risuonatori senza il rivetto!) sia sul... collo!

    Strumento che strizza l'occhio ai vecchi Mark VI (... primi Mark VI): quindi strumento medioso quanto basta, leggero da tenere in mano (... per davvero)... facile da suonare e (sarà anche merito dei risuonatori finalmente senza il rivetto) che proietta come dovrebbe proiettare un Mark VI vero.

    Nota positiva: l'assemblaggio.
    Da strumenti che vengono assemblati con parti orientali... generalmente o mi aspetto "merda" o mi aspetto "lavoretto ben chirurgico e ben fatto".

    Su entrambi i tenori... "lavoretto, chiurgico e ben fatto".

    Entrambi gli strumenti erano "slaccati": saldature perfette e pulite.
    Non c'era nessun gioco sulla meccanica (nes-su-no!!!). I perni esterni erano già "maggiorati".

    Nota personale: l'assemblaggio e le finiture erano a livello Yamaha e Yanagisawa... a livello Yamaha, era anche il tiraggio delle molle.
    A mio avviso, con un "tiraggio" sensibilmente più rigido... lo strumento ne avrebbe guadagnato in fluidità... è una cosa molto personale comunque.

    Con quello che costa lo strumento, si può anche investire 50/70€ da un riparatore per una messa a punto "totale e definitiva".

  7. #7

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    per 2500 euro sembrano buoni! Quindi sono vicini ai five digit?
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  8. #8
    "Five Digit" vuol dire tutto, vuol dire niente... ;)

    Se prendi un 56xxx, un 58xxx, un 88xxx e un 96xxx suonano tutti parecchio diversi tra loro.
    Non penso si possa nemmeno fare una statistica sui primi Mark VI.

    Suona "Mark VI style" il resto è marketing, comunque esclusa l'ispirazione ai Mark VI (che serve più per il marketing che per altro...)... è un buon strumento professionale, che costa 1400€ in meno di un tenore YAmaha Custom e circa 2000€ in meno di un tenore Selmer Serie II.

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