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Discussione: Mark VI contralti : "guida" all'acquisto su mia esperienza.

  1. #1

    Mark VI contralti : "guida" all'acquisto su mia esperienza.

    Ciao a tutti,

    dunque vorrei lasciare una piccola testimonianza in base alla mia esperienza dei tanti contralti Mark VI avuti e provati. I giudizi sono del tutto personali, come i gusti e le opinioni, quello che scrivo è ciò che ho notato statisticamente e o per coincidenze o per verità..questo cmq ho riscontrato nella mia esperienza:

    Se i tenori sono tanto ricercati nella fascia five digit, e se effettivamente spesso sul tenore hanno qualcosa in piu, sul contralto è come se la Selmer avesse "chiuso il cerchio e trovato la quadra " dai 130xxx/140xxx in poi fino alla fine (230xxx).

    Lasciamo perdere il fatto che si possa sempre trovare un sax del 1956 che suoni cattivo o moderno come uno del 2015 o viceversa, ma consideriamo invece la maggioranza globale dei sax provati e consideriamo esemplari laccati (non argentati). I five digit (specie di assemblaggio americano) suonano spesso come "piccoli tenori", cioè di fatto hanno meno caratteristiche del contralto inteso come "alto", chiaro, lead voice. Tendono a essere piu scuri come colore, (che non vuol dire tappati), hanno la nota piu "grassa" e piu pesante da muovere, hanno una frequenza che mette meno in evidenza gli acuti e meno effetto nasale, proiezione. Se si suona per esempio con becchi come soloist long shank rischiano di diventare troppo scuri o poco fluidi, richiedono quindi molto spesso becchi svegli come Meyer e company.

    I primi sei cifre (100xxx-130xxx) ho trovato ancora essere molto molto simili a un five digit , non c'è ancora quello "scatto" che ho riscontrato dal 1965/66 in poi.

    Dai 130xxx in poi a quel punto esce fuori piu esasperato o meno, piu il contralto "alto" nel vero senso del termine..suono un po piu a fuoco e meno "spread", piu chiaro e veloce da muovere, piu "quick ad fast". Qui sia un becco scuro come soloist e un becco chiaro come meyer ci stanno molto bene, sono sax piu "versatili" a suonare ogni genere di musica. Se devo poi "sezionare" il grande minestrone dai 130xxx ai 230xxx, per esperienza in base ai sax provati posso dire che nel range 130xxx/150xxx ho trovato sempre ottimi strumenti , molto bilanciati , dal suono medium/medium bright per cosi dire. Piu moderni dei five digit ma ancora con della profondità e " ciccia".

    Se devo dire i miei preferiti, li ho riscontrati nella fascia 180xxx/220xxx ( americani): sono delle "macchine da corsa", il suono del contralto piu "veloce", sveglio, nasale e proiettato. Sono quelli piu "decisi" e lead, che non lasciano dubbi sulla loro natura. Vanno bene con tutti i becchi, amplificati o no il suono "buca" sempre e non si perde mai.

    Differenze di assemblaggio americano e francese:
    Può sembrare irrelevante ma in realtà ci sono delle differenze sonore e di "concetto" non da poco. Nei five digit per esempio, un "francese" suonerà un pò piu chiaro di un americano, e se dovessi quindi prendere un five digit, sono arrivato alla conclusione che per mio gusto mi piacerebbe piu francese perchè suona piu "contralto" e meno "piccolo tenore"
    Invece nella fase finale 180xxx/220xxx preferisco l assemblaggio americano poiche ho riscontrato che per esempio un 190xxx/200xxx francese è come avesse gia qualcosa nel suono e modo di vibrare (o non vibrare)del Mark VII..come fosse piu pesante, lastra che vibra meno sotto le dita piu "isolante".
    Mentre un 190xxx americano non so per quale motivo, sotto le dita e nel suono è un Mark Vi a tutti gli effetti, molto performante..come dicevo prima, nella mia esperienza e per i miei gusti musicali e di cosa voglio sentire sotto le dita, ho riscontrato che i mark VI americani degli ultimi anni sono davvero il culmine della piramide, eccezionali.

    Tutto cio si riferisce solo ai contralti, e nulla di cio che è scritto rappresenta una legge o una regola..è solo un riscontro oggettivo rilevato da me sulla mia esperienza in base agli esemplari provati e alla "continuità" timbrica sonora che ho trovato. Che sia per coincidenza o altro non so, sta di fatto che questo è cio che si è delineato nel mio "percorso" di prove in 20 anni di musica professionale. Come al solito per voi potrà essere l esatto opposto e qui sta il bello..Buona musica a tutti. PJM
    Sop: Mark VI 267xxx- Yamaha 62R
    Alto: Mark VI 133xxx - Mark VI 220xxx
    Ten: Mark VI 163xxx- Mark VI 189xxx
    Bar: Selmer Mark VI 168xxx
    As: Meyer NY 5M ( '60)-Selmer long F ('65)
    Ts: F.Gregory MkII - Guardala vintage Studio e MB2- B.Evans 1AO

  2. #2
    ciao, ma sostanzialmente l'assemblaggio americano da quello francese in cosa differisce?

    analizziamo il concetto di assemblaggio americano / francese

    prendiamo per buono che i fusti e i colli venivano costruiti in francia, poi prima di partire, la selmer formava una tripletta: collo-fusto-campana e marcava con punzone.

    prima della tripletta:

    se il sax non era ancora "finito" nessuno lo poteva provare e la formulazione era puramente "meccanica": (non ci balla, ci balla, va bene, ok...etc...).

    se invece, come alcuni dicono, la composizione della tripletta era una scelta basata sul suono, allora i sax sono tutti di assemblaggio francese e successivamente semplicemente smontati per essere rimontati negli USA. a questo punto dov'è la differenza di assemblaggio?? nessuna.


    dalla mia esperienza personale ho dedotto che ogni mark vi è differente dall'altro (sia prodotto integralmente in Francia che non) ma che nel complesso sono strumenti fantastici (non ne possiedo uno purtroppo per ragioni economiche), le uniche vere differenze sono in come il sax è stato trattato nel tempo e il tipo di manutenzione, sopratutto l'ultima: se chiude, non chiude, le altezze, etc...
    per tanto l'unica attenzione da porre durante l'acquisto è:

    - se il sax è originale, o per lo meno il più possibile
    - se ciò che non è originale si può ripristinare
    - se non ci sono stati interventi troppo invasivi
    - se non ci sono buchi nella lastra

    successivamente affidarsi ad un restauratore che risolva tutto per restituire allo strumento il magnifico splendore
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  3. #3
    Ciao algola, quello che scrivi è giusto e le cose da guardare in un qualsiasi sax vintage sono quelle che dici tu..ogni sax è a se, vero anche questo..la cosa interessante è però che se prendi 10 contralti five digit americani troverai quasi sicuramente lo stesso "filone sonoro" su 8, se prendi 10 five digit francesi gia non è la stessa cosa..se prendi 10 mark Vi dai 170 ai 230xxx, non suoneranno come dei 70/80xxx.. e non dico che sia meglio una cosa o l altra, dico solo che di massima ci sono delle tipiche cose che vengono fuori per motivi costruttivi differenti.

    Riguardo all assemblaggio americano/francese cambia il colore della laccatura, il fatto che il neck venisse abbinato ad un fusto con "criteri " di suono e gusto differente.
    Non ti so dire per esempio per quale motivo nei mark VI della fascia finale (190-230) francesi ho riscontrato una maggioranza di sax che avevano gia degli elementi Mark 7..mi è venuto da pensare che a Parigi un 200xxx di matricola fosse davvero la lastra e modo effettivo di quell anno,che gia si sperimentasse qualcosa di diverso nel processo costruttivo, mentre un americano marcato 200xxx fosse in realtà una lastra "meno attuale" rispetto a Parigi.. Come se un 200xxx americano avesse ancora le caratteristiche costruttive, lastra ecc di un 160/170 francese per dire.

    E' una cosa che ho riscontrato davvero quasi sempre e potrebbe essere una coincidenza ma intanto quello che posso dire in base alla mia esperienza è questo..il che non è verità assoluta ovviamente..dico solo cio che oggettivamente mi è capitato. Siccome non ho provato un mark VI francese e uno americano ma molti molti di piu da entrambe le parti e di tutte le matricole, queste differenze e "filoni" timbrici le ho proprio riscontrate..i motivi possono essere molteplici, pure coincidenze, sta di fatto che da cio che ho provato io si sono quasi sempre distinte queste "linee di condotta". Vale meno di zero quello che riporto qui ovviamente, vuole solo essere una mia testimonianza che magari potrebbe venire utile a qualcuno, o magari trovare altre persone che abbiano riscontrato queste linne guida per cosi dire. PJM
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  4. #4
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    Sicuramente in tutti gli anni la produzione ha subito modifiche anche fondamentali, e quando dici che attorno al 140k la Selmer "ha chiuso il cerchio e trovato la quadra" mi risulta che proprio intorno a quei numeri di serie , per i contralti, si sia stabilizzata la produzione con la giusta lunghezza della Campana , originariamente nata piú corta ma con suono non soddisfacente in basso, poi allungata ma con piccoli problemi di intonazione e finalmente mediata per buona pace di tutti i saxofonisti geometrici


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  5. #5
    Dopo il 63/64/65 (quando di preciso... nessuno lo sa e fa più comodo che nessuno lo sappia) effettivamente cambio qualcosa nella produzione dello strumento... Sulla campana c'era sempre scritto "Mark VI" ma il modo di produrre chiver per esempio e altri dettagli è cambiato.

    Per cui è facilmente verificabile che sia cambiato qualcosa nella resa acustica dello strumento.

  6. #6
    Si è proprio cosi..è dal 1965 che cambiano varie misure costruttive per cosi dire..ripeto sempre, le "schegge impazzite" poi ci sono sempre ma non ho mai sentito un five digit alto, suonare come uno dai 140/150xxx in poi e viceversa..c è proprio una grande differenza di concetto, costruzione, hanno cambiato e modificato il progetto in senso oggettivo , poichè per intendersi in quelli dopo c è proprio il suono piu nasale, "fighetto", lead voice, "pop" con quella tipica "carognetta" e focus ecc ..non è una questione di potenza o volume tra five digit o six..cambia il "modo" con cui esce il suono, lo stile, la proiezione, la concezione. E ' davvero molto diverso e si sente benissimo al di fuori..i sei cifre dai 130/140xxx in poi girano piu fluidi e veloci dei precedenti.. Hanno il suono un po piu "sottile" che buca di piu, con maggior proiezione e "chiaro". Per intendersi i vari Sanborn, Marc Russo, Marienthal, Garrett e molti altri usano sax alti dai 140xxx ai 220xxx e non è un caso.

    Ho parlato anche con r.jones di tenormadness e mi ha confermato che anche dal punto di vista delle vendite (solo per dire) gli alti in particolare "americani" dai 140 ai 200, vanno via piu velocemente e sono i piu richiesti dai musicisti pro..non a caso è piu facile trovare in vendita un maggior numero di five digit alti (che sono amati molto dai collezionisti) rispetto ai sei cifre dai 140xxx in poi, poichè chi li ha se li tiene alla fine o perche cmq sono quelli poi piu richiesti per la professione e si vendono ppiu velocemente.. senza dubbio sono sax piu versatili quelli dai 140 in poi, qualsiasi becco e tipo di camera funziona bene in genere, mentre i five digit spesso non girano bene con certi becchi o camere. Questo è un discorso che ripeto vale per i contralti, per i tenori le cose sono un po diverse..PJM
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  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da PJM Visualizza Messaggio
    ... Questo è un discorso che ripeto vale per i contralti, per i tenori le cose sono un po diverse..PJM
    Molto interessante... a questo punto sono (siamo?) curioso(i) di sapere cosa ci dici dei tenori sempre in base alle tue esperienze dirette

  8. #8
    Dunque riguardo ai tenori la questione è questa: gli strumenti che ho trovato piu scuri, meno moderni per cosi dire sono quelli dai 60xxx agli 80xxx ..dagli 80xxx in poi si può gia trovare un tenore "totale" e risolto, cioè con cui ci si possa fare davvero tutto anche pop, funk e via dicendo. Il tenore rispetto all alto è come se avessero trovato "la quadra" molto prima che sull alto. I sei cifre tenori sono molto buoni, possono essere a volte un po troppi asciutti o magri per cosi dire ma quelli sono gusti.

    In generale anche sul tenore come sull alto vale per quanto ho provato io, che i sax dai 190xxx ai 220xxx di assemblaggio francese suonano anch essi piu "pesanti", piu scuri rispetto alle stesse matricole di assemblaggio americano. Ci sono anche delle differenze estetiche tra i due assemblaggi nel senso che la grandezza di certe chiavi in quello francese è maggiore..come dicevo nei post precedenti, un 200xxx francese va gia verso il mark VII, mentre un 200xxx americano è , sia nel suono sia nelle dimensioni delle chiavi un mark VI puro ancora. Ovvio che tutto esce dalla selmer di Parigi, quindi significa che un 200xxx americano è come fosse piu "arretrato".. come se si usassero ancora i "pezzi" di un 160/170xxx..quindi un 200xxx americano in rrealtà è come fosse un 170xxx..invece a Parigi un 200xxx è un 200xxx effettivo e i "pezzi" cominciano a cambiare e si sperimentano gia elementi mark VII..Ecco perche gli "americani" sono valutati di piu in generale rispetto ai francesi e specie nelle ultime serie..per esperienza personale i sax tenori ed alti nel range 190xxx/220xxx di assemblaggio americano sono grandi sax..i francesi in quel range di matricola invece li ho sempre riscontrati inferiori o per meglio dire, "diversi" , piu mark VII per cosi dire. PJM
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  9. #9
    Non ho letto nessun accenno ai MARK vi argentati, che ne pensate? Trovate che siano meno spontanei di quelli laccati... Dovuto probabilmente alla lacca più pesante?

  10. #10
    I Mark VI argentati non hanno laccatura sopra. Come i Selmer moderni hanno una semplice placcatura.
    Quello che è certo è che nel corso del tempo il processo di argentatura è cambiato, ma per questioni di inquinamento ambientale più che di costo.

    Generalmente negli argentati trovi quel "boost" che sui laccati non trovi... al solito meno medi, più medio bassi e più medio alti.

    Quello che non si cita in questo thread è che...
    ... esiste una linea di demarcazione per cui lo strumento finisce di essere adatto a te e tu (eventualmente) cominci ad adattarti allo strumento.

    Su strumenti simili poi il "sweet spot" è molto molto limitato, nel senso che è credibile (e verificabile) che il modo in cui riesci a farli funzionare è molto limitato e succede (nella maggioranza dei casi) che uno non compie tutte quelle prove/esperimenti per capire come far funzionare meglio lo strumento (lo prende e lo rivende).

  11. #11
    Gli argentati hanno tutta una loro storia sonora che si distanzia da un laccato..ci sono strumenti argentati che sono bombe, in generale hanno un modo diverso di suonare , sono piu chiari in genere, viene fuori spesso piu suono "metallino", ma piu che altro ci sento un "monocolore". Possono essere bombe ripeto ma ci sento piu "povertà" espressiva. Gli argentati mi piacciono su sax e marche come Yamaha o simili, che hanno spesso delle lastre molto leggere, dove solo la laccatura risulta un pò debole a volte. Allora si che su questi sax l argentato lo trovo un giusto bilanciamento che rende lo strumento un po piu sostanzioso e "massicio" visto che si parte da sax un pò vuotini e "leggeri", molto facili ma un po troppo "bel giocattolino" che dopo stufa. In generale Spesso l argentatura sui selmer vintage da quella sensazione di "micro scalino" o resistenza in piu nell attacco..Per capire menzionando le ance,un pò la differenza come quando si usa una vandoren blu o un a rico royal..Avete capito di cosa sto parlando credo.. Sui Conn invece gia l argentatura ha un effetto diverso, funziona e rende meglio che su un selmer a mio parere.

    Sono solo gusti e sensazioni ritrovate in svariati esemplari provati, niente di assoluto ovviamente . E cmq condivido con Tzadik che ogni sax va provato a fondo..bisogna avere con due o tre becchi, 3 /4 tipi di ance e svariate legature poiche si rischia di dare sax che sono ottimi ma vengono venduti perchè non si ha sottomano il set up giusto. Ecco perchè mi ritrovo ad avere scatoloni interi di ance di ogni marca e numero, 5/6 legature e vari bocchini, solo cosi posso davvero sviscerare un sax e capire xhe caratteristiche ha e quindi nel caso darlo via o meno. PJM
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  12. #12
    io ho cambiato vari alto mark vi...cambio avvenuto dopo varie prove e live...un 5 cifre del '56 rilaccato americano...non mi soddisfaceva lo sentivo frenato...un placcato argento del 63 con f#...bel suono ma anche lui non sufficientemente aperto e plasmabile...un placcato argento 5 cifre del 62...finalmente...suono aperto morbido quando voglio e funky quando voglio...il più brutto di tutti esteticamente...argentatura persa in alcuni punti...non tutti i mark vi suonano ed ognuno poi hai in testa quel suono che vuole e a cui aspira e che gli è di ispirazione...l'alto valore di mercato mi ha permesso di arrivare al "mio" mark VI con scambi e tanta pazienza e passione per il "suono"...cercare...

  13. #13
    Ho un alto digit five ed in pratica hai descritto perfettamente le criticità che ho riscontrato in questo strumento, purtroppo si è rivelato un acquisto sbagliato. lo sento chiuso, scuro ed ho difficoltà a far viaggiare il suono, praticamente è fermo e più spingo e più si blocca come se si frenasse!

  14. #14
    Se lo strumento
    - è un buon esemplare
    - ha subito regolare manutenzione ordinaria (e se è stato necessario... anche straordinaria)
    - è stato messo a punto in maniere "consona"

    Tutto il resto dipende da te...
    Da come suoni (e come LO suoni) e/o da che setup ci usi sopra..

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