Sabato 19 luglio, al Festival Internazionale del Jazz della Spezia sarà la volta del quartetto guidato dal giovane sassofonista Paolo Recchia con un ospite d’eccezione e di livello internazionale: George Garzone, uno dei sassofonisti ed insegnanti più in vista, ascoltati e rispettati della scena mondiale odierna. Con i due sax sul palco anche Matteo Prefumo alla chitarra, Enrico Mianulli al basso e Gegè Munari alla batteria. Un incontro musicale straordinario e di altissimo livello nel quale verrà proposto il repertorio standard della tradizione jazzistica oltre a composizioni originali.

Paolo Recchia, che si sta imponendo sulla scena nazionale ed internazionale, vanta importanti collaborazioni artistiche sia in ambito jazz sia nel pop. La sua intensa attività live lo porta costantemente in tour lungo tutto il territorio nazionale con il trio a suo nome. Esordisce a livello discografico nel 2008 con “Introducing Paolo Recchia featuring Dado Moroni”; nel 2011 pubblica il suo secondo cd “Ari's Desire” con ospite il noto trombettista Alex Sipiagin, entrambi per la Via Veneto Jazz e distribuiti EMI Music. Il suo ultimo e terzo album si intitola “Three for Getz”, un omaggio alla musica di Stan Getz, nel quale il giovane sassofonista classe ‘80, ha saputo fondere la sua tecnica e le sue conoscenze assimilate nel corso degli anni attraverso lo studio in un linguaggio ed in un suono personale fatto di melodia, padronanza armonica, suono rotondo, sensibilità e swing.

George Garzone è un esponente di quella elite di sassofonisti come Michael Brecker, Dave Liebman e Joe Lovano, che hanno contribuito più di altri in periodi recenti, all'evoluzione del linguaggio del sax tenore. George Garzone ha iniziato a suonare all’età di 6 anni ma ha approcciato la musica sin dalla prima infanzia essendo nato in una famiglia di musicisti. Diplomato alla Berklee School of music di Boston, dopo aver studiato con Joe Viola, mentore di una generazione di sassofonisti, negli anni ’70 Garzone fonda "The Fringe", un trio di musica totalmente improvvisata, temi compresi, che esiste ancora oggi a distanza di più di vent’anni. Sempre alla seconda metà del 1970 risalgono le sue esperienze con le orchestre di Gil Evans e George Russell. George Garzone ha lavorato a lungo con il gruppo di Bob Moses, affiancando saxofonisti del calibro di David Liebman e Bob Mintzer. Negli anni '80 registra il suo primo album da leader, "Standars", con Steve Kuhn, Eddie Gomez e Bob Moses, quindi, per la Blue Note Records, registra "So What" e "African Game" come solista di George Russell. Negli anni '90 avviene la definitiva esplosione: registra con Don Alias, Wolfgang Muthspiel, Alex Deutch. Firma un contratto con la New York City Record per cinque registrazioni in veste di leader. Realizza "Alone" omaggio a Stan Getz con Lenny White, David Kikoski, Eddie Gomez e Chuck Loeb; "Twos and Fours" con Joe Lovano, Joey Calderazzo, John Lockwood e Bill Stewart; nonchè l'ultima uscita "Moodiology", tra i dischi jazz più venduti in Europa ed America, con Kenny Werner, John Lockwood e Bob Gullotti, questi ultimi due membri di "The Fringe". Con il suo trio storico registra "The Return of the Neanderthal Man", "It's time for the Fringe!" e "Live in Israel".? Tra i progetti successvi ricordiamo quelle con il quartetto di John Patitucci e nel quartetto di Mike Mainieri, con quest'ultimo registra "The Dreamings" con Marc Johnson e Peter Erskine, ma Garzone è stato ed è tuttora un sideman richiestissimo che ha collaborato con i più grandi jazzisti degli ultimi 30 anni: è quasi impossibile menzionarli tutti…