Non lo ferma più nessuno Emanuele Cisi. Il sassofonista jazz torinese è in procinto di partire per gli Stati Uniti dove il 22 ottobre presenterà dal vivo al celeberrimo Jazz Standard Club di New York il suo nuovo lavoro discografico “Where or When” pubblicato dalla label americana MaxJazz di St. Louis. Anche se la musica supera per sua natura i confini entro i quali nasce, è oltreoceano che si sta delineando il nuovo mondo per questo talentuoso strumentista che ha inciso finora quattordici album per etichette sia italiane che straniere. In passato mi è capitato di osservare Cisi a Torino in diverse situazioni, anche extramusicali, ed ho sempre avuto la sensazione che il suo corpo e la sua mente si muovessero in uno spazio altro rispetto a quello in cui si trovava in quel momento.

Come se fosse in realtà sempre proiettato altrove verso territori inesplorati. E’ l’indole di un uomo e di un musicista che ama correre spedito in bicicletta e che riesce a produrre idee e suoni con la stessa energia e velocità con cui pedala. L’ultima sua creazione è un album di jazz raffinatissimo che è nato in un contesto extraeuropeo ma forte di una lunga esperienza maturata in Italia sui palchi dei più importanti festival di jazz. L’incontro con Joseph Lepore e Luca Santaniello a New York, rispettivamente contrabbassista e batterista del trio che Cisi ha scelto come assetto per la performance live allo Standard, è stato sicuramente fondamentale per il raggiungimento di questa nuova tappa della sua carriera.

Dopo svariate esibizioni nei club newyorkesi e una session di registrazione di cinque ore sotto la supervisione del produttore Richard McDonnell, ha visto la luce un disco intenso, completo e anche molto elegante stilisticamente. Cisi lo suonerà dal vivo negli Stati Uniti e in Canada in un minitour che si apre a Detroit nel weekend, al Cliff Bell’s, e che poi prosegue ad Amherstburg, Montclair nel New Jersey e New York. E a proposito di date, “Where or When” è già disponibile in download mentre da novembre uscirà nei negozi di dischi. Infine merita segnalare e tenere d’occhio uno dei tanti progetti paralleli di Cisi, il “Detroit-Torino Urban Jazz Project” nato dall’incontro con Chris Collins direttore del Dipartimento di Jazz della Wayne State University di Detroit.