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Discussione: Sax Lupifaro, ne sapete qualcosa?

  1. #1

    Sax Lupifaro, ne sapete qualcosa?

    Apro questo Thread per curiosità, spero di essere nella sezione giusta: informandomi sui riparatori di sax che ci sono in Italia mi sono imbattuto in Luca Cardinali di cui ci sono diversi post in cui si parla dei suoi ottimi lavori di riparazione.
    Cercando più informazioni ho scoperto il progetto Lupifaro http://www.lupifaro.com/ però qui sul forum non ho trovato topic a riguardo.
    Qualcuno ha avuto modo di provare questi sax? Producono anche ance, anche per queste vale la stessa domanda.
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  2. #2
    Moderatore L'avatar di Isaak76
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    Re: Sax Lupifaro, ne sapete qualcosa?

    Qua se n'era già discusso: viewtopic.php?f=57&t=10183
    e questo è il sito ufficiale di Luca Cardinali: http://www.cardinali.it/lav_lf.html
    Soprano: Yamaha Yss-475II
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    La musica è la tua propria esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento.
    Charlie Parker

  3. #3

    Re: Sax Lupifaro, ne sapete qualcosa?

    Citazione Originariamente Scritto da Isaak76
    Qua se n'era già discusso: viewtopic.php?f=57&t=10183
    e questo è il sito ufficiale di Luca Cardinali: http://www.cardinali.it/lav_lf.html
    Grazie, ma io cercavo informazioni più specifiche su questo Lupifaro e sulle ance, l'ultima risposta di quel 3d è di novembre 2009, qualcuno avrà altro da aggiungere?
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  4. #4

    Sax Lupifaro

    Qualcuno di voi ha mai provato i sax Lupifaro?

    Sono realmente prodotti in Italia?
    Qualche professionista li utilizza e vorrei sapere se qualcuno ha potuto verificare la qualità costruttiva e generale.
    t: Selmer Mark VI - Borgani Silver Pearl
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  5. #5
    Mai provati... ma (per esperienza) quando una società investe così tanti soldi in marketing (perchè hanno investito davvero decine di migliaia di franchi svizzeri in marketing) è realmente difficile valutare (senza un confronto diretto) quanto è marketing e quanto è realmente conseguenza della bontà del prodotto.

    Un'altra indicazione universale è che in Italia i brand che vendono sono sempre quelli (Selmer e Yamaha...) e questi non hanno bisogno di marketing perchè (vedi Selmer) o sono ben radicati nell'immaginario collettivo o (vedi Yamaha) hanno una distribuzione universale.
    Brand nuovi generalmente hanno appeal con i rivenditori perchè lasciano un grande margine di guadagno (percentuale) sul prezzo finale.

  6. #6
    L'avatar di nikoironsax
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    sono ottimi strumenti, solo la serie Platinum ha il made in italy, i sax arrivano in pezzi (da Taiwan presumo...) al laboratorio di Livorno Ferraris (Vercelli) vengono ricotti, assemblati, tamponati regolati, saldati, incisi ad uno ad uno meticolosamente. Da una sola persona...sommersa da fusti e campane e chiavi �� una vita da sogno ����

  7. #7
    quindi anche i Platinum sono prodotti a Taiwan e assemblati e rifiniti qui giusto?
    t: Selmer Mark VI - Borgani Silver Pearl
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    Ance: Legère

  8. #8
    A me hanno detto che la serie "top" dei Lupifaro, quindi la più costosa, é fatta totalmente in Svizzera...perciò, solo in questo caso, niente pezzi staccati da Taiwan.

  9. #9
    Ho avuto (in maniera del tutto casuale...) l'occasione di provare un tenore Lupifaro Platinum (http://www.lupifaro.com/?page_id=928) giusto tre giorni fa'... in un negozio del Nord Est abbastanza conosciuto (ma non enorme!). Ero in sto negozio per provare altri strumenti... non avevo nemmeno idea che ci fosse sto tenore Lupifaro.

    Premessa: l'idea che IO mi sono fatto sulla maggior parte dei tenori "assemblati" (... con parti proveniente da Cina & Taiwan) è sempre la stessa: la maggior parte dei prodotti (la maggior parte... non tutti!) è una combinazione di parti che hanno lo stesso design (anche se arrivano da posti differenti)... ricombinando le varie componenti si possono ottenere facilmente dei buoni risultati...

    Quello che poi contraddistingue uno strumento assemblato da un altro... sono alcuni dettagli estetici e un parte l'ergonomia... e il "comfort factor".
    La meccanica (posizione delle colonnine e dimensioni delle leve) è quasi sempre una copia della meccanica di un Super Action 80 Serie II, perchè oggettivamente copiare la meccanica di un Mark VI non aveva senso 25 anni fa', non ha senso oggi... del Mark VI viene ricopiata l'ergonomia, non la meccanica.
    Generalmente, la maggior parte dei tenori, ha un comfort factor simile a un tenore Mark VI: profilo del chiver, posizionei dei bottoni dei tasti "abbastanza rannicchiata", reggipollice destro e sinistro.


    Sul tenore Lupifaro, la trovata è stata quella di proporre un comfort factory più simile a quello di un SBA, quindi chiver più basso etc etc... con la conseguenza che tra le mani lo strumento lo tieni in una posizione piacevole.
    Non è l'unico tenore "assemblato" dove viene proposta questa cosa del chiver SBA... però di sicuro, ad oggi, la Phaselus è quella che ha il marketing più martellante su questi strumenti.


    Provando lo strumento, comunque, la resa è piacevole: suona molto SBA anche se più bloccato, un po' meno penetrante rispetto a strumenti che hanno un chiver di derivazione Mark VI...
    Strumento che suona facile... buona intonazione, non presenta quella sensazione fastidiosa di avere un suono e l'intonazione estremamente ferma (tipo Yamaha o Yanagisawa)... anche questa è una scelta fatta a tavolino, con il canneggio e la forma del chiver.
    Queste considerazioni sono abbastanza soggetive... ma comunque rilevabili facilmente.
    Soggettive perchè uno potrebbe trovarsi meglio con l'ergonomia di un Serie II, il comfort factor di un Serie II (chiver alto e molto corto ---> strumento quasi parallelo al busto del suonatore)... dico Selmer Serie II per fare un esempio di un tenore COMPLETAMENTE diverso da un ipotetico strumento ispirato a un Selmer SBA.

    La custodia fornita di serie è estremamente ben fatta... stile BAM sagomata, ma con molto posto per materiale aggiuntivo.
    Unico "difetto" (tra "virgolette" perchè non è un vero difetto) è il fatto che è sbilanciata: appoggiandola su un piano e aprendola... la custodia cade all'indietro, cosa che succede anche con le Selmer "Light".
    La custodia è verniciata lucida, quindi con il tempo si riempirà di graffi... cosa fisiologica di tutte le custodia "a guscio" con questo tipo di finitura.

    ---------------------------------------------

    Le note positive finiscono qua. E cominciano alcune osservazioni oggettive.
    Lo strumento (il tenore Lupifaro "Platinum") non è slaccato... o almeno quello che ho provato non era slaccato.
    La vernice era una laccatura vetrificata con una sorta effetto metalizzato... non era una laccatura oro. Il fatto avesse un layer vetrificato non mi dispiace, è una cosa che ho già visto fare su altri strumenti, ben prima che questo tenore Lupifaro uscisse sul mercato. In genere, lo strato vetrificato conferire una grande resistenza all'abrasione alla vernice: quindi lo strumento resterà così a lungo... Di contro, però il peso complessivo aumenta.

    La meccanica come ho detto è stile Serie II: piastre grosse e lunghe... su uno strumento "pensato per il jazzista" come dice il sito internet... mi sarei aspettato qualche soluzione più raffinata (cose ho visto su altri strumenti assemblati), soluzioni per "alleggerire" senza perdere rigidità e velocità dell'azionamento.

    Lo strumento presentava una innumerevole serie di saldature non ripulite e visibili al di fuori della vernice. C'erano eccessi da stagno (la meccanica dello strumento è tutta saldata a stagno) quasi dappertutto.
    Il maggior costo degli strumenti slaccati, in qualche caso, è dovuto al fatto che non essendoci lacca sopra la lastra... si vede tutto e il materiale di riporto in eccesso qua e là è veramente brutto da vedere ed è indice:
    - o di scarsa qualità dell'operaio/tecnico che ha eseguito la saldatura
    - o di uno scarso controllo di qualità...
    Dal mio punto di vista entrambe le cose... perchè nelle foto pubblicitarie gli strumenti sono "perfetti", magari photoshoppati ma perfetti... e uno quando prende lo strumento in mano di aspetta quello.

    Le madreperle sono le classiche che si trovano su strumenti cinesi/taiwanesi economici... è una scelta strana perchè generalmente gli strumenti taiwanesi professionali (o assemblati con parti che arrivano da Taiwan) hanno madreperle concave stile Selmer, che permetto un grip più veloce, trovi subito il bottone sotto il polpastrello.
    Sul costo dello strumento, il costo delle madreperle è un'inezia...
    Oltre a questa scelta, secondo me, un po' stupida (visto il costo finale dello strumento) erano incollate a ca**o... anche qui: o l'operaio aveva fretta o il controllo di qualità ha fatto casino.

    La meccanica presentava giochi vistosi, sulle chiavi laterali e sul portovoce... ancora: o l'operaio aveva fretta o il controllo di qualità ha fatto casino.

    La cosa più grave in assoluto invece è l'assemblaggio, la maggior parte delle chiavi rette da viti (e non da perni) avevano le colonnine non allineate (!!!), quindi le chiavi non andavano a contatto con le colonnine e il tutto stava su per un mezzo miracolo.
    Sul momento, a parte una feeling non proprio paradisiaco (sognatevi un Yamaha o un Yanagisawa... o un Selmer Serie III messo a punto da un tecnico premium) lo strumento funzionava.
    Però, prima o poi arriva... nel momento in cui ci sarà da smontare chiavi e cambiare tamponi... il tecnico con competenze (almeno) medio-alte vi maledirà con imprecazioni mai sentite prima.
    Per l'ennesima volta... o l'operaio aveva fretta o il controllo di qualità ha fatto casino. In questo caso, secondo me... hanno fallito sia il controllo di qualità sia l'operaio addetto all'assemblaggio.

    Tengo a precisare che... assemblaggio è una cosa, materiali e qualità dei materiali stessi sono un'altra cosa... ho visto strumenti da 400€ (non da più di 4000€ come questo Lupifaro) assemblati MOLTO meglio.
    Ora... il costo del materiale è un aspetto, ma il costo dell'asseblaggio (cioè il tempo che il tecnico passa sullo strumento è un costo a parte) è un costo a parte.
    Possiamo avere un sassofono preso alla Feltrinelli assemblato perfettamente e che chiude perfettamente ma fatto con materiale estremamente poveri e avere uno strumento fatto con materiale di qualità abbastanza alta ma assemblato proprio a ca**o. Su questo tenore Lupifaro la mia impressione è stata che il risparmio l'abbiano fatto sull'assemblaggio, cosa secondo me inaccettabile su uno strumento venduto a più di 4000€.
    (Curioso anche il fatto che il negozio (e chi di dovere) non si sia accorto di ste cose... ma questo è un discorso a parte).

    Saldature fatte male, finitura un po' "eccentrica, chiavi che si muovono, madreperle incollate a ca**o, assemblaggio approssimativo: queste sono cose oggettive, rilevabili ad occhio nudo, anche senza suonare (o saper suonare) lo strumento.

    Una cosa che non ho verificato per mancanza di tempo era l'allineamento delle coppe sui camini: a livello funzionale (se lo strumento chiude) che la coppa della chiave si perfettamente allineatea o meno al camino non cambia molto... per strumenti di un certo costo costo e di una certa qualità (vedi Yamaha e Yanagisawa), l'allineamento (il più delle volte) è perfetto (e comunque parliano di strumenti che, top di gamma, costano meno di questo tenore Lupifaro).


    Considerazione personale: su uno "strumento pensato per il jazzista" mi aspetterei di vedere o tamponi con risuonatori in plastica (suono più cupo e morbido) o al contrario risuonatori in metallo ma senza rivetto...
    Lo strumento montava normali tamponi con risuonatore in metallo rivettato (stile Super Action Serie I/II).

    (Prove eseguite con un 10mfan "Robusto" #8* in ebanite e il solito Drake "NY Jazz" #8*... e svariate ance Rico e Marca...).

    Considerazione personale generale: lo strumento suona, ha un suo perchè... non è niente di nuovo.
    Il marketing massiccio che hanno fatto dietro a questi strumenti sicuramente ha dato i suoi frutti (così come anche la politica commerciale estremamente aggressiva... con i rivenditori).
    All'estero probabilmente la gente che compra strumenti simili non fa caso a certe cose... e/o come molti fanno, non tengono lo strumento un numero di anni sufficienti per cui possono incontrare il problema... e nel caso di acquisto di uno strumento usato (diversamente dalla situazione italiana) hanno già a mente di dover fare una revisione completa e profonda...

    Non ho idea se lo strumento che ho provato rappresentasse uno strumento medio, uno strumento normale o uno strumento fallato...
    Sta di fatto che per portarlo a condizioni funzionali di un Jupiter da 699€, bisogna investirci (su quello specifico esemplare) sopra svariate centinaia di euro... sperando anche di non dover cambiare in tamponi (se i tamponi sono già improntati... quando riallinei le chiavi/colonnine, la coppa della chiave si sposta e l'impronta non è più al suo posto: bisogna cambiare il tampone, in molti casi).

    A luce delle considerazioni fatte... uno strumento simile, secondo me, se mediamente ha quei difetti appena descritti (nonostante suoni discretamente bene...) non dovrebbe valere più di 1500/1700€ nuovo.
    Al contrario... ho provato strumenti di provenienza asiatica (magari assemblati in occidente) intorno ai 1500/1700€ e, seppure ci fosse un compromesso su alcuni aspetti "non funzionali", mi sono ritrovato con un assemblaggio a livello di un Yamaha/Yanagisawa... e resa sonora confrontabile a strumenti "top di gamma" giapponesi.

  10. #10
    non ho mai avuto la "fortuna-sfortuna" di provare strumenti Lupifaro ma da quello che racconti perché uno dovrebbe pagare anche solo 1500 euro un sax con così tante pecche? nemmeno 500 euro spenderei per uno strumento così trascurato.

    Detto questo va sottolineato però che la tua è la prova di uno strumento che potrebbe anche essere semplicemente molto sfigato! Ricordo in passato qualche esemplare di Borgani Jubilee mal riuscito che aveva portato molta gente a pensare che la qualità Borgani facesse schifo a prescindere.. invece io ne ho uno straordinario. Servono altre esperienze!!


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  11. #11
    Vero!

    Ma da uno strumento che (ivato) viene venduto a 4300€ (quello era già il prezzo finale), mi aspetterei dietro ci fosse un'organizzazione, una produzione che garantisse un controllo di qualità perfetto, questo a fronte del fatto che (piaccia o meno) ci sono strumenti che costano una frazione di quello strumento lì (esemplare "sfortunato" spero... e non "esemplare medio") per cui, nel processo di produzione, non si risparmia sul costo dell'assemblaggio.

    Lo strumento erano "nuovo", in un negozio... era lì da un paio di mesi. Mi ha lasciato perplesso (ovviamente) che il negozio, uno strumento così non l'avesse rimandato indietro: da parte del negozio sarebbe stato comunque un sintomo di serietà e onestà intellettuale verso il cliente.


    La mia valutazione economica era solo di riferimento: lo strumento è interessante come suono (anche se, come detto, niente di nuovo)... ma rispetto ad altri strumenti si nota una tendenza all'economicità su molti aspetti.
    Il sassofonista medio che va in un negozio ed è disposto a spendere certe cifre... di solito guarda più al suono. Il resto è un po' trascurato.
    Non ho dubbi che quello strumento lì, a quel prezzo lì... sicuramente andrà venduto in tempi relativamente brevi. Dal mio punto di vista, per la qualità complessiva offerta... non vale in modo categorico quei soldi che venivano richiesti.

    Diciamo che per alimentare una buona reputazione, il produttore stesso dovrebbe impegnarsi a non mandare nei negozio strumenti in quelle condizioni (è anche vero che io non sono proprio un pirla e alcune cose io le noto, il sassofonista medio magari no...).

    Yamaha o Yanagisawa così non ne vedi.
    Selmer sì... l'unico baritono Serie III che ho preso in mano... aveva la coppa del portavoce che batteva sulla colonnina e non chiudeva: lo strumento ovviamente non suonava nel registro basso con il portavoce sul corpo aperto.
    Lo strumento aveva neanche un mese di vita ed era stato ordinato direttamente tramite canali ufficiali.

  12. #12
    Da quanto leggo nel loro sito la serie platinum è fatta interamente a mano nel loro laboratorio e personalizzabile in molti aspetti. Quello dovrebbe essere il plus che offrono e che un musicista esigente potrebbe ricercare.

    Dovrebbe pertanto essere il motivo secondo il quale un musicista intenzionato ad acquistare lo strumento dovrebbe andare di persona a farselo "confezionare" su misura

    ... Tutto per dire che secondo me magari l'esemplare che hai provato o era sfigato, oppure era da rifinire secondo le richieste del cliente

  13. #13
    Citazione Originariamente Scritto da Tommy Visualizza Messaggio
    Da quanto leggo nel loro sito la serie platinum è fatta interamente a mano nel loro laboratorio e personalizzabile in molti aspetti.
    Quello dovrebbe essere il plus che offrono e che un musicista esigente potrebbe ricercare.

    Dovrebbe pertanto essere il motivo secondo il quale un musicista intenzionato ad acquistare lo strumento dovrebbe andare di persona a farselo "confezionare" su misura...

    ... Tutto per dire che secondo me magari l'esemplare che hai provato o era sfigato, oppure era da rifinire secondo le richieste del cliente
    Probabilmente questo "processo" funziona se vai a prendertelo in Svizzera... o da Cardinali.
    Se lo compri nel Triveneto... non vedo come sia possibile (e non vedo come sia economicamente conveniente.

    Qua in zona ho chi produce strumenti su misura... ma è una procedura lunga: devi andare in laboratorio diverse volte e valutare ogni aspetto poi viene realizzato lo strumento... e la finitura finale viene fatta a strumento finito.

    Non cominci a spostare bottoni o ad allungare/accorciare/piegare chiavi (o modificare altre cose meno visibili), una volta che l'hai laccato/placcato (... lo strumento).

  14. #14
    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio

    Qua in zona ho chi produce strumenti su misura...
    Intendi dire Buttus?

  15. #15
    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    Probabilmente questo "processo" funziona se vai a prendertelo in Svizzera... o da Cardinali.
    Se lo compri nel Triveneto... non vedo come sia possibile (e non vedo come sia economicamente conveniente.

    Qua in zona ho chi produce strumenti su misura... ma è una procedura lunga: devi andare in laboratorio diverse volte e valutare ogni aspetto poi viene realizzato lo strumento... e la finitura finale viene fatta a strumento finito.

    Non cominci a spostare bottoni o ad allungare/accorciare/piegare chiavi (o modificare altre cose meno visibili), una volta che l'hai laccato/placcato (... lo strumento).
    Sì, sono d'accordo. Avevo citato questa possibilità giusto per non escluderla.

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