Ciao a tutti. Vediamo chi mi sa fare un paragone tra i sax contralto semiprofessionali della Yamaha (tipo lo YAS 275 o 280) ed i modelli della Borgani College. Siamo all'incirca sulla stessa fascia di prezzo. Quale il migliore?
Ciao a tutti. Vediamo chi mi sa fare un paragone tra i sax contralto semiprofessionali della Yamaha (tipo lo YAS 275 o 280) ed i modelli della Borgani College. Siamo all'incirca sulla stessa fascia di prezzo. Quale il migliore?
Si vince qualcosa? :lol:
Mi risulta che i College, costruiti in Asia, siano meno affidabili delle serie "da studio" di Yamaha.
Saxforum's MILF
Bee Yourself
Fatti non foste a viver come il_dario
Reedbreaker spacca!
E nunn' è a mia 'sta giacca... me l'hann prestat"
Non mi "va bene" nè uno nè l'altro,visto che da qualche anno anche gli Yamaha da studio vengono dall'Indonesia
ho un college (alto) da circa 8 mesi, e lo trovo eccellente per quanto riguarda il rapporto q/p...
un mese fa, dovendo vendere un contralto (averne 3 sarebbe stato troppo per me) ho scelto di liberarmi di un 82z yamaha che al confronto con il college suonava come una trombetta
io dico solo, lasciate perdere i pregiudizi circa il luogo di produzione (che poi è taiwan, dove peraltro producono ottimi sax tipo i mauriat), lasciate perdere anche il mio giudizio positivo, che lascia il tempo che trova, e provatene uno...poi ne riparliamo
1) Yanagisawa TWO10 tenore
keilwert vintage ebanite
rowner dark - legere signature 2.5
2) R1jazz argento/oro
Ottolink early babbit 8
rowner dark - la voz soft
Ciao a tutti,
non esprimo giudizi qualitativi ma dico una sola cosa: attenzione, i saxofoni Yamaha citati (YAS275 - ormai fuori catalogo) e il modello attuale YAS280 erano e sono prodotti nella fabbrica Yamaha situata in Indonesia. Una cosa però fondamentale: la fabbrica è in Indonesia sì ma di proprietà Yamaha. Due anni di apprendistato a Toyooka in Giappone per tutti gli operai (intanto Yamaha costruiva la fabbrica) e poi inizio della produzione in Indonesia con gli operai che avevano studiato in Giappone.
Altri elementi da porre sul tavolo della discussione: scusate ma non è il caso viste le imprecisioni che vengono sollevate (malgrado i miei precedenti post).
Ciao. gbcorti
Gian Battista Corti
Yamaha Music Europe
Artist Relation & Product Development Manager
@gbcorti: per molti utenti qui nel forum, alcuni strumenti vengono considerati inferiori solo per il fatto che non sono prodotti o in Europa o in Giappone.
Queste opinioni si basano quasi sempre su pregiudizi (o discriminazioni geografiche).
Non è un problema... ma, purtroppo per queste persone, la realtà è ben diversa. :D-:
Ciao Tzadik,
e chiedo scusa per la mia "irruenza" nella comunicazione precedente. Grazie per l'attenzione ed a rileggerci ancora.
Ciao. gbcorti
Gian Battista Corti
Yamaha Music Europe
Artist Relation & Product Development Manager
Beh la precisazione di gbcorti è importantissima;è garanzia di qualità,ma come forse sanno i forummisti,io più che spendere pochi soldi in strumenti musicali "low cost",preferisco "investirli" in strumenti già costosi; e poi io,attualmente,non ho certo bisogno di strumenti economici;ho già 2 Selmer Mark VII,alto e tenore,più un vecchio alto Grassi "di scorta";non si sa mai...un sax di scorta può sempre servire...
...comunque per chi inizia lo studio del sax,gli Yamaha entry level da principianti sono sempre i più raccomandati,e fin lì non si discute,anche se io consiglio sempre i vecchi Grassi ed anche i Rampone Super o Deluxe
come già scritto in altri post, ho provato uno yas 275 di quelli made in indonesia e vi assicuro che era perfetto!! suonava da solo, mai vista una cosa simile...nemmeno il mio 62 è così spontaneo...come suono ovviamente il mio 62 gliele da di brutto, ma è un'altra cosa. credo che per un neofita sia uno strumento fantastico! ;)
Alto:Yamaha Yas62.
Alto Selmer Mark7
Imboccature : Selmer soloist c**, Meyer 6m (Bucci refaced). Legatura: FL pure brass
Non ho esperienza con il contralto, però oggi ho avuto occasione di fare qualche confronto con il mio soprano, e posto le mie impressioni per dare, magari, qualche elemento di valutazione in più sulla famiglia.
Il mio maestro ha provato a confronto, con un becco Selmer vintage di apertura media e un'ancia sintetica Legère, il suo Selmer Mark VI degli anni Cinquanta e il mio College del 2013 (ehm...).
Prima di dire qualche parola su questo confronto, dirò che il suono del College sembra indistinguibile da quello dello Yamaha YSS-475 ben suonato che si sente nel web. Non di uno specifico strumento, perché tutti i 475 che si sentono, dietro il personale contributo di ogni musicista, sembrano avere lo stesso suono. L'omogeneità produttiva di Yamaha è sempre sconvolgente.
Quello del soprano College, come quello del 475, è un suono molto neutro, in cui è molto presente il sentore di metallo: è pieno e solido, dall'intonazione ferrea, lucido e levigato come il fusto. Leggermente nasale, di una nasalità sottile e tagliente che si stempera facilmente in un fondo dorato di acquarello. Non ha la nobiltà della musica classica, ma ha il nervosismo atletico che serve al jazz moderno, al pop e al funky.
La meccanica del College è sicura e scorrevole, non spugnosa e non pesante, molto omogenea (con l'eccezione delle chiavi laterali della mano sinistra, ancora da sciogliere), all'apparenza di buona qualità. Sembra uno strumento pensato per essere maltrattato dagli studentelli come me, ma anche di sopportare le fatiche delle prove di un concertista. Il metallo è spesso e solido, e questo si traduce in un peso piuttosto consistente.
Il Selmer è un'altra cosa (ma va?) - il suono sembra aprirsi, la nasalità è quella dolce dell'oboe con la morbidezza del clarinetto. Al metallo si sostituisce un'idea di voce umana, femminile e invitante, accogliente, capace delle sfumature di una tempera su un motivo da ricamo. L'agilità non è quella un po' rigida della ginnastica ritmica, ma quella ariosa e leggera della danza.
È uno strumento leggero, anche grazie ad una meccanica più semplice rispetto ai modelli recenti. Ma molto robusto: l'esemplare in questione va avanti, con normale manutenzione, da ormai quasi sessant'anni, e funziona ancora alla perfezione.
Chiaro che non ha senso confrontare uno strumento da studio con uno professionale dell'epoca d'oro. Ma spero che le cose siano messe nella giusta prospettiva.
Paolo
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