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Discussione: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del sax

  1. #31
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    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Citazione Originariamente Scritto da lordsax
    Con l' attuale legislazione posso comprare un vestito pronto confezionato in Tunisia importarlo come semilavorato in Italia, attaccare l' etichetta, e con quest' operazione acquisire il diritto di apporre nella stessa, made in Italy.
    Posso importare un sax Cinese incollare le madreperle marchiarlo pippo, mario, roberto e apporre il made in Italy.
    Hai ragione, la globalizzazione permette tutto questo, ma scusami la differenza....
    Un conto è prendere un prodotto cinese qualsiasi (ad esempio un sax) incollargli le madreperle e la targhetta made in Italy, e immetterlo sul mercato magari senza neppure suonarlo ed un altro è "selezionare " un prodotto cinese, (ad esempio un sax) incollargli le madreperle, sistemare le molle , assicurarsi che i tamponi siano di alto livello, che i risuonatori siano di metallo..che i sugheri siano perfettamente sistemati, che tutta la meccanica sia perfetta, magari cercare e selezionare il chiver più adatto, ascoltarne il suono e solo alla fine mettergli la targhetta made in italy. "e magari il numero di matricola" :D
    Per me questa seconda soluzione è molto vicina alla vera "produzione" dell'oggetto (nel nostro caso il sax)
    Non credo che oggigiorno ci siano più operai intenti a "battere la lastra" per ottenere la lamiera più idonea alla costruzione della campana. I costi sarerbbero veramente troppo proibitivi.
    Tutte le ditte più o meno cercano di produrre i componenti ove il rapporto qualità/prezzo sia allineato al loro target di mercato e al loro know-how.

    In conclusione , il sapere che ci sono ditte che producono e/o assemblano qui in italia prodotti validi mi soddisfa pienamente...ed approvo quindi l'intento del post.

    Dimenticavo :

    TOSCANA
    M&G Saxophone - Grosseto - (Chiedere di Lordsax qui nel forum) :saxxxx)))


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  2. #32

    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Io non parlavo di quanto lecito sia trovare compromessi , i compromessi se funzionano possono essere tutti buoni, io parlavo solo in favore del made in Italy al 100% in questo caso sui sax ma non solo, escludiamo tutte le varie formule di tzadik che riguardano compromessi piu' o meno validi e conosciamo molti esempi a riguardo....escluderei il millantato credito perche' mi sembrerebbe eccessivo, ovvero stampare il marchio e solo perche' si e' fatta un' operazione manuale si metta il made in Italy che a mio avviso dovrebbe essere di diritto se almeno il 51 % delle operazioni atte allo scopo venissero fatte in Italia, poi potrebbe essere progettato in Italia e costruito in una qualsiasi parte del mondo ma qui allora la chiarezza dovrebbe essere d' obbligo.....
    Io intendevo dare delle indicazioni qualora si volesse costruire in Italia un prodotto con tali peculiarita' da renderlo unico al mondo, e qui ad esempio porto la nostra Ferrari. che costera' pure quello che costa ma non ha concorrenza , un' orologio Vacheron Costantin costa anche centinaia di migliaia di euro, non so se i cinesi avessero la capacita' di produrlo , credo di no'...forse di copiarlo, ma una copia e' e rimarra' sempre tale , ma nessuno gli darebbe mai quei soldi.....il valore aggiunto non si ottiene solo con scelte di marketing , serve una verita' ed una tradizione, fatta di conoscienze, di manualita' artistica e meccanica, estro fantasia ........ la vera forza sta' nel produrre e conservare le maestranze, le tradizioni, altrimenti cio' che rimane e' veramente poca cosa , un po' di soldi, un' azione di marketing imponente e qualsiasi prodotto puo' andare bene? possiamo dire che se pur ottimi prodotti i Grassi sono un Made in Italy? gli M&G? i Ripamonti? i Sequoia? in Francia gli stessi sax si chiamano in altro modo, in Inghilterra in un' altro.......io parlo di vera identita' , come il Brunello di Montalcino , il chianti, nell' arte di costruire armi da caccia, tutto cio' che possa nascere dalla nostra tradizione, dalla nostra conoscenza, dalle nostre mani, arte che ci facesse sentire orgogliosi di essere Italiani.

  3. #33

    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Citazione Originariamente Scritto da Il_dario
    Per me questa seconda soluzione è molto vicina alla vera "produzione" dell'oggetto (nel nostro caso il sax)
    Non credo che oggigiorno ci siano più operai intenti a "battere la lastra" per ottenere la lamiera più idonea alla costruzione della campana. I costi sarerbbero veramente troppo proibitivi.
    Tutte le ditte più o meno cercano di produrre i componenti ove il rapporto qualità/prezzo sia allineato al loro target di mercato e al loro know-how.
    Non è che i costi sono proibitivi: è che in questo modo ci guadagni MOLTO DI PIU'.

    Ed è un modo di fare industria e di gestire il business che alla fine ti uccide. Prima o poi i tuoi fornitori, che nel frattempo hanno perfezionato il know-how, accumulato capitale, irrobustito la propria rete commerciale e fatto conoscere il prodotto (che a poco a poco viene percepito realmente per quello che realmente è, cioè un prodotto LORO E NON TUO), staccano la spina e fanno da sé (e perché non dovrebbero?).
    Nel frattempo il tuo territorio s'impoverisce: di capitali, di risorse umane, e di cultura del prodotto.
    soprano Selmer modéle 26 - Ponzol 70 - Vandoren blu 2
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  4. #34

    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    ANALISI PERFETTA.

  5. #35

    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Hai ragione Ste Yani.
    E' successo prima con tutta l'industria e adesso succederà con l'artigianato.
    Dice (il bocconiano): "tanto noi ci teniamo il Know How e vendiamo i servizi" e non capisce che la tecnologia è nell'oggetto d'uso e che è con il suo uso che la tecnologia si capisce...............e che i servizi li puoi fare solo in un paese ricco (di industria)..........

  6. #36

    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    comunque succede anche che dopo aver acquisito il know-how, questo popolo molto intraprendente, cerchi anche di acquisire il brand e a volte senza badare troppo a spese, in modo particolare se si tratta di un prodotto con diffusione internazionale

  7. #37
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    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Citazione Originariamente Scritto da SteYani
    Ed è un modo di fare industria e di gestire il business che alla fine ti uccide. Prima o poi i tuoi fornitori, che nel frattempo hanno perfezionato il know-how, accumulato capitale, irrobustito la propria rete commerciale e fatto conoscere il prodotto (che a poco a poco viene percepito realmente per quello che realmente è, cioè un prodotto LORO E NON TUO), staccano la spina e fanno da sé (e perché non dovrebbero?).
    Nel frattempo il tuo territorio s'impoverisce: di capitali, di risorse umane, e di cultura del prodotto.

    Scusa ma mentre succede tutto questo tu che cosa fai?
    Se stai a guardare, in modo passivo ed attendi che i tuoi fornitori ti facciano le scarpe allora si che è il modo sbagliato di gestire l'impresa.
    Producendo o riproducendo un bene o un semilavorato non si acquisisce il know how integrale..che è deve rimanere il patrimonio aziendale..
    La CocaCola non produce la bevanda nel suo stabilimento e la esporta in tutto il mondo in bottiglie, lattine, botti ecc ecc...il costo sarebbe proibitivo e nonostante il nome e la qualità della bevanda nessuno la comprerebbe più.
    La bevanda viene prodotta in tutti gli stabilimenti nel mondo partendo dallo sciroppo concentrato base che viene distribuito dalla CocaCola stessa,
    La formulazione non è conosciuta, neppure dopo tanti anni e dopo tantissimi tentativi di emulazione.Il know-How è garantito!
    Cosi facendo si arrichiscono i fornitori, ma non si impoverisce il tuo territorio!

    Anche io sono arrabbiato perchè in Italia da anni stiamo "regalando" tutta la nostra produzione al mondo intero....
    Ma siamo troppo egoisti per poteorlo evitare... Piuttosto che metterci d'accordo con il vicino sulle cose da fare insieme, ci facciamo la guerra ed aspettiamo che arrivi il terzo incomodo (che al giorno d'oggi è Arabo, Russo, Cinese o Indiano)
    e gli permettiamo di prendersi tutto ... "cosi glie lo mettiamo nel c..o al nostro vicino" - ed anche un po a noi.... ! :zizizi))



    troppo OT ?
    torniamo alla lista artigiani ::


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  8. #38

    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Guarda Il_Dario, il tuo esempio della Coca Cola mi sembra parecchio infelice: sai, dalle mie parti c'era uno stabilimento della Coca Cola (a Busto Arsizio) che ero andato a visitare con la scuola quando ero alle medie inferiori, E CHE ADESSO NON ESISTE PIU'.

    Inoltre, tornando all'industria del sax, a me pare che la parabola storica dell'industria americana del sassofono parli da sola, e che l'industria europea stia percorrendo la medesima strada.
    Mi chiedo, comunque, quando arriverà il giorno in cui i taiwanesi si stuferanno di fare gli stencil per altri (che sia domani mattina, fra un paio d'anni o fra 10), cosa succederà... (è una domanda retorica, naturalmente: è piuttosto immaginabile, cosa succederà).
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  9. #39
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    Re: Dislocazione di ditte / aziende / artigiani italiani del

    Non è che si è un pochino Off Topic?

  10. #40
    Ciao Tzadik, sono Carlo Atti, saxofonista e costruttore di imboccature per saxofono.
    dopo 5 anni di prove contro prove, tanti scarti, delusioni e soddisfazioni , sono riuscito finalmente ad avere un prodotto di qualità e ad un prezzo che ritengo ottimale.
    Puoi constatarne la qualità cliccando : www.neffmusic.com/2017 (famoso musicista e insegante americano)
    e cliccando su you tube : Carlo Atti bocchino 8 stella Cavalli musica
    La mia piccola azienda è dotata di un centro di lavoro c.n.c. di ultima generazione di primaria marca e inizia ad esportare oltre che negli U.S.A (vedi Saxquest) anche a Taiwan (vedi Hakan sax) , paese noto nel mondo come grande costruttore di saxofoni, e con orgoglio incido sulle mie imboccature "MADE IN ITALY"
    per concludere, vorrei affermare che in Italia vi sono ancora costruttori validi e in molti casi sorpassano gli stranieri.
    Ora ti saluto, sto recandomi a Los Angeles al NAMM ciao, Carlo Atti

  11. #41
    L'avatar di nikoironsax
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    io sapevo che per poter apporre il marchio,made in italy la legge consente di farlo solo se il lavoro è fatto oltre il 60% in Italia, mi sbaglio?

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