Ma infatti sono "meccanismi". Importanti o meno importanti secondo COME e cosa si decide di suonare. Forse, e sottolineo forse, sarebbe più "eccitante" incontrarli e riconoscerli più o meno casualmente ed approfondire ciò che interessa di più, visto che studiare TUTTO così minuziosamente è praticamente impossibile per chiunque. In realtà continuo a pensare che il miglior consiglio sia quello che ci diede Emanuele Cisi lo scorso anno a Quarna: ascoltare tanto e cantare di più. Se sei capace di cantare (anche solo mentalmente) qualcosa che ti piace e ti impegni a riprodurla con lo strumento, nel momento nel quale ci riesci, hai fatto gran parte del lavoro, e padroneggi molto di più il linguaggio che preferisci (in questo caso jazz, ovvio).
Primo caso: la teoria la conosco e se ci penso le suono tutte "quasi" istantaneamente, ossia le ho sotto le dita ma non riesco ad inserirle semplicemente perchè non le "canto". In realtà io l'ho studiato sempre arpeggiando per terze a partire dalla settima dell'accordo di dominante: F-A-C-E su G7, Bb-D-F-A su C7, ecc.....che poi basterebbe studiare gli accordi con tutte le estensioni sino alla tredicesima...Originariamente Scritto da phatenomore
Secondo caso: anche questo l'ho studiato abbastanza anche perchè sul maj7 uso sovente la quarta aumentata (anche come scala, che poi è una semplice scala lidia che suona benissimo sul maj7), quindi anche qui, avendo studiato gli arpeggi a partire da ogni grado è relativamente semplice memorizzarlo ma utilizzarlo così scientificamente non mi viene proprio.
Tutto ciò solo perchè non ho il tempo e quindi la necessaria disciplina per studiarlo come si conviene. Chi può però lo faccia....