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Discussione: Garzone e Getz

  1. #16

    Re: Garzone e Getz

    Non vi sono dubbi di cosa?
    Magari spiegare meglio il proprio pensiero, significa condividere una visione...
    condivisibile o meno, ha poca importanza, quanto meno si comprende qualcosa...
    Che un musicista possa avere o aver avuto il suo "nume tutelare" - maestro - musa ispiratrice è un conto...
    Che si voglia individuare chi è piu' clone, non so a cosa serva: odio il "transgenico" in natura, culturalmente e artisticamente, poi,
    è un abominio, un'inutilità espressiva e storica.

    Liebman ha una derivazione coltraniana, ma ha una sua poetica...può piacere o meno...
    Garzone... cosa ha prodotto di significativo? Oltre alla generica attribuzione di "coltraniano", oltre a considerarlo un buon strumentista...
    qual è il suo "peso musicale"?
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  2. #17

    Re: Garzone e Getz

    "è uno che ha preso tantissimo da Trane, più del figlio"
    condivido questa affermazione di Jacopo .
    se poi questo significhi avere più o meno personalità .....
    dal mio punto di vista se ti avvicini al sole possono capitare due cose o ti bruci o ne acquisisci un po della brillantezza.
    per tornare it
    dal punto di vista del suono mi sento di escludere una somiglianza rispetto a Gets .
    rispetto a Trane pur nella diversità alcuni aspetti li ha studiati certamente (armonici e il modo di affrontare il registro acuto dello strumento )

    ciao fra
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #18

    Re: Garzone e Getz

    Sono letture che non condividerò mai...
    ma rispecchiano la decadenza dei tempi che viviamo.

    L'inseguire un modello o una certa "perizia strumentale" sembra giustificare la mancanza di un pensiero musicale, di strutturazioni, di forme, di nuove esplorazioni, che naturalmente appartenevano a Coltrane ed alla sua epoca e non alla nostra, nè a quella di tutti i suoi "nipotini transgenici".
    Quindi, per me, meglio il figlio perchè è il figlio...

    L'art pour l'art ovvero "non sappiamo che fare...seguiamo dei modelli...abbiamo bisogno di religioni perchè non sappiamo piu' in cosa credere"
    Esegesi dell'inutile in cui anche la grandezza di un artista risulta banalizzata e svalutata di senso, nella sua infinita ripetizione.
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  4. #19

    Re: Garzone e Getz

    A volte un artista "normale" fa poco effetto rispetto a chi si fa notare per la sua verve o per come si atteggia. Garzone tra quelli che ho potuto ascoltare e vedere quasi scompare ( come figura ) ma lascia spazio ad un suono di sax bellissimo che mi ha fatto entusiasmare. Sulla produzione artistica io non vorrei entrare poiché mi sento inadeguato ma è fastidioso accostare un artista ad un altro (spesso si fa torto al primo ed al secondo).
    S Borgani J Pearl Silver, Bari Dakota 68
    Sc Rampone R1j curvo Rame Bari 68
    A Borgani J Silver, Dukoff D7 Lakey 4*4
    T Borgani J Pearl Silver, Drake NY J 8* Rousseau 8* JJHR 8*
    B MG Unlacquered Silverneck, Drake 120
    Akai Ewi 5000

  5. #20
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    Re: Garzone e Getz

    Citazione Originariamente Scritto da docmax
    è fastidioso accostare un artista ad un altro (spesso si fa torto al primo ed al secondo)
    vero...
    Ora non vorrei buttare benzina sul fuoco :ghigno: ma mettere Garzone (che pur mi piace molto) sullo stesso piano di Stan 'The Sound' Getz mi sembra un po' forzato, e non solo per le evidenti differenze timbriche... E comunque è pure sacrosanto che, come spesso ribadisco ma sembra che sia un concetto ancora molto latente e latitante, nel Jazz tutti vengono inizialmente influenzati dai loro predecessori (addirittura sino ad imitarne la tecnica sia strumentale che compositiva), ma per essere veramente riconosciuti ed apprezzati devono raggiungere una definizione creativa unica e personale, sia nel suono prodotto dal proprio strumento (la propria voce individuale), che dalle scelte compositive e di espressione musicale (ciò che si vuole raccontare e come).
    In altre parole, se qualcuno volesse ipoteticamente appartenere ad un gruppo linguistico specifico, che usa variazioni lessicali, grammaticali e sintattiche e volesse essere compreso, deve forzatamente apprendere lo slang (il linguaggio) soffermandosi attentamente sulle differenze di significato, sul modo in cui tali parole vengono usate, sulle invenzioni delle parole stesse: trattandosi poi di un linguaggio creativo/artistico, diciamo poetico, non basterà ripetere i versi a memoria; per prima cosa deve appropriarsi del significato per ovviare ad una meccanica ripetizione ed essere in grado di trasmetterne il senso (un esecutore), ma se poi volesse scriverne di propri, dovrà sicuramente attingere alla propria sensibilità ed esperienza per diventare autore.
    Va poi sottolineato che la Musica Jazz è essenzialmente fondata sulle espressioni individuali tutte molto ben riconoscibili: non puoi confonderti tra Hawkins e Young; se ci si ispira p.e. ad uno dei due, non v'è nulla di male, per imparare il linguaggio e la tecnica, ma una mera ripetizione non ha il minimo valore né il minimo significato.
    La vera Conoscenza si trova nei territori inesplorati che per essere individuati richiedono la conoscenza del noto, ma sopratutto l'audacia e la volontà di addentrarsi nell'ignoto, di andare oltre, portandosi il fardello del già conosciuto sulle spalle, dietro a sé, e non davanti.
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  6. #21

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    Re: Garzone e Getz

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    Sono letture che non condividerò mai...
    ma rispecchiano la decadenza dei tempi che viviamo.

    L'inseguire un modello o una certa "perizia strumentale" sembra giustificare la mancanza di un pensiero musicale, di strutturazioni, di forme, di nuove esplorazioni, che naturalmente appartenevano a Coltrane ed alla sua epoca e non alla nostra, nè a quella di tutti i suoi "nipotini transgenici".
    Quindi, per me, meglio il figlio perchè è il figlio...

    L'art pour l'art ovvero "non sappiamo che fare...seguiamo dei modelli...abbiamo bisogno di religioni perchè non sappiamo piu' in cosa credere"
    Esegesi dell'inutile in cui anche la grandezza di un artista risulta banalizzata e svalutata di senso, nella sua infinita ripetizione.
    per favore smettila con queste speculazioni! tu non ti rendi conto della botta incredibile che Coltrane diede alla visione del jazz e del sassofono! era impossibile rimanerne indifferenti! IMPOSSIBILE! Garzone fa parte di quella generazione di sassofonisti che crebbero con Trane! come Liebman, Brecker, Lovano, Bergonzi, Bob Berg, Bob Mintzer... tutti un branco di copioni come diresti tu! Coltrane ha aperto tante di quelle porte creative... molti come garzone sono andati a fondo di una o più porte! (concedimi la metafora). come dopo Parker, dopo Trane la musica iniziò a muoversi verso la sua estetica! inutile negarlo! inutile resistere! qui non si tratta di copiare, qui si tratta ti decodificare un mezzo espressivo e di farlo proprio, come succede in tutte le forme d'arte! non ci sono solo i Geni Innovatori, ci sono anche altri artisti modesti! tu non puoi permetterti di dire che uno come Garzone non abbia dato nessun contributo alla musica? come puoi dire "mancanza di un pensiero musicale"? ma tu hai idea di come funzioni il metodo di Garzone? lo sai? ti sei informato prima di sparare illazioni?
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  7. #22

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    Re: Garzone e Getz

    poi per quanto riguarda Ravi Coltrane... lui fa parte di un'altra generazione, nella quale lo stile di Coltrane padre era già diventato istituzione, non era più in fase di elaborazione come per la generazione precedente.
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  8. #23

    Re: Garzone e Getz

    Come al solito non hai compreso proprio nulla...
    Non mi meraviglia, non importa.
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  9. #24
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    Re: Garzone e Getz

    Un'osservazione storiografica:
    nell'era dello Swing il genere nacque grazie alle grandi orchestre da ballo di musicisti Afro-Americani che suonavano in locali prevalentemente segregati (il Savoy, p.e.) e raramente in locali aperti (il Cotton Club con Duke Ellington); questi club erano gestiti da gangsters e trafficanti vari, che sicuramente erano l'unica scelta per un musicista nero che volesse campare del suo lavoro; quando alcuni manager e musicisti bianchi scoprirono che al pubblico il genere musicale piaceva, si vide un moltiplicarsi di tali band (sempre segregate), ma quelli che veramente fecero i soldi furono i bianchi.
    Un musicista come Benny Goodman, indipendentemente dalle sue indubbie capacità musicali e talento e dal merito di aver utilizzato anche musicisti neri (fu il primo a farlo), contribuirono in un certo senso alla massificazione commerciale e conseguentemente all'inaridimento del genere; poco dopo fu grazie alla scoperta dei musicisti neri di Kansas City che lo Swing venne rivitalizzato, e tornò ad essere un genere apprezzato per la sua spontaneità ed inventiva.
    Fu con l'avvento del BeBop che i musicisti neri iniziarono a prendere posizione e consapevolezza dei meriti del loro contributo artistico alla Musica, ed in specifico nella tradizione del Blues e del Jazz, espressione unica e linguaggio della loro gente (gli schiavi Africani portati nelle Americhe)...
    Alcuni musicisti bianchi erano sinceramente e completamente assorbiti in quella cultura specifica, fatta di tradizione orale, di trasmissione personale, se non di modus vivendi, e questa loro onestà veniva riconosciuta dalla comunità dei musicisti neri che li accoglieva. Tra questi possiamo citare tra gli altri Red Rodney, Phil Woods, Bill Evans, Gil Evans, Stan Getz, e tanti altri...
    E' condivisibile ciò che Jacopo scrive: non tutti i musicisti Jazz sono geni o innovatori del genere, siano essi bianchi o neri; pensiamo p.e. ad un trombettista come Kenny Dorham, ad un saxofonista come Hank Mobley, etc. ma di tutti loro possiamo dire che hanno dato il loro contributo personale ed inconfondibile, ma limitatamente ad alcune performance specifiche, e non nella totalità delle loro creazioni.
    Forse quello che juggler vuole evidenziare sta nei limiti dell'accettare alcuni di questi musicisti come fossero modelli da imitare ed accettare come guide: io credo che se questo avviene debba essere fatto con la consapevolezza che tali modelli siano già a loro volta incompleti e parziali.
    Forse dovremmo chiederci dove trovare ispirazione per scoprire nuove forme espressive: Davis a casa sua ascoltava solo musica classica; Coltrane per anni ha fatto la gavetta suonando R&B, ed all'inizio della sua carriera ha suonato con tanti gruppi d'ispirazione BeBop, prima di sentire la necessità di scoprire nuove piste.
    Non tutti possono essere come Parker che fu un autodidatta, tecnicamente del tutto impreparato che aveva in sé concezioni musicali uniche, ed un'inarrestabile esigenza ad esprimerle, costi quel che costi.
    Oggi ci troviamo di fronte ad una sorta di cristallizzazione del Jazz: da una parte la comunità Afro Americana ha finalmente accettato questa musica come una propria forma espressiva, un loro specifico contributo alla Cultura dell'Umanità; dall'altra la società dei Musicisti ha canonizzato il linguaggio, permettendone la preservazione ed ufficializzandolo nella propria Arte.
    Rimane il fatto che qualunque fossero le motivazioni (necessità espressiva, tirare a campare, etc.) un uomo come Stan Getz ha definitivamente contribuito in modo del tutto singolare al genere, trovando un modus espressivo del tutto personale. E questo lo si può facilmente riconoscere ascoltando la sua musica.
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  10. #25

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    Re: Garzone e Getz

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    Come al solito non hai compreso proprio nulla...
    Non mi meraviglia, non importa.
    ma come ti permetti? probabilmente non avrò compreso nulla ma tu d'altra parte (come al solito) hai scritto un mucchio di ovvietà di una pochezza di contenuti tali da renderne difficile la comprensione! complimenti, bella risposta! per una prossima volta faresti prima a non rispondere se l'unica cosa che sai fare è insultare e sminuire chi contesta quello che scrivi. spiegati allora! e vedi se riesci a non pubblicare le solite quattro frasette a effetto dal contenuto criptico.
    dare agli altri la colpa della incomprensione dei tuoi interventi è proprio da vigliacchi. non mi sorprende, pazienza.
    Tenore:R&C R1 Jazz AGU
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  11. #26

    Re: Garzone e Getz

    Senti, piccolo...
    La tua presunzione è stomachevole, visto che non comprendi l'italiano e attribuisci di continuo ciò che non ho detto (ti potrei citare mille post, dove parli ancor prima di leggere...)
    Non sono colpevole della tua intelligenza da "codice binario", nè del tuo autismo musicale e dialettico.
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  12. #27

    Re: Garzone e Getz

    mi ha telegonato Garzone, mi ha detto di dirvi di abbozzarla! :lol:
    Tenore Jupiter jts 587
    Absolute tenor ST
    Legere Signature 2 e 1/4

  13. #28

    Re: Garzone e Getz

    E di farvi un giro nelle vostre garzonnières :doh!: .

    Sax O' Phone, ha fatto un discorso molto rigoroso, che se ben esaminato significa una cosa che non molti accettano, cioè che il corpo del jazz, la spinta vitale che l'ha prodotto, la società nel quale si è formato, sono finiti.
    La balena si è arenata sulla spiaggia della museificazione e centinaia di gabbiani e corvi se ne cibano, dicendo questo è mio, questaltro mi spetta, e i più forti si beccano i filetti migliori pensando di essere i nuovi astri.

    Animo ragazzi, se si vuole fare della musica con un'anima, anzi con la stessa anima del jazz, con quello spirito di riscatto e poesia, è meglio toglersi le piume e i becchi dei divoratori di carcasse e tuffarsi come aringhe e sardine in quello stesso mare che ha generato il jazz, che ormai sta altrove, che si chiama vita, in attesa di rivelarsi, diventando una balena che solca gli oceani, è tempo che nuove comunità facciano nascere una musica nuova.
    ____________________________________________
    Ten Conn Transitional M 262XXX
    Berg Larsen 120

    Ten Weltklang
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    Alto Conn 6m 326***

    Sop Yanagisawa S 801
    Selmer metal classic G

  14. #29

    Re: Garzone e Getz

    Comunque anche se capisco Jacopo, a me sinceramente il ragionamento di juggler (che è esposto molto chiaramente9 pare molto sensato anche se, ahimè, altrettanto inascoltato. Ormai ci si deve rassegnare: saremo invasi dai figli/nipoti/pronipoti transgenici....delle sorta di saxofonai di "dollyana" memoria.
    T 10M 1936 - Mark VI 1968 - Sequoia Silver mpc Vibra Master Gerber 8, EB 8, GS Slant 7*, Soloist LS 8
    A 6M 1926 - B&S Series IV 2001 mpc Super Jazz Gerber 6, Syos custom 7
    S Conn Gold Plated 1926 - Sequoia K91 mpc Vintage Gerber 8, Eolo NS 72, Syos custom 8
    Digital Emeo - Cl Buffet RC 21/7 + Flicorno soprano Grassi :)

  15. #30

    Re: Garzone e Getz

    Se per essere apprezzato devi essere un genio come Charlie Parker o John Coltrane, che hanno indicato una nuova direzione alla musica, siamo su una barchetta nel bel mezzo di una tempesta oceanica.
    Certo, Garzone non è un genio. In realtà, neppure Getz.
    Ciascuno, però, ha saputo elaborare un proprio stile riconoscibile (Getz più di Garzone, a mio modesto avviso) e ha dato un contributo importante alla tecnica dello strumento, superando anche per immaginazione improvvisativa e musicalità la maggior parte dei colleghi, compresi (probabilmente, ma chi lo sa?) i pochi veri professionisti di SaxForum.
    Quanti ne sono capaci?
    Ciò basta per conquistare la mia ammirazione.
    Sax tenore Markneukirchen Klingenthal B&S anni '80, bocchino Aaron Drake "Jerry Bergonzi" n. 8, ance Rigotti Gold n. 2,5 s, legatura Rovner Dark
    Sax soprano curvo Yanagisawa 010, bocchino Aaron Drake "New Era" n. 8, ance Rigotti Gold n. 2,5 s, legatura Rovner Dark
    "You've got to be original, man" (Lester Young)

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