Questa questione del suonino così ricorrente nel forum mi comincia a perseguitare!
Bisogna fare un po' di chiarezza sul setup e sulla sua utilitÃ* nella costruzione del famigerato suono. Non basta infatti un' imboccatura aperta per avere un gran suono o un becco più chiuso per causare il suonino e darsi alla tecnica da velocista!
Il suono va costruito, nel senso che ci deve essere un gran lavoro sugli armonici, come fanno i jazzisti, oltre all' ottimo Rascher nessuno impedisce ai classici di studiare Liebman e la sua tecnica di sviluppo del suono, ed è utilissima l' ho provata sulla mia pelle!
Poi l' altra cosa importante è avere chiaro in mente il suono che si vuole ottenere per il resto è una questione di gusto e di sensibilitÃ* musicale personale, c'è chi ama il suono alla francese, chi apprezza la scuola americana, chi sostiene la corrente di Mondelci in Italia.
Io personalmente da italiano non penso di dovermi uniformare al modo di suonare di Mondelci perchè esponente di maggiore rilievo nella nostra nazione, mi piace molto il suo suono e la sua musicalitÃ* un po' di meno il suo modo di vedere il vibrato, ma sono gusti, rimane un grande sassofonista, come del resto lo sono Delangle, Bornkamp, Moretti, Sugawa, Rousseau, Fourmeau e McCrysthal! (tutti mostri sacri)
D' altronde se capovolgiamo il discorso e ci mettiamo nei panni di un qualsiasi collega europeo potremmo dire "questi italiani pensano molto al suono e poco alla tecnica e suonano troppo forte".
Insomma caro Rocri è una questione annosa della quale potremmo dibattere all' infinito, ma il mio indirizzo ultimamente è quello di vedere tecnica e suono come delle semplici componenti, dei mezzi per esprimere la musica!
D' altronde postulare il modo di suonare il sax classico non può far altro che legarci le mani!
P. S.
Rocri con che setup suoni?
io non mi trovo bene con cose troppo aperte su alto e soprano, al contrario sul baritono uso il B35 che è una bella bestia, o un selmer E, in Big Band uso un Berg Larsen 115.