Originariamente Scritto da
juggler
Hello, MyLadySax...forse potevi spendere qualche parola in piu' per definire meglio il tuo concetto su Ornette Coleman
(sorvolo sul "improvviso come compongo" - "compongo come improvviso"....cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia...piccola svista..."improvviso su ciò che compongo" ha + di una "sfumatura di senso"...)
Ornette è stato indubbiamente un compositore di belle melodie, ora tragiche, ora ironiche, ora comiche (secondo me, alcune... a tratti esilaranti) tuttavia, c'è una "continuit* concettuale" nei suoi procedimenti tanto compositivi quanto improvvisativi ovvero quello di procedere melodicamente quasi come in un "collage di immagini"...come certi pittori informali...soprattutto nei suoi primi lavori: il solo che fa in "Peace" (The shape of jazz to come), ad esempio, è una "vertigine melodica" (fra le piu' belle della storia del jazz) che potrebbe essere splendidamente cantata!
Anche i "bozzetti brevissimi" della Suite "Skies of America" hanno quest'andamento per immagini sovrapposte che hanno piu' di un'analogia con i procedimenti compositivi magmatici e per "accumulazione" usati da Charles Ives: ma rimane sempre questa "continuit*" fra composizione e improvvisazione. Monk è molto piu' discontinuo...Round Midnight...Evidence...Bemsha swing...per chi non sapesse...potrebbero sembrare brani di compositori diversi!
Ho amato e apprezzato Steve Coleman, quando suonava alla fine degli anni '80 nel gruppo di Dave Holland (secondo me, ancora uno fra i "vecchietti" creativi con il suo "free" variamente strutturato e orchestrato) e anche i suoi primi lavori "Motherland Pulse", "Black science" ecc. Ad un certo punto, si è "seduto" su se stesso...autocompiacendosi...e producendo sempre la stessa "minestrina" infarcita di hip-hop, rap, free-funk e varie suggestioni esoteriche...chiss*, forse, il punto è che non si può essere eternamente creativi...e dopo un po' si fa il verso...a se stessi! Di Henry Threadgill apprezzo l'uomo...di grande amabilit*, intelligenza e lucidit*...musicalmente siamo comunque sulla scia della Scuola di Chicago...Butch Morris non mi appassiona...il suo sistema di direzione produce una musica che va verso l'aleatoriet*...i risultati che ottiene sono simili ai procedimenti compositivi del primo Maderna, Nono... Musicisti come Lovano, Liebman... credo abbiano conservato quella caratteristica fondamentale dei grandi di un tempo ovvero la voce strumentale unica e irripetibile: per Liebman, magari, rispetto a Lovano, si può parlare di maggiore "ecclettismo stilistico"...se considero però altri "coltraniani" come Bergonzi o Garzone...mi è difficile distinguerli tanto il "lessico" è simile!
A mio avviso, innovatore e originale è chi fa scaturire la propria ispirazione dalla profondit* dell'irrazionale: le "intuizioni rivoluzionarie" sono state sempre percepite al loro apparire come prive di buon senso e assurde (è accaduto a Parker, Coltrane, Mingus, Dolphy, Coleman):solo dopo molto tempo, vengono accettate da chi prima le avversava!
Artisticamente, la vera saggezza non è in un atteggiamento compiacente e razionale, che porta solo a sterilit* e conformismo, ma in una lungimirante visionaria pazzia!