Un titolo cosi apre delle porte enormi... Bhe, io ne apro una piccolissima. Da molto tempo (credo se ne parli da dopo Coltrane...) nel mondo del jazz ci si domanda se questa musica ha ancora delle forme e temi nuovi da speerimantare e trovare. Leggendo vari articoli e interviste di jazzisti e "jazzofili" molto famosi, tutti ripetono che un ulteriore evoluzione nel jazz ci sarÃ* prima o poi, e che aprrarirÃ* sulle scene un musicista che cambierÃ* ancora questa musica. Un po come è successo con i vari Amstrong, Parker, Coltrane, Miles e pochi altri. Il clarinettista Buddy De Franco sostiene che "tutto quello che si ascolta oggi è debitore in maggiore o minore misura, di quanto hanno inventato Charlie Parker e Dizzy Gillespie". Come dargli torto? Una cosa che credo sia molto positiva, specialmente in Italia, è che stanno venendo fuori giovanissimi molto promettenti (Cafiso in primis, Luigi di Nunzio, Walter Ricci, ma ce ne sono tantissimi altri) che magari possono dare una spinta importante per trovare qualcosa di nuovo. Con questo lungi da me pensare che il jazz attuale non sia buono, ma una svolta magari sarebbe anche necessaria. In fondo il jazz è anche ricerca...
Ho visto tempo fa Stefano Bollani in concerto. Tecnicamente bravissimo ma sinceramente dopo mezz'ora di virtuosismi mi ero un po' annoiato... Come lessi una volta, "suona molto per i critici e poco per il pubblico".La tecnica si può imparare, "la creativitÃ* è un altra cosa"... ;)