Più o meno un mese e mezzo fa’ sono stato contattato da un rivenditore che mi ha chiesto se ero interessato a provare queste imboccature WBS.
Non era la prima volta che “incrociavo” imboccature realizzate da WBS e già all’epoca (dicembre 2020) era rimasto piuttosto colpito, sia per le prestazioni sia per la tecnologia usata (stereofotografia e non semplice stampa 3D fusoria).
Devo dire che mi fa piacere che in Italia ci ancora gente che si affacci mercato degli accessori per sassofono.
L’iniziativa imprenditoriale va sempre lodata. Il mercato degli accessori per sassofono è caotico e affollato… il marketing ha assunto un’importanza critica e non ci sono grossi margini di profitto. In Italia, chi entra in questo tipo di mercato, lo fa appunto per passione e ha già una fonte di sostentamento principale.
Va annotata una cosa importante: WBS è un business basato sulla qualità del prodotto e non sul marketing.
Sul sito ufficiale non c’è una parte dedicata all’e-commerce.
Non ci sono pagine social e i contenuti multimediali sono praticamente inesistenti.
In parole povere: il marketing per il momento non esiste… ed è un vero peccato.
Bene…
Circa 2 settimane fa’ ho ricevuto in prova da questo rivenditore un cospicuo numero di imboccature WBS (per tutti i tagli di sassofono).
Per il solito spirito di condivisione, riporto qualche considerazione sui modelli per tenore che ho in prova, sperando che siano ancora di utilità per qualcuno.
Di seguito la lista, con un po’ di foto.
WBS M2 #7* Slim: https://www.facebook.com/media/set/?...2539282&type=3
WBS M5 #7* Slim: https://www.facebook.com/media/set/?...9077705&type=3
WBS M5 #6* Large: https://www.facebook.com/media/set/?...9204372&type=3
WBS M6 #7* Slim: https://www.facebook.com/media/set/?...2410205&type=3
WBS M7 #7* Slim: https://www.facebook.com/media/set/?...2408278&type=3
WBS VT1 #7* (Clear): https://www.facebook.com/media/set/?...5740937&type=3
WBS VT1 #7* (Azure): https://www.facebook.com/media/set/?...2406877&type=3
WBS VT2 #7* (Azure): https://www.facebook.com/media/set/?...5739796&type=3
WBS VT3 #7* (Azure): https://www.facebook.com/media/set/?...5737819&type=3
La qualità delle immagini è quello che è… perché essendo imboccature trasparenti non è proprio semplice catturare tutti i dettagli.
E il sottoscritto non è un fotografo.
https://www.wbs-mpc.com/index.html
https://www.wbs-mpc.com/saxtenore.html
I modelli “originali” sono contraddistinti dalla lettera “M”, seguita da un numero (da 1 a 7) che rappresenta il modello.
Come si legge sul sito internet, esistono N° 7 modelli che si possono configurare in N° 2 forme esterne (large e stretta).
Il materiale è una resa per uso dentale e di conseguenza permette anche di ottenere imboccature fisicamente molto piccole (a parità di forma interna di tutta la camera) senza compromettere l’integrità strutturale dell’imboccatura con l’uso. È un materiale molto duro, rigido… resistente.
I modelli “vintage” (cloni di imboccature famose del passato) sono contraddistinti da “VT” (Vintage Tenor) e un numero (da 1 a 7), più un modello “ibrido”.
Tra gli esemplari “vintage” ricevuti, ci sono esemplari di resine di tipo differente, una chiara trasparente, l’altra leggermente azzurrina.
Sono riproduzioni fedeli, dentro e fuori. Non sono ancora listati sul sito internet.
Su tutte le imboccature c’è un certo livello di lavoro di finitura manuale, sia lucidatura esterna sia lavoro di refacing.
Si riesce a percepire che le imboccature — una volta terminato il processo di “stampa stereolitografica”— hanno bisogno di poco lavoro manuale per ottenere il prodotto finito.
Per contestualizzare: il livello di finitura/precisione costruttiva è considerevolmente più alto rispetto ad altre imboccature ottenute con stampa 3D, più colorate e popolari.
Nota interessante: avendo disponibile lo stesso modello (M5) nelle versioni con fattore di forma differente, ho potuto apprezzare anche quelle piccole differenze dovute appunto alla diversa forma esterna, cosa che molti trascurano e che ha comunque una importanza fondamentale per quella che è la ricerca del comfort.
La forma esterna Slim necessita di legatura di dimensioni standard per Otto Link in metallo per sax tenore, quindi è meno “piccolo” di quello che può apparire e si tratta di una dimensione standard.
La forma esterna Large necessita di una legatura di dimensioni standard per imboccature in ebanite, per sax tenore.
L’inclinazione del “becco” sulle versioni Slim (la parte dell’imboccatura che si imbocca) è simile a quella di Otto Link in metallo, quindi non troppo bassa (come per esempio su Dukoff o Guardala): in bocca sembra di avere qualcosa di comune e non troppo esotico (o scomodo).
Sui modelli Large, l’inclinazione è comunque più bassa di quella di un Otto Link moderno e la curvatura (trasversale) del becco non è particolarmente marcata: anche qui comfort eccellente
Particolarità (di tutti i modelli originali, Slim e Large) è l’inclinazione della tavola che è più marcata che su imboccature più comuni: Otto Link, Meyer, Vandoren, Selmer…
Non si tratta di qualcosa mai vista primo, ma è inusuale.
Secondo me è una scelta azzeccata perché - con un design della camera ben calibrato - contribuisce a migliorare ulteriormente il comfort generale, agevolando la postura della testa (in particolare).
Essendo una panoramica, mi limiterò (inizialmente) a commentare brevemente quelle che sono le descrizioni con alcune considerazioni personali e non tanto personali.
È interessante (per tutte le imboccature presenti sul sito internet) che venga riporta una sezione longitudinale della camera.
Sta cosa è utile per farsi un’idea (quando si raggiunge un certo grado di maturità ed esperienza)… tra l’altro si vede ancora nei cataloghi Vandoren.
WBS M2 #7* Slim
https://www.wbs-mpc.com/tm2.html
Questo modello è descritto come il più versatile. Guardando la sezione longitudinale ci si accorge che vagamente sembra di trovarsi di fronte a un design “”simile”” a quello di un’imboccatura per musica classica, però con alcune variazioni significative.Originariamente Scritto da WBS Mouthpieces
L’imboccatura è abbastanza versatile, ma dal mio personale punto di vista necessita di un approccio un po’ “classico”, sia nell’emissione sia nel modo di imboccare.
Viceversa, diventa un po’ limitante per via della camera un po’ piccola.
Rimane un’imboccatura facile, molto facile… adatta anche e soprattuto a neofiti e/o bandisti.
in una scala da 1 (oscuro) a 10 (brillante, brillantissimo, brillanteremo), qui stiamo tra 5,5 e 6.
Personalmente, tra le imboccature in prova è quella che mi è piaciuta meno.
WBS M5 #7* Slim
https://www.wbs-mpc.com/tm5.html
Questo modello ha un design che ricorda vagamente Berg Larsen Camera “2” o Lebayle “Jazz” dei vecchi tempi.Originariamente Scritto da WBS Mouthpieces
Qui la camera è media (o medio larga), non ci sono restrizioni nella camera, né un profilo a imbuto.
C’è la “bullet chamber” che aiuta a rallentare l’aria e - di conseguenza - a scurire il suono.
Il suono ricorda vagamente quello delle due imboccature citate (Berg Larsen e Lebayle) e la risposta è decisamente continua.
C’è maggior omogeneità di suono e il suono ovviamente risulta più largo del modello M2.
Imboccatura brillante? No, direi proprio di no. O meglio bisogna, come al solito, mettersi d’accordo sul significato di “brillante”. Vedremo in seguito che il modello M7 è “brillante” per davvero.
Ha un suono completo, omogeneo, più ampio e più neutro del modello M2.
Non lo definirei brillante, in una scala da 1 (oscuro) a 10 (brillante, brillantissimo, brillanteremo), qui stiamo tra 6 e 6,5.
Siamo di fronte a un’imboccatura per jazz, funzionale e facile da suonare. Controllo veramente facile!
WBS M5 #6* Large
Qui valgono le considerazione per il fratello #7* slim. La cosa incredibile su questo esemplare è la combinazione tra camera, forma esterna e apertura medio chiusa (questo è un #6*).
Non si percepisce affatto che si tratta di un #6* in termini di ampiezza di suono: suona comunque “largo” e non sembrano esserci limitazioni per quanto riguarda l’aria che si riesce a mandare dentro l’imboccatura. Io personalmente sono abituato a usare imboccature con aperture maggiori, ma con questo M5 #6* potrei tranquillamente andare fuori a suonare (concerti) e non avere alcun tipo problema.
Rispetto al #7* Slim, la posizione della bocca è un po’ di differente e il taglio di frequenze è appena appena differente (ci sono un po’ più medi), il suono è un po’ più compatto.
WBS M6 #7* Slim
https://www.wbs-mpc.com/tm6.html
Questo modello ricorda un’imboccatura per jazz più tradizione: camera più larga, roll-over baffle.Originariamente Scritto da WBS Mouthpieces
Chi arriva da imboccature stile Otto Link, qui si ritrova/ritroverà davvero a casa.
Il suono è più ampio del M2 e dei due M5… ma rimane comunque neutro. Non pensate di ritrovarvi con un STM Florida di qualche tipo: qui il suono è volutamente meno colorato.
Esce fuori maggiormente il suono dello strumento (e secondo me anche del suonatore), nel bene o nel male.
Tra i modelli originali questo è il modello che mi ha colpito di può, principalmente perché generalmente suono con imboccature dal design simile.
WBS M7 #7* Slim
https://www.wbs-mpc.com/tm7.html
Questo è il modello più “ignorante” di tutti. Suona grosso e cattivo.Originariamente Scritto da WBS Mouthpieces
Ha un suono MOLTO brillante, non è medioso, la camera è comunque larga: è un suono con che buca il mix.
Non è un’imboccatura per tutti, perché il design interno richiede comunque “skills” ed esperienza con questo tipo di imboccature.
È gestibile ed è equilibrata. Il tipo di brillantezza va verso quello di un Dukoff D o un Guardala MB-II, c’è la ciccia, ma non ci sono tanti medi
Tra le imboccature “originali”, mancano da provare il modello M1 (il più scuro), il modello M3 (teoricamente il modello intermedio tra M6 e M7) e il modello M4 (stile Soloist).
Vediamo dunque ai modelli “vintage” che ad ogni non sono ancora riportati sul sito ufficiale, ma sono presenti (in vendita) in qualche store online.
Qui non c’è originalità. Sappiamo tutti benissimo che il sassofonista jazz medio (non solo “medio”, non solo “jazz” forse) prima o dopo va in cerca di una certi tipi di sound che si ritrovano solo in imboccatura caratterizzate da un design che, all’alba dei tempi, si ritrovava solo in imboccature “vecchie”.
Se l’obiettivo della produzione di imboccature è anche quello di vendere facilmente a un certo tipo di sassofonista, non possono mancare imboccature che rimandano al passato.
WBS VT1 #7* (Clear)
WBS VT1 #7* (Azure)
Il modello VT1 è una riproduzione di un Dukoff Hollywood, un’imboccatura contemporanea ai primissimi Otto Link Super Tone Master (Double Ring New York) o forse agli ultimi Tone Master.
Camera larga, roll-over baffle. Il suono è ovviamente toccante, avvincente.
Rispetto agli Otto Link contemporanei, una caratteristica del design dei Dukoff era l’inclinazione della tavola appena appena meno accentuata.
Il taglio di frequenze di questi Dukoff, rispetto agli Otto Link contemporanei, era un po’ meno nasale e forse meno brillante… ma comunque siamo nello stesso “territorio sonoro”.
C’è qualche differenza a livello di finitura tra l’esemplare “clear” e l’esemplare “Azure”.
Il Clear è esternamente lucidato e un po’ più grezzo.
L’Azure è satinato e sembra un po’ più rifinito.
Le differenze tra i due sono appena percettibili, probabilmente un sassofonista meno sensibile del sottoscritto non ci farebbe neanche caso.
Sono rimasto davvero sorpreso!
Non sono in molti i produttori che realizzano cloni così ben fatti di imboccature storiche e tutto sommato rare come questi Dukoff: qui è stato fatto un lavoro eccellente.
Il risultato è un prodotto estremamente versatile, del tutto succedaneo a qualsiasi Otto Link in metallo di 50/60/70 anni fa’.
WBS VT2 #7* (Azure)
Il modello VT2 è una riproduzione di un Dukoff Stubbie, imboccatura precedente dal Dukoff Hollywood.
Qui siamo in presenza di un’imboccatura ancora più “vecchia”. Rispetto al clone del Dukoff Hollywood, qui la camera è ancora più larga, i binari internamente sono più scavati. Cambia un po’ l’equilibrio tra frequenze: il suono è percettivamente più scuro, più antico e più evocativo… ma c’è un sensibile incremento di brillantezza… quel tanto che basta che per non avere un suono che si perde nello spazio (e nel tempo)
Ricordo che questo tipo di imboccatura era rara in aperture medie - vedi un #7* - è anche possibile che l’esemplare clonato fosse già stato “modificato” per ottenere un’apertura “moderna”: dall’incremento dell’apertura, su imboccature così vecchie, si desidera ottenere non solo maggior versatilità, ma anche maggior volume sonoro e maggior definizione.
Razionalmente, la scelta di creare un’imboccatura molto scura, un pizzico di brillantezza un po’ distante dal resto la trovo più che azzeccata.
Credo che tra le imboccature ricevute in prova, la questa riproduzione dello Stubbie sia forse quella più rappresentativa dello sforzo da parte del produttore di creare un prodotto di qualità (seppur non “originale”) che garantisca anche versatilità e facilità di utilizzo… e un suono antico.
WBS VT3 #7* (Azure)
Il modello VT3 è una riproduzione di un Otto Link Tone Edge Slant Signature No USA, anni ’50.
Qui il suono è quello di un Slant Signature “vecchio” e altrettanto si può dire per il feeling.
Ritroviamo sia quella “cavernosità” di quegli Otto Link sia anche il “colore”, quella “qualità” vocale o nasale nel suono che il trademark Otto Link.
È un’esemplare di Otto Link Slant No USA moderatamente scuro, potrei quasi dedurre che l’esemplare clonato fosse in condizioni quasi originali o, nel caso di refacing, si trattasse comunque di un lavoro “non invasivo” per cercare di mantenere quella “cavernosità”.
Esemplari simili esistevano anche in apertura #7*, quindi il riferimento sonoro devo dire che è stato rispettato in maniera “filologica”.
Rispetto ai cloni Dukoff disponibili prova, qui ritroviamo qualcosa di più “comune”, probabilmente per molti anche più “appagante”-
Conclusione molto generale: personalmente sono rimasto molto soddisfatto dalla qualità del prodotto.
Mi fa piacere - come già ribadito - che ci sia un’iniziativa imprenditoriale, in Italia, nel comparto imboccature per sassofono.
Il catalogo WBS è davvero completo, per tutti i gusti e per tutte le destinazioni d’uso.
A livello imprenditoriale, credo che fare un’analisi di previsioni delle vendite (parliamo di imboccature per sassofono) sia complicato.
Offrire più opzioni risolve il problema. Poi come tutti sappiamo, prodotti/modelli differenti hanno sempre dei target differenti.
Le riproduzione di imboccature vintage non è qualcosa di nuovo
Secondo me potrebbe anche avere lo scopo di fare ordine mentale nella teste delle persone.
L’acquisto di imboccature vintage originali è spesso guidato da una “non completa razionalità”: la gente dimentica che qualcosa di molto vecchio potrebbe avere avuto una storia travagliata e che spesso senza una grande esperienza pratica, ogni acquisto presenta il rischio di restare insoddisfatti, che le aspettative non siano in alcun modo soddisfatte.
In Italia, comprare oggetti usati presenta qualche rischio: è sempre più comune che informazioni essenziali vengano omesse, capita con imboccature antiche e di pregio, capita con strumenti antichi e di pregio (più frequente).
Esistono prodotti artigianali (… di oltre oceano) di grandissima qualità che risolvono (della ricerca del “vintage perfetto) in qualche modo il problema… ma i costi sono proibitivi e bisogna fare comunque il conto con livello tecnico personale, capacità di analisi ed esperienza.
Il fatto WBS proponga repliche così ben fatte a costi più che contenuti per la qualità intrinseca offerta sicuramente è un punto di forza.
Nel caso in cui il desiderio di possedere il “vintage vero” abbia motivazioni affettive e collezionistiche, il workflow è: ti prendi un clone da scansione 3D ben realizzato, te lo studi per bene… poi quando vai a provare gli originali hai un metro di paragone davvero attendibile.
Vi invito, se ne avete l’occasione, la possibilità, la curiosità di provare questi prodotti… se non altro per cercare di sostenere il Made in Italy, visto che ne abbiamo bisogno in questo periodo.