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Discussione: Invitation in 7/8 sul sax baritono - studiare i tempi dispari

  1. #1

    Invitation in 7/8 sul sax baritono - studiare i tempi dispari

    Ciao, durante queste feste non so perchè mi sono divertito parecchio o suonare i tempi dispari, cosa che in passato non amavo affatto.
    Chissà perchè? Forse perchè è una cosa nuova, o forse l'inizio di un cambiamento, non so, in ogni caso studiare qualcosa di diverso non fa mai male!
    Devo dire che studiare i tempi dispari con un loop di batteria anzichè con il metronomo e basta mi rende piu' consapevole del groove e mi aiuta a pensare piu' alla clave che al tempo e basta.
    Sicuramente per riuscire a suonare bene questi ritmi bisogna riuscire a farlo naturalmente e senza contare, ovviamente non è affatto facile...
    In questo video ho suonato invitation in 7/8.
    Nei prossimi vlog ho intenzione di approfondire questo argomento, ma devo ancora pensare un po' a come farlo ed esercitarmi di più prima di esprimermi su un argomento cosi' complesso.
    Mi piacerebbe confrontarmi con voi su questo.
    Come studiate i tempi dispari?
    E' una cosa che fate spesso? Avete dei suggerimenti?


    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

  2. #2
    bravo fabri!
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  3. #3
    Grazie Al, fatti vivo a Roma prima o poi!
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
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    Theo Wanne endorser

  4. #4
    Guarda, se c'è un "esercizio" che mi piace fare quella volta che ho 1-2 ore libere a orari decenti per la musica (che purtoppo sono sempre più rare ) è proprio suonare su tempi dispari.

    Attacco microfono, scheda, pc, cuffie e faccio partire un brano a caso di quelli che ho scaricato; sono in genere backing tracks intitolate funk/prog/jazz/jam scaricate dal tubo ...

    I tempi che ricordo di aver suonato durante le feste sono 5/4, 7/4 e 7/8.


    Il mio approccio è tutto fuorché "accademico", nel senso che solitamente non mi metto ad analizzare il metro, cadenza ecc... ma parto subito. Ovviamente all'inizio non ci sto dentro (anche perché oltre al ritmo si deve capire il gro armonico, che su queste tracce non sempre è dato), ma il giochino è proprio quello di cercare di riuscire a seguire il ritmo il prima possibile sforzando orecchi, cervello e dita ad adeguarsi. Come se si venisse buttati in mezzo a un gruppo che sta suonando e bisogna attaccarsi subito (cosa che peraltro mi è successa varie volte nella mia minima carriera musicale e che è stata la molla che mi ha fatto prendere la decisione di fare questo tipo di "esercizi" ... che servono tantissimo, ci si rende conto poi).

    Quanto tempo ci metto dipende da vari fattori, non ultimo, anzi, il mio livello di riposo/stanchezza mentale. Perché credo che la difficoltà sia solo mentale, data dalla nostra disabitudine a suonare su questi tempi.

    Cosa suono durante questa prima fase è secondario e dipende da quanto in forma sono: da semplici figure ritmiche a qualche mezza frase, dipende. Poi, quando mi sembra che inizio a starci dentro alla musica, allora cerco di suonare qualche frase sensata, qualche idea, ecc. e continuo finché qualcuno/a viene a lamentarsi

  5. #5
    Ciao Tommy, grazie per il tuo intervento. beh sicuramente più si suonano spesso i tempi dispari più aumenta la confidenza con essi. L'abilità di suonare qualcosa "al volo" senza potersi riscaldare e catapultandosi direttamente nel brano è fondamentale, devo dire per esperienza che la scuola delle jam session è una palestra senza rivali. Magari appena tiri fuori il sax ti staccano Cherokee e devi suonare al volo... Se non lo hai fatto per anni tutte le settimane non riesci a farlo! Ho scoperto che un primo step che aiuta moltissimo sui tempi dispari è quello di saper adattare il tema "stretchandolo" in modo da adattarlo al nuovo tempo. In questo caso Invitation, lo standard di Kasper che ho suonato è un brano in 4/4 quindi ho dovuto per prima cosa adattare il tema in 7/8 e poi improvvisare sulla struttura armonica (il chorus) anch'essa in 7. È stato divertente!

  6. #6
    Da alcuni giorni sto pensando di provare a fare come hai fatto tu, adattando un brano in 4/4 a un altro metro, perché in effetti come osservavi quando si prende confidenza con i tempi dispari l'esercizio diventa meno ostico e inoltre io mi sono avvantaggiato del fatto che improvviso liberamente senza dover rispettare melodia e armonia di un brano.

    Sarà un esercizio che mi impegnerà per mesi, visto il mio livello , però ci provo!

  7. #7
    Ciao, beh certo se suoni frasi a tempo senza stare dentro ad un brano e magari su un solo accordo è semplicissimo. La difficoltà è riuscire a suonare un brano vero e proprio. Sicuramente il dover modificare il tema per riadattarlo al nuovo tempo è il primo step. Poi bisogna cercare di improvvisare rispettando i cambi armonici e la struttura del brano. Riuscirlo a fare senza base armonica, ma da soli con il sax è inoltre sicuramente più complesso, ma secondo me dà maggiori risultati. Dovremmo infatti essere capaci di rendere chiara l'armonia senza alcun aiuto esterno, e gli accordi dovranno "suonare dentro la nostra testa" mentre improvvisiamo. In questo modo suonare con gli altri ci risulterà più facile, io studio così da molto tempo ormai. Se suoni un solo di un bravo sassofonista senza alcun accompagnamento vedrai che si capirà benissimo il brano che sta suonando. Gli strumenti armonici (piano chitarra vibrafono Hammond ecc...) devono supportarci mentre improvvisiamo, dobbiamo costruire e dialogare con loro, ma non dipendere da loro per capire la struttura e gli accordi di un brano. Dobbiamo essere autosufficienti in tal senso!

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da bb Visualizza Messaggio
    Ciao, beh certo se suoni frasi a tempo senza stare dentro ad un brano e magari su un solo accordo è semplicissimo. ....
    Beh calmo, "semplicissimo" lo è per te

    Per me è diventato abbastanza semplice perché ci ho smenato abbastanza con certi tempi e me li sono abbastanza interiorizzati. Per fare tutto il resto sarà lunga, ma un po' alla volta ci arriverò (anche perché più di "un po' alla volta" proprio non mi è possibile).

    Comunque mi hai dato un bello stimolo, grazie mille

  9. #9
    Ciao Tommy, con "semplicissimo" non volevo sembrare saccente o arrogante, volevo solo dire che la difficoltà è anche stare nella struttura del brano. Felice di aver dato uno stimolo in più, tienimi aggiornato sugli sviluppi!

    - - - Aggiornato - - -

    Ciao Tommy, con "semplicissimo" non intendevo sembrare saccente o arrogante, volevo solo dire che la difficoltà è anche stare nella struttura del brano. Felice di aver dato uno stimolo in più!

  10. #10
    Moderatore L'avatar di Isaak76
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    7/8 , hai toccato un tasto dolente Fabrizio
    E' la seconda volta che mi capita di suonarlo e forse ora l'ho "quasi" capito.
    Secondo me non bisogna troppo pensare al tempo in se stesso ma acquisirlo ascoltando il brano e farselo entrare in testa (come giustamente dicevi); o se proprio proprio si vuole insistere sul tempo, pensarlo verticalmente e non orizzontalmente, perlomeno nei casi in cui l'ho trovato. In pratica leggere i primi 2/4 così come sono scritti e il 3° idem ma col prolungamento di 1/8 sempre in levare, e questo forse è il modo più intuitivo con cui approcciarsi senza incasinarsi magari nella lettura dei soli 8° .

    Per rendere bene l'idea posto una parte di spartito che stiamo studiando ora per un concorso, il brano è FABER SUITE di Michele Grassani e il pezzo incriminato è il "terzo movimento", ossia "Il Fabbro".
    Linko anche il video di Youtube e quella parte la trovate al minuto 6.20 ... anche se vi consiglio di ascoltarlo tutto perché molto bello.
    Tra l'alto come vedrete nella partitura vi sono molti cambi di tempo tra cui anche un 9/8, praticamente identico al 7/8 ma con 1/4 in più




    Soprano: Yamaha Yss-475II
    Jody Jazz HR 6* - Selmer S90-180
    Tenore: Yanagisawa T901 + Neck T92 (bronze)
    Vandoren V5 T35 & V16 T7
    WBS M2 7
    Tenore: Grassi Professional '86
    Otto Link STM 6*
    WBS VT1W 7 (copia Dukoff Hollywood Zimberoff 7)

    La musica è la tua propria esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento.
    Charlie Parker

  11. #11
    Ciao Isaak76 ho ascoltato il brano, interessante, ha un carattere roccioso, medievale.

    [QUOTE=Isaak76;317227] leggere i primi 2/4 così come sono scritti e il 3° idem ma col prolungamento di 1/8 sempre in levare, e questo forse è il modo più intuitivo con cui approcciarsi senza incasinarsi magari nella lettura dei soli 8° .

    Quello che dici è valido magari per un discorso di lettura, anche se sinceramente penso più in termini di "clave", che è proprio quella di battuta 135, pensata come 4/8 + 3/8.
    Il discorso si complica se devi improvvisare su un tempo così e seguire la struttura amonica.
    Comunque vorrei fare dei video sul mio vlog su questo argomento, per condividere quello che personalmente trovo più utile, credo possa essere interessante.
    Ovviamente come tutta la musica bisogna insistere e prendere confidenza per passare le 3 fasi principali
    1 sbaglio il tempo e vado fuori
    2 riesco a stare dentro al ritmo, ma la mia fluidità oscilla tra quella di un un robot ed un midi anni 80
    3 riesco ad essere rilassato sul beat senza perdere di precisione

    ovviamente la terza fase è tostissima e sono pienamente cosciente che devo insistere in questo studio per migliorarmi.
    Nel mio nuovo album ho inserito una mia composizione con struttura AABC in cui le A sono in 7/4 la B in 3/4 e la C ritorna in 7, ma è una A modulata in un'altra tonalità con una coda...ho registrato un live in studio del mio trio mentre la suoniamo, ma devo ancora montarlo...a breve lo faro'.
    Ti faccio gli auguri per il tuo concorso!
    Fabrizio
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  12. #12
    Moderatore L'avatar di Isaak76
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    Condivido! non essendo un tempo "quadrato" la mente cerca sempre soluzioni logiche che inevitabilmente portano fuori, proprio per questo occorre focalizzare il ritmo aumentandone la sensibilità percettiva del brano; non è facile e le improvvisazioni sono ancora più ostiche se si dovessero perdere i riferimenti.
    Seguirò con piacere il tuo vlog per gli approfondimenti e ti ringrazio per gli auguri.
    Emiliano
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