ciao a tutti
ho iniziato da poco a studiare il sax alto.
ma musicalmente non sono a digiuno: diploma in pianoforte & composizione.
il concetto di trasposizione (degli strumenti a fiato), non mi è nuovo ma l'ho sempre considerato come un dato di fatto insindacabile: "così È; punto e basta" e usato meccanicamente, senza pensarci.
Ma ora mi si sta aprendo un mondo: smanetto da circa un mese (un po' da solo e un po' guidato da un maestro) e strimpellando su qualche base mi è sorto il più ovvio dei dubbi: perché usare la trasposizione? perché il mio DO deve corrispondere al tuo (in quanto pianista) MIb?
poi ho provato darmi una risposta pensando alla fisica acustica... tipo: lunghezza del tubo, frequenze, onde, vibrazioni, proporzioni pitagoriche (e i conseguenti aggiustamenti fino all'attuale sistema temperato).
sono giunto alle seguenti conclusioni; coriggèttemi si sbàlio!

prendo come esempio il sax alto

per ottenere i suoni di questo strumento (costruito con QUEI determinati materiali), con QUELLE determinate caratteristiche TIMBRICHE, in QUEI determinati registri, con QUELLE determinate dimensioni, si è dovuto considerare (matematicamente parlando) un tubo di una certa lunghezza; quindi, se è vero che più un tubo è lungo, più il suono che produce è grave (e più corto il tubo è, più acuto sarà il suono da esso prodotto), il tubo di ogni tipo di sax avrebbe, di fatto, la sua lunghezza VINCOLATA. (tant'è vero che non tutti i sax hanno lo stesso tipo di trasposizione); ne deduco, quindi, che la lunghezza X del tubo del sax alto abbia qualche affinità con determinate frequenze (o meglio proporzioni o ancora meglio, suddivisioni dell'intervallo di ottava) molto vicine al suono che per gli strumenti in DO viene indicato come MI BEMOLLE.
la scala di DO (note reali) per gli strumenti in DO, a livello teorico, è la più semplice da apprendere (p.es. sul pianoforte, si suona sui soli tasti bianchi; sul flauto dolce le posizioni sono visivamente le più semplici - si toglie e/o aggiunge un dito - ecc.), e secondo me, è una forma di riverenza dei costruttori verso la SCALA MODELLO (da cui derivano tutte le altre, con le conseguenti ALTERAZIONI).
tornando al sax alto... questo discorso sulla semplicità (teorica) della SCALA MODELLO (intesa come priva di alterazioni ed eseguibile con posizioni semplici) può valere SOLO se si riferisce al suono MI BEMOLLE (ma soprattutto al relativo intervallo di ottava). In breve, nel sax alto, la scala "più semplice" risulta quella di MI BEMOLLE MAGGIORE. Quindi, per motivi storici, costruttivi, acustici, matematici, filologici, ecc. credo sia giusto e giustificato mantenere l'uso della trasposizione; considerare il sax alto (così com'è) uno strumento in DO, credo, ci complicherebbe solo enormemente la vita...
complice, forse, il retaggio storico della cultura musicale occidentale.
che ne pensate?