Ciao a tutti,

Una domanda che mi pongo sempre, prima di iniziare una trascrizione, è se si debba rispettare la tonalità originale del brano, o tenere conto piuttosto della miglior resa sullo strumento.

La quasi totalità delle trascrizioni per sax che ho visto tende a rispettare la tonalità originale, magari spingendo lo strumento in registri "pericolosi". In compenso, nel mondo della classica è pratica comune trasporre ad una tonalità più adatta allo strumento. Gli stessi grandi autori riadattavano spesso i loro pezzi trasponendo liberamente (anche se a volte ci si può chiedere se la trasposizione al tono vicino sia motivata da un adattamento allo sturmento, o dal diverso diapason tra i vari strumenti).

La mia impressione è che nel caso del sax entrino in gioco due fattori: 1) la necessità di produrre una parte che consenta di suonare insieme ad altri, e 2) il rispetto sacrale del testo originale, pratica diffusa nell'epoca in cui il sax ha cominciato ad esistere, e che perdura a tutt'oggi.

La mia preferenza va all'adattamento e alla miglior resa strumentale. Da compositore, so che quando si compone si pensa più alle possibilità dello strumento che ai significati simbolici o al particolare moto dello spirito (o "affetto") associato ad una tonalità. Mi sembra quindi più logico produrre un brano trasposto che rispetti allo stesso modo lo strumento di destinazione.

Voi come vi regolate?

Paolo