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Discussione: Migliorare il suono del contralto

  1. #16
    Fra, la mia non è una è polemica, ma resto del parere che lo studio del collo serve come forse anche no.Dipende sempre dall'approccio che ,nel mio caso non è ne scientifico ne tecnico ma intuitivo, che si riesce ad avere. Detto questo, non dico che non si debbano provare tutte le strade, ma se uno vuol migliorare il suono, la timbrica, il collo non credo che aiuti. La percezione, lo sforzo, la postura, il peso dello strumento, sono tutte variabili che hanno grossa rilevanza. Note lunghe tutta la vita. Benissimo suonare nel collo, ma deve esserci anche un concetto di suono in testa altrimenti è solo aria che passa. Poi potremmo stare ore a discutere su suono bello e suono brutto, conosco sassofonisti che hanno come prima preoccupazione il volume e solo quello alla fine hanno. Altri che curano l'aspetto armonico e corposo ma che se suonano con una chitarrina che li accompagna, gia spariscono per carenza di volume e via dicendo. Quello che voglio dire è che non ci sono soluzioni definitive o miracolose. Ci sono qualità soggettive, ci sono capacità più o meno sviluppate o sviluppabili, ma alla base c'è il mazzo che uno si deve fare e non è detto comunque si arrivi ad un risultato decente. La ricerca sul suono è continua, ogni volta che si prende in mano il sax parte quella ricerca, ogni ancia che si mette su, innesca quella ricerca,quel suono che devi avere in testa prima di tutto. Ripeto, ogni esercizio può essere valido se c'è consapevolezza di cosa si cerca.Il buon Marco se continua a soffiare nel collo come soffia nel sax, non credo avrà grossi giovamenti.Sull'insegnante non mi pronuncio, bisognerebbe sapere il suo parere.
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
    V16 T7 hr, , STM 7* (by Simone Borgianni)
    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  2. #17
    Citazione Originariamente Scritto da algola Visualizza Messaggio
    ciao fra,

    penso a quello che ho detto perché avendo due sax, prendo i due colli e suonarci dentro è più o meno la stessa cosa. poi prendo i due sax per intero e la musica cambia... devo usare un "soffiarci dentro" completamente diverso, per far suonare bene uno dei due strumenti, devo averlo in mano almeno un giorno (senza toccare l'altro). :)

    Ciao Ale

    il problema è che lo studio con il collo serve per comprendere quello che tu definisci : "prendo i due colli e suonarci dentro è più o meno la stessa cosa"

    "quel più o meno."

    addirittura lo studio prevede di mettere a confronto 2 suoni prodotti con lo stesso collo che devono essere eguali.
    studi per produrre due suoni identici (per durata volume timbro corpo stabilità ecc..) ma con il tempo impari a sentire sempre nuove sfumature e differenze.

    è un po come mettere sotto la lente di ingrandimento il proprio suono in tutte le sue parti .
    quando poi senti il suono dell'intero sax hai una tale consapevolezza che ti accorgi subito ad esempio se respiri male, se mordi , se stoni se suoni in maniera disomogenea ecc.... ed hai gli strumenti per evitare di farlo.

    Altro aspetto utile è che lo studio con il collo ti mette in condizione di capire esattamente i tuoi limiti.
    Se mordi , se respiri male , se eccedi con la pressione del labbro ecc....
    Non ho dubbi ad esempio che se in una stanza proviamo a studiare con il solo collo dello strumento: io e Seamus Blake.
    certamente il mio suono avrà meno durata e meno volume , ma anche quello di Seamus avrà una fine.
    (quindi per me il traguardo è mantenere un suono fermo per 20 secondi per Seamus magari saranno 2 minuti .)

    e ho preso ad esempio solo tre elementi del suono volume durata "fermezza".
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #18
    Blue la polemica era con un sassofonista che peraltro stimo (e che ha un suono curato) ma si ostinava a ritenere che lo studio del solo bocchino e degli armonici non serve per il suono.
    Nel suo caso criticava questo tipo di studio perchè non lo conosceva.

    Desidero poi eliminare questa idea "che non si arrivi ad un risultato decente."
    non conosco nessuno che abbia studiato il suono in questa maniera e che non abbia ottenuto un "risultato decente"
    invece conosco moltissimi sassofonisti insoddisfatti del proprio suono ma che non hanno mai affrontato il toro per le corna.
    io stesso che conosco la cura spesso evito di praticare (della serie predico bene e razzolo male) .


    C'è però un pregiudizio con il quale mi sono scontrato spesso .
    Il suono in quanto tale può essere ridotto ad argomento tecnico.
    In questa maniera i progressi sono tangibili e misurabili.
    Sono consapevole che un approccio di questo tipo sembra in contraddizione con l'idea romantica della ricerca del suono .
    Ora tu ad esempio mi dici che ogni volta che si prende una ancia comincia una nuova ricerca del suono.
    Sei certo che questo modo di procedere vada bene per te?
    che sia il miglior modo di procedere per migliorare il suono?

    se così fosse puoi dire in coscienza che questo modo di procedere sia il migliore anche per l'amico saxforumista che ci chiedeva un consiglio?
    dal canto mio posso dire che fin quando nessuno mi ha detto di questo tipo di studio (faccio riferimento allo studio con il collo) la mia condizione era disperata.
    il registro acuto era una tragedia , mordevo segnando i bocchini , lo sforzo era il mio unico riferimento, ed il suono .

    se allora mi avessero chiesto un consiglio avrei disquisito sul fatto che la ricerca del suono è un fatto personale e ciascuno trova la propria strada.
    Oggi posso dire che la ricerca del suono è un fatto personale ma se studi il suono in quanto tale i benefici non tardano ad arrivare.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  4. #19
    perché non ci posti una tua registrazione così possiamo renderci conto del problema? se puoi con un microfono da studio con poco o senza effetti preferibilmente non il microfono del pc o i vari registratori portatili.

    una volta individuato il problema è più facile dare degli esercizi mirati....
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  5. #20
    toc toc... dico la mia esperienza...

    suonavo ma niente di eccezionale... andavo a lezione e miglioravo ma il suono che tiravo fuori era "fine a se stesso" nonostante la bontà del tubo e dell'imboccatura...
    il maestro tentava in diversi modi di farmi fiorire il suono... invano... soprattutto sulle note alte non c'era rotondità...

    finchè un giorno mi disse:
    prendi il becco e prova ad imitarmi... lui faceva dei piccoli fraseggi e io ad orecchio dietro... piano piano abbiamo esplorato le potenzialità e riuscivamo entrambi a coprire più di un'ottava...
    le note basse producevano un suono molto più armoico e pieno... per farle dovevo lavorare di gola e di diaframma...
    poi mi ha fatto risuonare ancora come avrei imboccato normalmente... il risultato è stato che la nota che facevo si posizionava quasi nella parte più acuta dell'estensione che avevo...
    la domanda è stata: se puoi suonare in tutta questa estensione perchè suoni lì in alto?

    poi siamo passati solo a becco e collo: nonostante gli sforzi riuscivamo a riprodurre solo 3 o 4 note distinte. ovviamente.
    anche qua sulla nota più grave il suono era migliore.
    la fatica è stata molto maggiore ma i risultati molto migliori: il collo centrava e reintonava le note... le proiettava...

    con tutto lo strumento è risultato praticamente impossibile cambiare di un tono la nota.
    ma riproducendo il modo di suonare con cui ottenevo le note gravi con solo becco (ovviamente stonavo) il suono è cambiato...
    automaticamente è cambiato un pochino anche il modo di imboccare e di sentire dentro me stesso il suono...
    è diventato rotondo e bello... sulle note acute pure sebbene ci sia ancora molto da lavorare...

    come perseguire questo suono? mi ha obbligato a inserire il becco molto di più nello strumento e, lavorando di gola e diaframma, cercare di re-intonare la nota...
    note lunghe... in seguito utilizzare questo approccio suonando una scala lentamente e cercando di mantenere la stessa sonorità per tutte le note... soprattutto le più ostiche del proprio strumento...
    se in un brano si trova un salto importante e una delle note è penalizzata si replica l'approccio...

    ovviamente questo eserci segue gli esercizi con solo becco e becco+collo. e ovviamente poi il bocchino non rimane dentro così tanto anche durante lo studio, ma un pochino più dentro del normale.

  6. #21
    Wow quante cose avete scritto. Dico due cose : il suono è l unica cosa su cui non si può barare. Per questo è così importante. La tecnica è più facile a confronto perché i modi per impadronirsi della argomento sono meno personali. Al suono ognuno ci arriva in maniera diversa. Quindi bene collo solo becchi o note lunghe se quello è il tuo modo. Ma ne esistono tanti quanti sono i sassofonisti. Per me la ricerca del suono è una roba che tocca anche aspetti spirituali quindi oltre a educare l orecchio devi educare la mente. Non voglio fare il santone . Dico solo che quelli che avevano grandi suoni (il Coltrane della ultimo periodo ad esempio) avevano lavorato molto anche in quella direzione ��
    http://boomboombeckett.blogspot.com/
    Orgoglioso membro danzante della "Ostello Quarna Nightmare Band"

  7. #22
    E buon viaggio �� e molla gli insegnanti che si limitano alla esercizietto e alla tecnica ..
    http://boomboombeckett.blogspot.com/
    Orgoglioso membro danzante della "Ostello Quarna Nightmare Band"

  8. #23
    Gil : lungi da me criticare chi cerca anche in quella "direzione "., Trane però aveva un suono grande anche quando la ricerca spirituale era inesistente (nel primo periodo) ed addirittura nel periodo in cui utilizzava droghe ed alcol.

    il termine "tecnica" lo ho sempre considerato onnicomprensivo e non capisco come possa considerarsi diversamente.
    per me un sassofonista senza suono ma che sa muovere le dita velocemente non è dotato di grande tecnica.

    per il resto condivido quello che scrivi.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  9. #24
    La mia esperienza è particolare..
    Io iniziai a studiare musica a 5 anni,in prima elementare,con il flauto dolce..grazie ad una Maestra "Speciale"!
    in seguito ad una pubblicità della Brooklyn mi innamorai del sax e a 5 anni iniziai con il sax!
    il mio Maestro,"Vittorio",era spaventato...come poteva insegnare ad un bambino così piccolo!
    premetto che fui piuttosto "portato" e...facilmente già dal primo minuto che indossai il mio primo sax intonai le tre canzoncine che già avevo imparato con il flauto..
    il mio approccio allo strumento fu "diverso" dallo standard..il mio insegnante "che impugnava il suo sax affianco a me",mi faceva eseguire "canzoni" e non fredde note e mi dava "un esempio",di ciò che da un Sax doveva uscire...
    ricordo il giorno del mio primo saggio..suonai rock n roll around The clock...con la band formata dagli insegnanti e teatro gremito di pubblico (genitori e parenti)...
    nulla togliere agli studi di collo e bocchino,(che ho scoperto solo dopo molto tempo),ma io personalmente ho passato gran parte della mia vita sassofonistica a studiare emissione,articolazione,respirazione ecc.. "suonando" con il sax appeso al collo,contro il muro di casa,in cantina con gli amici,sui palchi,con orchestre e gruppi,nei locali o sotto i portici...
    Io la mia idea di suono me la sono fatta,suonando e confrontandomi con altri musicisti...per anni ed anni ho utilizzato sempre lo stesso setup...ora faccio un po' il "matto",cambiando strumenti e setup,provando e sperimentando tutto ciò che non avevo già toccato prima...
    perché??!!
    perche' non essere mai soddisfatti porta a migliorarsi,fare avanti e indietro ripercorrendo gli errori porta prima o poi a non commetterli più...
    il mio consiglio...
    Studia,ma cerca di trovare "gioia e soddisfazione" in quel che fai..
    Quello che fece "Vittorio",con il piccolo "Emiliano" fu il metodo migliore che un insegnante potesse dare per fare amare ciò che usciva dalla campana del sax a se,e al suo vicinato
    S R&C R1jazz AGU++/G,R&C G Maurino 10* - Legatura Flexiton ottone - Rico SJ M 3,Woodstone 3,La Voz MH,Rigotti gold 3 strong,Hemke3,ecc.
    T R&C Two Voices Bronzo ed Argento/no F#,10mFan Robusto 7* - Legatura Flexiton ottone - Ance Woodstone 3, Daddario SJ H 3,Rigotti gold 3 strong,La Voz MH,Lupifaro Jazz 3.5,Vandoren ZZ 3,ecc..

  10. #25

    Data Registrazione
    Sep 2017
    Località
    Padova, pianura umida
    Messaggi
    34
    Ciao! Pure io nelle note gravi ho un timbro più pieno e rotondo, e talvolta ho provato a suonare nel registro medio e acuto con lo stesso approccio, ottendendo un timbro più gradevole a scapito dell'intonazione. A quanto pare per restare intonato tendo a contrarre l'imboccatura e a soffiare in modo diverso. Sebbene sia un dilettante che ha ripreso a suonare da neanche un mese dopo una interruzione pluriennale, non mi dispiacerebbe curare fin d'ora la qualità del timbro. Non ho l'insegnante, perciò procedo da solo con scale e suoni fermi, anche col chiver.

    Per inciso: ho un bocchino da studio B&S, n.6, e uso le vandoren classiche, durezza 2 1/2.

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