Pagina 3 di 5 PrimaPrima 12345 UltimaUltima
Risultati da 31 a 45 di 72

Discussione: Corso riparazione strumenti musicali a fiato

  1. #31
    Citazione Originariamente Scritto da Bluesax Visualizza Messaggio
    Io ritorno su un punto che gia in altri post simili ho scritto. Il riparatore deve prima essere un buon/ottimo musicista, perchè tolta la parte meccanica, poi lo strumento deve essere settato e deve suonare...bene. Ma a quanto pare questo è sempre secondario...mah
    Di solito è un rischio... siamo tutti d'accordo sul fatto che affinchè uno strumento funzioni devono verificarsi condizioni ben determinate e oggettive.
    Per funzionare meglio ci sono di nuovo alcune condizioni che sono comunque oggettive.
    Però non dipendono dal fatto che il riparatore sappia suonare...
    Il rischio è che poi il punto di vista del suonatore vada a confondersi con il punto di vista del riparatore... che poi generalmente genere problemi di comunicazione

    È come dire che un meccanico o un ingegnere che lavorano nel mondo della Formula 1 sono in grado di guidare quei veicoli... di solito non è mai così (è un caso estremo... ma rende l'idea).
    E viceversa...

    Citazione Originariamente Scritto da Il_dario Visualizza Messaggio
    Scusa Tzadik, ma se dici "da quello che so" , come fai a dire se ci sono o non ci sono tecnici validi ed oltretutto visto che non si sa chi siano i tecnici che tengono il corso , perchè sminuirlo a prescindere?
    Basta chiedere in giro... a chi è della zona, no? ;)
    Personalmente ho verificato quello che a me interessava conoscere per farmi un'idea... fate anche voi con le vostre fonti. Senza malizia, eh.

    Io comunque non sto sminuendo nessuno...il tzadik-pensiero è già enunciato: come viene garantito che chi o coloro che tengono i corsi siano effettivamente professionisti competenti?
    Lo dico perchè il livello medio dei riparatori in Italia non è altissimo... ma non perchè non ci siano bravi tecnici ma perchè ci sono tanti tecnici canaglia e tecnici macellai.

    Citazione Originariamente Scritto da Il_dario Visualizza Messaggio
    Se qualcuno avesse partecipato a precedenti edizioni (ammesso che ci siano state) e per esperienza diretta dica: non si impara nulla, potrei capirlo ; ma detto cosi in modo "probabilistico" non mi trova d'accordo !
    Bisogna fissare un benchmark qualitativo, universalmente accettato... che su lavori artigianali è valutabile ma non universalmente.
    Poi dipende anche dal cliente (del riparatore): ad alcuni vanno bene lavori di una certa qualità, finchè per sbaglio o per caso scoprono che c'è gente ancora più competente e quindi l'astina si alza e la gente capisce che c'è sempre margine per migliorare.

  2. #32
    A questo punto direi che l'unica cosa da fare per rendersi conto della validità o meno del corso sia di frequentarlo. Dalle due-parole-due scambiate con uno degli insegnati direi che il corso è esclusivamente pratico: si va in laboratorio e si inizia ad armeggiare con gli strumenti. Appena avrò maggiori informazioni le scriverò su questo post. Ringrazio comunque tutti per gli interventi ed in particolare Il_Dario e LivioM per l'appoggio e l'incoraggiamento!!!

  3. #33
    mmmm il problema è quando dagli elementi oggettivi (chiusura dei tamponi ) si passa a quelli soggettivi. (risuonatori di metallo o plastica, altezza delle chiavi , utilizzo di colla a caldo o cera lacca ecc...).
    mi sono convinto che se il riparatore sa suonare il sax si riesce a comunicare con più facilità. ( e per questo quoto Bluesax)
    puoi stare a parlare con un riparatore per ore di volume timbro intonazione omogeneità con il rischio che vi siano equivoci irrisolvibili, poi bastano pochi secondi (magari lui suona una semplice scala cromatica su tutta l'estensione ) per avere la certezza che vi capite perfettamente.
    il rischio è che la tua idea sia distante dalla sua ma in questo caso ne sei consapevole prima..... perchè lo senti suonare.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  4. #34
    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane Visualizza Messaggio
    mmmm il problema è quando dagli elementi oggettivi (chiusura dei tamponi ) si passa a quelli soggettivi. (risuonatori di metallo o plastica, altezza delle chiavi , utilizzo di colla a caldo o cera lacca ecc...).
    Purtroppo non è solo una questione chiude sì o chiude no. Fosse così semplice non andrebbero via 8 ore per ritamponare uno strumento e altre 2/3 per settarlo. ;)

  5. #35
    ho preso ad esempio la chiusura dei tamponi proprio per la sua natura condivisa di elemento oggettivo.
    (certo potrei essere smentito se trovassi un sassofonista che preferisce tamponi che non chiudono ).
    proprio recentemente discutevo con alcuni amici sassofonisti sulla altezza del tampone e la sua fuoriuscita dal camino.
    (già per questo elemento non c'è più nulla di oggettivo perchè quello che conta è il risultato finale e rilevano una serie di elementi e preferenze).
    altezza delle chiavi tensioni delle molle scelta dei materiali ecc eccc...

    per questo dicevo nel mio primo intervento che un semplice corso di due giorni mi ha aperto gli occhi su una serie di cose che non conoscevo.
    non ho specificato che chi teneva il corso è secondo me il maggiore esperto in relazione al suono del sax in tutti i suoi aspetti.

    nel sistemare i suoi ed i sax degli allievi l'elemento che teneva in massima considerazione era proprio il suono.

    tutto questo per dire che se hai lo stesso approccio condividi le stesse scelte in caso contrario (se le conosci) puoi preferirne altre o preferire altri riparatori.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #36
    intervengo anche io.

    il sax ha una sua chiusura/regolazione ottimale (con una certa tolleranza). questa chiusura (tamponi e altezze), legata al fattore meccanico (risposta meccanica, giochi, etc...) sono progettate dalla casa madre. un buon riparatore deve cercare di rimettere lo strumento in queste condizioni. Per questo motivo le case produttrici somministrano corsi di aggiornamento, per insegnare ai riparatori a ripristinare queste condizioni. Questa è la condizioni minima per essere un buon riparatore, prima del fatto di essere un buon musicista.

    ho visto nel forum e fuori ad esempio tamponi montati completamente fuori dalle sedi... ecco, questo è l'esempio di un cattivo intervento sul sax. il sax sopratutto sulla parte alta risulterà "intufato" e non omogeneo rispetto al resto...

    questo è il famoso dato oggettivo... poi c'è quello soggettivo e psicologico: "speso tanto" allora se suona male è lo strumento a non essere buono. Se si ha speso poco è cattivo il riparatore... la stessa cosa è per i becchi.
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  7. #37
    Moderatore L'avatar di Il_dario
    Data Registrazione
    Jan 2012
    Località
    CISNUSCULUM Isola_delle_noci_e_pappagalli
    Messaggi
    10,653
    Quoto sia Tzadik che Algola, anche a mio parere un buon riparatore non necessariamente deve essere un buon suonatore !
    Deve conoscere lo strumento molto bene e capire esattamente le modalitá del suo funzionamento , deve saperlo regolare perfettamente per come é stato progettato , e , fondendo insieme le due cose deve saperlo modificare come gli viene chiesto dal musicista per soddisfare le sue esigenze !
    Questo a mio parere é quello che differenzia un buon riparatore da un riparatore e basta , considerando che , sempre a mio parere, tutti i riparatori dovrebbero sapere "riparare" uno strumento rotto , per cui saper fare una saldatura , sostituire una molla, cambiare i tampone ecc ecc !


    Schiaccio e baratto ergo sum
    Metronomico della "Ostello Quarna Nightmare Band"
    Anche se gioco in casa "il_padrino della cupola"
    Sax_Gallery

  8. #38
    Algola: già questo elemento che consideri presupposto è invece dal mio punto di vista un elemento soggettivo.
    prendo ad esempio due sax mk6 soprano.
    uno molto vecchio , bananizzato , con una altezza delle chiavi improponabile ai più .
    e l'altro il mio :un mk6 più recente settato con una altezza standard .
    la differenza era che il primo aveva un suono pazzesco.
    il secondo molto più facile a livello di gestione della intonazione e del resto ma il suono all'estremo .....più "scarso".

    per quanto riguarda i tamponi fuori dalle relative sedi il discorso è analogo ed è necessario verificare :
    quanto questo pregiudichi il suono , quanto lo migliora in relazione alla omogeneità e per quali elementi volume intonazione timbro ecc....
    la sistemazione di un sax comporta una serie di equilibri rilevantissimi ma la scelta è sempre soggettiva.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  9. #39
    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane Visualizza Messaggio
    Algola: già questo elemento che consideri presupposto è invece dal mio punto di vista un elemento soggettivo.
    prendo ad esempio due sax mk6 soprano.
    uno molto vecchio , bananizzato , con una altezza delle chiavi improponabile ai più .
    e l'altro il mio :un mk6 più recente settato con una altezza standard .
    la differenza era che il primo aveva un suono pazzesco.
    il secondo molto più facile a livello di gestione della intonazione e del resto ma il suono all'estremo .....più "scarso".
    ciao francesco, scusami ma l'esempio non lo trovo significativo perché potrebbe passare l'idea che un soprano suoni meglio sregolato (altezze e bananizzato).

    un buon lavoro di manutenzione e riparazione su entrambi gli strumenti garantirà il ripristino delle condizioni progettuali iniziali, poi il fuoriclasse è fuoriclasse e tale rimarrà. Questo è un dato oggettivo.

    per quanto riguarda i tamponi fuori sede, non penso che questa installazione sia migliore rispetto alla condizione per cui è stato progettato il sax, altrimenti sax e/o selmer lo avrebbero progettato così!!!
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  10. #40
    Citazione Originariamente Scritto da algola Visualizza Messaggio
    intervengo anche io.
    il sax ha una sua chiusura/regolazione ottimale (con una certa tolleranza). questa chiusura (tamponi e altezze), legata al fattore meccanico (risposta meccanica, giochi, etc...) sono progettate dalla casa madre. un buon riparatore deve cercare di rimettere lo strumento in queste condizioni. Per questo motivo le case produttrici somministrano corsi di aggiornamento, per insegnare ai riparatori a ripristinare queste condizioni. Questa è la condizioni minima per essere un buon riparatore, prima del fatto di essere un buon musicista.
    Citazione Originariamente Scritto da algola Visualizza Messaggio
    un buon lavoro di manutenzione e riparazione su entrambi gli strumenti garantirà il ripristino delle condizioni progettuali iniziali...
    Da statistiche fatte da riparatori (ho chiesto a 3 riparatori) per fare un esempio popolare... un sassofono Selmer nuovo, arrivato in negozio e appena levato dal cellophane richiede circa 2 ore di interventi.
    Allo stato attuale, per come arriva dalla fabbrica un Selmer moderno nuovo.

    Non credo che ripristinarlo allo stato "di fabbrica" sia il modo per farlo suonare al meglio (diciamo al 105%).
    È vero che se il sassofonista medio uno strumento al 80%, facendo un po' di sforzo lo fa suonare all'85%... magari il sassofonista bravo dal 80% riesce arrivare a un resa del 90/95%.
    Però se lo strumento diciamo in una condizione media (pre-assestamenti) un tecnico te lo restituisce al 90%... è già una differenza qualitativa apprezzabile anche dal sassofonista meno che medio.

    Sono anche politiche aziendali.
    Provi un Selmer in negozio, poi provi un Yanagisawa e capisci la differenza tra le politiche aziendali.

    Più tempo speso per messa a punto (o se vuoi per l'interno assemblaggio) = più ore di lavoro = più costo (variabile) per l'azienda.
    Il Selmer nuovo (comprato in negozio, pagato lo street price) il ragazzino che deve entrare in conservatorio (per fare un esempio di target di mercato di Selmer), che deve per forza avere il Selmer.
    Per cui per questo giochetto qualcosa (in sede di assemblaggio) si può risparmiare... non tanto... ma qualcosa.

    Metti un'ora in meno di lavoro per ogni strumento... per 5000 strumenti: non devi pagare l'ora all'operaio, non devi pagargli i contributi, non devi pagare la corrente elettrica per quell'ora di lavoro e via così... alla fine dell'anno sono tanti soldi risparmiati.

  11. #41
    cioè gli installatori selmer ufficiali che lavorano alla selmer 8 ore al giorno per 200 giorni all'anno da quando hanno 18 anni fino alla pensione regolano peggio un selmer di un riparatore medio italiano? non penso... penso che un riparatore ti risponda così perché ti deve vendere il servizio.
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  12. #42
    Prima di tutto bisogna distinguere quello che è l'operaio che lavora nella catena di montaggio e il tecnico che lavora nelll'atelier.
    Sono due figure lavorative differenti

    L'operaio che lavora nella catena di montaggio difficilmente si ritrova condizioni diverse di lavoro.
    Per il tecnico di riparatore invece... è una cosa normale.

    All'interno di quello che è il sistema di produzione non bisogna confondere "efficacia" ed "efficienza".
    Questo non vuol dire che l'operaio o il tecnico (che in qualche modo hanno a che fare con "assemblaggio") non siano compententi... il problema è che la dimensione industriale della produzione.

    Se "oggi" per effettuare un'operazione (il sassofono è prodotto con un sistema in linea, convergente) ti sono assegnate 2 ore (e quelle devono essere perchè l'intero processo è stato calcolato così)...
    ... e "domani" ti dicono fare certe operazioni per un totale di 1 ora e mezza: tu semplicemente fai quello che ti dicono di fare.
    È una produzione di industriale e per ogni singola operazione all'interno di ogni singolo processo modi/tempi/costi sono tutti calcolati in maniera precisa (... si tratta di ingegneria gestionale... non è fantascenza!) quindi questo esula dalle capacità teoriche e pratiche del singolo operaio.
    Se hanno deciso che lo standard qualitativo per lo strumento è "quello" poi l'esercizio gestionale è mantere lo stesso standard qualità abbassando modi/tempi e/o costi (o dualmente, fissati tempi/modi/costi si cerca di alzare lo standard qualitativo).
    Ergo... se lo strumento che esce dalla fabbrica Selmer non chiude perfettamente (ipotiziamo al 80%) è perchè alla Selmer hanno stabilito che per il loro business quello standard qualitativo (per cui sono fissati modi/tempi/costi) è sufficiente a garantire la salubrità dell'azienda.

  13. #43
    che sia un bene riportare il sax alle condizioni originali è idea diffusa ma certamente non oggettiva.

    non bisogna sottovalutare alcuni elementi : l' innovazione, la capacità tecnica del sassofonista , l'equilibrio del sax con il setup . l'esigenza del sassofonista ecc..

    ad esempio per Garbarek la regolazione standard del sax rappresenta una scelta del tutto lontana dalle sue esigenze.
    (tanto da chiedere la modifica di parti strutturali del sax modificando inclinazione e forse forma).

    Per Brecker lo stesso e qui mi riferisco ad esempio all'altezza delle chiavi che era terribilmente alta (forse per compensare un bocchino il guardala che ha la tendenza a rendere disomogeneo tutto il registro del sax ).
    un bocchino che negli anni sessanta non esisteva per nulla.

    la mia esperienza è che l'altezza dei tamponi certamente influisce sul suono ma non necessariamente in termini negativi.
    quello che rileva è l'equilibrio generale di tutti gli aspetti ed il suono.
    ad esempio il timbro del registro acuto del sax" intufato e non omogeneo" dipende in maniera rilevante da come il sax è regolato non solo nella parte alta dello strumento ma anche in quella bassa e media , l'altezza del tampone rileva davvero poco .



    per questo credo anche io che il buon riparatore è quello che riesce a capire quali sono le esigenze del sassofonista .
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  14. #44

    Data Registrazione
    May 2015
    Località
    estremo ovest con vista sul golfo
    Messaggi
    1,948
    ...per conto mio, di base un buon riparatore deve essere in grado di eseguire ogni tipo di intervento sia questo di ordinaria o straordinaria manutenzione, ma oltre a ciò quello che può fare la differenza tra un riparatore ed un altro, è la capacità di eseguire interventi personalizzati interpretando le più disparate esigenze del cliente o all'occorrenza di ottimizzare l'efficienza dello strumento senza che quest'ultima sia specificatamente richiesta... credo così che per la formazione di un buon riparatore si renda indispensabile che quest'ultimo sia anche un valido musicista, e voglio ora ricordare anche l'inventore del sax era lui stesso cresciuto si in un officina di costruzione strumenti musicali, ma allo stesso tempo era un virtuoso suonatore di aerofoni e questa favorevole combinazione di circostanze non può che aver influito positivamente nel suo lavoro... a me inoltre piace pensare che gli strumenti musicali posseggano un anima, e il sapere di riparatori che non siano solamente dediti al guadagno ma che aggiungano al loro operato le migliori intenzioni e il miglior lato dell'animo umano non può che riempirmi il cuore di gioia... poeticamente congedandomi un buon saluto a tutti...
    Yamaha YTS 82Z Custom UL [Ludovico...] Algola MK1 0.105 ref. Bucci - Yamaha YTS 62 MK1 Purple Logo chiver G1 [Gian Battista...] 10M Fan Robusto 0.108 ref. Bucci --- Conn C. Melody New Wonder II 1925 [ Cherubino...] mouthpiece Conn Eagle 0.100 ref. Bucci / Yamaha Wind Controller WX5 / WT11... New Entry ancora in attesa di avere un nome... Tenore Buffet & Crampon S1 ...

  15. #45
    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane Visualizza Messaggio
    Per Brecker lo stesso e qui mi riferisco ad esempio all'altezza delle chiavi che era terribilmente alta (forse per compensare un bocchino il guardala che ha la tendenza a rendere disomogeneo tutto il registro del sax ).
    un bocchino che negli anni sessanta non esisteva per nulla.
    Cercando su internet alcune foto... e osservando la prospettiva, si scopre che l'altezza delle chiavi non era più alta di quello che puoi trovare su un Serie II "regolato" in maniera standard. (Serie II inteso come strumento concepito 30 anni dopo il Mark VI... a grandi linee).

    Chiaramente poi l'effetto di avere chiavi aperte alla stessa altezza... ha effetti differenti se i due strumenti sono (almeno) modelli differenti.

    Più verosimilmente è che il setup standard dell'epoca era molto basso... anche perchè poi i volumi sonori in cui si viveva era più basso: i drum set facevano meno volume, il contrabbasso non era ri-amplificato, c'era il piano acustico. Poi aggiungi che gli Otto Link di 50 anni fa' erano molto più brillanti e generavano più volume... le cose si compensavano benissimo! :D

    Tutto sto giro di parole per dire che un certo tipo di messa a punto... su un tipo di strumento poteva essere considerata estrema, su uno altro tipo di strumento invece è standard.
    Anche se poi magari l'effetto ergonomico (rigidità e risposta della molla) poi magari non è molto diverso.

    Poi sono arrivati i Brilhart, subito dopo i Dukoff... e 10 anni dopo circa i Guardala (e i Sugal).

Pagina 3 di 5 PrimaPrima 12345 UltimaUltima

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 registrati e 1 ospiti)

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •