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Uso medio di un'ancia
ciao a tutti
studio sax alto da pochi mesi, 5 per la precisione.
e in 5 mesi ho cambiato solo 2 ance; la prima per evidenti lesioni che le ho arrecato nei primi tentativi di applicarla sul bocchino (durata: circa 3 settimane); la seconda (che tutt'ora sto utilizzando; durata: circa 4 mesi). con quest'ultima mi sto allenando senza problemi, il suono che produco è abbastanza dignitoso (e comunque non credo influisca tanto l'ancia quanto la mia impostazione ancora acerba).
esistono elementi conclamati che definiscono perentoriamente la sostituzione dell'ancia? oppure è qualcosa di soggettivo?
grazie e buona estate
ScalaQuaranta
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Ciao ScalaQ,
è un discorso piuttosto soggettivo, nel senso che ci sono strumentisti che suonano "solo" con le ance perfette, mentre altri si adattano facilmente al degradarsi delle ance (almeno fino a un certo punto)
Quando un'ancia si è degradata un po' troppo la senti morbida per il tuo standard e questo implica che il tuo suono ti sembra paperetto e potresti avere qualche problemino di intonazione. Ci possono anche essere altri effetti conseguenti sul suono, a seconda di cosa e come suoni, ma questi aspetti si presenteranno poi.
Il problema da neofita potrebbe essere quello di non rendersi conto esattamente se è il caso di cambiarla, perché non hai ancora sufficiente esperienza e ciò potrebbe portare a prendere abitudini poco positive. Lo potresti superare alternando l'ancia attuale con una più nuova, ovviamente della stessa marca e gradazione, così impari a renderti conto di come cambia nel tempo.
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seguendo il consiglio di tommy, oggi ho fatto la prova del cambio d'ancia.
a dire il vero, è stata traumatica! anche se le condizioni non sono state esattamente quelle auspicate da tommy:
l'ancia che ho utilizzato da 4 mesi a questa parte è una RICO 2 e 1/2, con la quale mi sono trovato bene fin dall'inizio;
solo oggi mi sono ricordato che il mio maestro, a suo tempo, mi suggerì di acquistare una scorta di ance, del tipo VANDOREN (Paris) 2 e 1/2.
a meno che non abbia fatto qualche pasticcio nell'applicare la nuova ancia, la differenza l'ho sentita eccome!
per quel può valere la percezione di un principiante, posso dire di aver trovato la nuova ancia molto ma molto dura; ho dovuto lavorare tanto di diaframma per riuscire a produrre un suono dignitoso, mentre con la RICO, l'aria fluiva da sola; a volte, nei momenti di massima concentrazione (per gustarmi il suono), nemmeno mi rendevo conto che ero io a soffiare. insomma.... quant'è dura essere neofiti quando hai troppo entusiasmo, tante aspettative e troppo poca pazienza!!! ;-P
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In effetti la prova che hai fatto per verificare la durata di un ancia non ha molto valore , le Vandoren 2,5 (mediamente) sono poú dure delle Rico 2,5. Dico “mediamente “ perché dipende poi dai modelli e dai tagli ...
:biggrin:
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grazie anche a te, Dario!
non vorrei approfittare della vostra esperienza e soprattutto pazienza!
mi scappa di chiedervi altre due cose e poi, giuro, mi taccio.... per un tempo ragionevolmente lungo! ;-P
un'altra cosa che mi sfugge è: le ance nuove (così come le corde nuove delle chitarre) si devono "assestare" prima di poter rendere al massimo delle loro prestazioni?
e poi.... adesso che faccio?
mi vengono in mente 3 alternative plausibili:
1) continuo con la vecchia e comoda ancia in attesa di settembre (quando potrò discuterne direttamente col mio insegnante)?
2) proseguo l'esercizio alternando ancia vecchia e ancia nuova?
3) proseguo l'esercizio unicamente con l'ancia nuova (e più dura), per fortificare l'apparato respiratorio/muscolare?
grazie ancora e buona estate
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ti parlo della mia esperienza di alcuni anni fa...da principiante...sotto suggerimento del mio maestro...iniziai da subito ad usare due o tre ance a rotazione...finché non passai al sintetico :saggio:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
ScalaQuaranta
un'altra cosa che mi sfugge è: le ance nuove (così come le corde nuove delle chitarre) si devono "assestare" prima di poter rendere al massimo delle loro prestazioni?
Piú che assestare , devono suonare :wink: ci sono vari metodi per farlo , chi le tira fuori dal pacchetto , le bagna e le schiaccia su un piano di vetro per chiudere i pori .
http://www.saxforum.it/forum/content.php/152-le-ance
chi le sottopone ad un trattamento molto piú complesso e lungo , ed ha pure scritto un libro
http://www.saxforum.it/forum/content...ura-delle-ance
E chi come Larry Bergonzi , prende la prima ancia del pacchetto, la monta sul becco , fa una nota , la guarda con disgusto la smonta e la soezza in due ; poi prende la seconda ancia dal pacchetto la monta sul becco e prima di fare una nota porge il sax con il becco verso il tavolo per mostrare all’ancia nuova quella spezzata e dice :questa é la fine che farai se non suoni subito ! Larry garantisce sul funzionamento di questo metodo , la seconda ancia suona meravigliosamente :mrgreen:
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La quarta alternativa è la seguente:
vai in negozio e ti comperi qualche ancia Rico 2.5 e ne alterni un paio nella tua routine di esercizio. E’ sbagliato, specie per un neofita, usare ance troppo resistenti, perché ti fa prendere brutte abitudini. Ad esempio l’abitudine a soffiare come se stessi gonfiando un canotto. Le Rico 2.5 non sono troppo morbide, anzi. C’è tantissima gente che le usa anche dopo decenni di strumento.
Quello che devi fare ora è avere delle ance che non ti siano troppo difficili da suonare e imparare con quelle ad avere un suono completo. Quindi ancia sul bocchino, imboccare non troppo in punta (ma neanche magnando il becco), suonare nota su nota ascoltando il suono che si forma. Le note lunghe saranno il tuo esercizio base da qui all’eternità.
Devi trovare il giusto feeling tra emissione d’aria e risposta dello strumento: il suono deve diventare pieno e stabile, sia suonando piano che più forte, appoggiando le note o legandole, o staccandole, o facendo dinamiche varie, lo strumento deve “cantare”, anche solo suonando qualche semplice nota. Un po’ alla volta il tutto ti diventerà spontaneo.
E’ un ottimo esercizio suonare qualche intervallo di note (es. una terza, una quinta), imparando ad ascoltare i due suoni, che devono pian piano diventare omogenei. Sono cose semplici a dirsi e molti le trascurano per fretta o per sottovalutazione dei fondamentali, però sono fondamentali.
E poi, ascoltare i grandi: ad esempio senti Kenny Garrett in questo brano.
https://www.youtube.com/watch?v=pn8Cs-PZfX8
Nei venti secondi 0.46/1.06 non fa cose spaziali (e normalmente ne fa eccome, se ne avrai l’occasione vai a un suo concerto, ti lascerà senza parole), suona poche note, precise, belle, uno schema semplice. Fuori del contesto del brano sembrerebbe un esercizietto da metodo per imparare a suonare, eppure è musica.
Poche note suonate bene su un saxofono sono musica. Questo deve essere il pensiero che si deve tenere a mente quando si fanno gli esercizi, così non si sottovalutano e si darà la giusta importanza a quello che si fa.
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grazie a tutti, raga!
tutto molto interessante.... anzi, di più!